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De relatione abusiva

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Sono genericamente una di quelle persone che si vantano di poterne sentire di tutti i colori. Ho un senso morale, ho una mia etica, ho una mia idea del giusto e dello sbagliato, ma sono anche piuttosto empatica e trovo cognitivamente stimolante vedere se la scarpa altrui mi sta, metaforicamente parlando. Perciò è estremamente probabile sentirmi dire “Sì, questa cosa è illegale in 28 Stati e personalmente la ritengo ripugnante, ma capisco perché ti piaccia tanto; vedo da dove stai tirando fuori questa conclusione; il tuo ragionamento è moralmente marcio sotto diversi punti di vista, ma è sicuramente funzionante sotto il tuo.”
E’ il motivo per il quale mi piace pensare di essere una buona ascoltatrice. Penso che potrò davvero sedermi di fronte ad una persona ed aiutarla a sciogliere nodi, se non almeno a vedere quali siano. Ma ci sono cose su cui non posso stare zitta, e non ho intenzione di ingoiare il rospo e seguire il santo precetto del vivi e lascia vivere, nè tantomeno di rispettare la non scritta regola del “tra Dom e sub non metterci il dito”. Mi rifiuto categoricamente, perché tutte le regole di questo mondo valgono fintanto che non danneggiano chi le sta seguendo, e giacché non stiamo parlando della tribù di Hofriyat (nel Sudan settentrionale rurale, per chi se lo stesse chiedendo) dove cancellare l’infibulazione significherebbe mandare a puttane tutta la loro sovrastruttura cognitiva sul cosmo e la purezza e la fertilità della Natura e se smettessero di cucire fiche dovrebbero poi cambiare persino i contenitori in cui preparano il cibo, perché è tutto teatralmente connesso (e per “teatralmente” intendo dire che non so se mangiare popcorn o piangere guardandoli), mi prendo la libertà di dire “fanculo la vostra dinamica D/s, c’è qualcosa di più importante in ballo.”
Questi sono quei soliti problemini di carattere etico da cui la gente tende a star lontana perché sono sostanzialmente scomodi: vedrete fioccare articoli su Fetlife come se tutti avessero una laurea in BDSMlogia (perché grazie al cielo, ognuno fa branca di studio a sè, in questo campo), ma quando ci si avvicina ai soliti punti delicati le voci diminuiscono fino a scomparire, perché nessuno sa che cazzo dire.
Parli di 24/7, parli di slavery, parli di “consent”, parli di “safeword”, e le voci tacciono.
Perché fin dove puoi stabilire che il consenso alla pratica sia davvero consensuale? Ci sei tu, mistress, che stai tenendo sull’orlo dell’orgasmo il tuo sub da qualcosa come tre eoni e mezzo, e lui ti dice che sì, ti comprerà quelle scarpe da tremila euro perché te le meriti. Esempio scazzato? Ok, acconsentirà a comprarti quelle scarpe e a titillarsi la prostata con il loro tacco. Ha la faccia di uno felice e convinto, ma chi non lo è quando hai una mano sul suo cazzo e gli stai promettendo la strada all’orgasmo?
Ci sei tu, dominante, che ad ogni orgasmo ti fai dire che il suo piacere è subordinato al tuo perché la fa venire a spruzzo da quanto la eccita. O forse è il contrario?
Abbiamo un sub privo di impedimento verbale che però durante una sessione di umiliazione è così sopraffatto dall’ondata di vergogna che ha la bocca impastata, si perde nella sua testa e non riesce fisicamente a dire quella parolina magica che farebbe finire la perfida scena. Non si sente in grado di pronunciarla, e la scena va avanti di tortura in tortura finché dai piani alti non viene deciso che basta così, e non appena ritrova la sua voce, grida allo stupro, perché sì, non aveva detto la safeword, ma avrebbe tanto voluto.
Hai un contratto 24/7 che attesta che tu sei la schiava della coppia e non hai alcun potere decisionale, ma poi hai un’idea diversa su dove mandare a scuola tua figlia. Che fai, punti i piedi o no?
Ci sono milioni di casi in cui improvvisamente la definizione della dinamica incappa in un vicolo cieco, in cui la sicurezza dei ruoli prestabiliti va a puttane, e che fai a quel punto? Il BDSM è per tantissimi una pratica che va ben oltre il gioco in camera da letto, è qualcosa che coinvolge il loro carattere, il modo in cui vedono il mondo e si rapportano ad esso, ma ci sono sempre e comunque dei precisi paletti limite in cui la tua inclinazione personale non deve starti impedendo di realizzarti e di avere una vita sana. E qui la delicatezza del discorso scivola dentro a quello della “malattia”. Hai diritto, come persona adulta, a farti del male? Hai diritto a scegliere di ledere te stesso? Di privarti della tua libertà, accettare un condizionamento psicologico che sempre più ti porterà a vedere e scegliere certe strade piuttosto che altre? Hai diritto a scegliere per te quando le tue scelte sono prodotte da una situazione che non è quella di libertà standard che lo Stato ti garantisce per legge?
Più terra terra una cosa tipo: accetteresti una scelta che ti cambierebbe la vita fatta in un momento di scompenso emotivo/psicologico? E’ legittima ed accettabile la tua scelta di ucciderti da depresso, piuttosto che impasticcarti (facciamo l’utopico esempio di bella vita americana in cui bastano 4 chili di pillole per aggiustare una persona) e farti scegliere se vuoi ancora farlo da sano? Dov’è che non sei più in grado di intendere e di volere?
Anzi, la domanda è mal posta, perché il “non sei più” è la cosa più facile da individuare, e lì son sempre tutti d’accordo. Il punto problematico è: come ti comporti quando l’ago della bilancia sta solo pendendo? E quand’è che starà pendendo troppo?
Faccio esempi sempre spinti al limite perché i grigi confondono, ma ad una certa bisogna rendersi conto che si sta parlando della stessa cosa, che si sta facendo valere la stessa logica di fondo. E che se dovesse arrivarmi un Pinco Pallino con il collare al collo a raccontarmi della sua dinamica, non starò in silenzio quando mi sarà ovvio che si sta stringendo le palle in mano da solo, e si sta facendo male.
Il discorso di coppia cambia profondamente la mia concezione della situazione. Il discorso “relazionale” cambia profondamente le variabili che posso contare all’interno di essa. Idealmente una persona è libera di fare quel che vuole finché non nuoce a nessuno, persino nuocere a se stessa. Ma parliamoci chiaro: non è stato il primo deficiente di turno ad aver passato ai posteri che “nessun uomo è un’isola”. Ci sono persino state intere scuole di pensiero psicologico che hanno avuto la bella idea di definire una persona secondo le relazioni che intrattiene. Una cosa tipo: se hai solo relazioni di merda nella tua vita fatti delle domande. Il punto è che siamo sempre in costante relazione, e quello è semplicemente il nostro punto zero di partenza. Non ci sarà MAI il caso in cui una persona possa fare qualcosa senza che questa influenzi almeno un’altra; e un’azione negativa su se stessi puoi dir giuro che farà male almeno ad un’altra. E già qui mi cadrebbe la possibilità pratica della libertà di ledersi. Andando avanti considerando la vita di X, vedremo che le sue relazioni si complicano e diventano sempre più strette: come puoi anche solo lontanamente pensare di poter fare quello che cavolo ti pare? Siamo chiari: la manipolazione psicologica è ancora una gran brutta marachella, e una relazione sana ha ancora dei confini definitori piuttosto netti.
Nuovamente non è stato il primo idiota che ha girato l’angolo ad aver osato ipotizzare che una relazione sana ha nel suo codice la possibilità di modificarsi per far fronte alle variabili che ci si spiaccicano contro ad ogni piè sospinto. Che la rigidità delle posizioni non fa che creare una situazione stagnante che ha tutte le potenzialità per diventare patologica, e chi ci sta dentro non riuscirà nemmeno ad accorgersene. Nuovamente il non-primo-coglione-che-passava-dal-convento ha ipotizzato un ponte piuttosto stretto tra la schizofrenia e un ambiente di rapporti fissi con comunicazione paradossale.
Sapete com’è stare in una relazione rigida senza la possibilità di modificarne le strutture interne? E’ come chiudersi a chiave in casa, ma tenendo le finestre aperte. Dalle finestre voi non potete uscire, ma ci può entrare tutta la merda di questo mondo. Può capitarvi del normale vento, può capitarvi un po’ di pioggia, ma può capitarvi anche un incidente; può succedere che la casa si danneggi, e voi abbiate bisogno di uscire per salvarvi, e non possiate farlo perché siete stati abbastanza intelligenti da chiudervi dentro ed esservi tolti la possibilità di uscirne. Avete la casa che va a fuoco, avete il mazzo di chiavi lì sul tavolo, avete un intero pubblico fuori dalla finestra (chi con i popcorn, chi piangendo esasperato) che vi sta dicendo di prendere quelle chiavi ed uscire, e voi ve ne state lì, come gli eroici capitani di una nave che sta colando a picco. E che si porterà dietro voi.
Più o meno è questa l’immagine che ho di tutte quelle coppie BDSM che si imbarcano in queste dinamiche bellissime ed intricatissime, e si dimenticano dell’uscita di sicurezza. Quella manopola d’emergenza che ogni relazione duratura ha. Chi è attualmente in una relazione stabile e duratura ed è soddisfatto di come le cose stiano andando, molto probabilmente mi capirà: non è una passeggiata mandare avanti la baracca. Se mantenere una relazione per 5 anni fosse semplicemente l’aspettare quei 5 anni messaggiando e scopando con quella stessa persona, non ci sarebbe il solito troiaio di tira e molla. Il punto è che una relazione stabile richiede impegno, e richiede continue modifiche dall’interno per adattarsi a tutte quelle variabili random che la vita vi tira in faccia, così come tutti quei cambiamenti che col tempo voi stessi maturerete dentro di voi e che dovranno sposarsi o meno con i cambiamenti che l’altro avrà.
Quindi, lasciatemi un attimino urlare contro il Creatore perché sarà tipo già la quarta o quinta volta che becco una situazione in cui c’è un conflitto e la parte sub della coppia ingoia la propria lingua ricevendo quest’illuminazione divina “Ma cosa stavo pensando, sono sub, ovvio che lui abbia ragione!”
Faccio fatica a mettere insieme le parole per esprimere quanto io ritenga una stronzata tutto ciò. Quanto sia deleteria per la coppia. Sono solo una tizia a caso di nemmeno 24 anni che scrive su un blog sperduto in internet, perciò il mio potere di parola è decisamente limitato, ma per chi è ancora qui a leggere perché gli interessa: non si risolve una discussione con “Ma lui è il Dom!” (parlo con la lei sub perché gli ultimissimi esempi incontrati erano di questo genere).
Non c’è alcuna regola della logica classica e non che faccia concludere una deduzione in questo modo. Non esiste, non so cosa vi passi per la testa. Sono certa che sia un grandissimo sollievo vedervi improvvisamente sollevate dal peso della responsabilità della vostra opinione, specie se questa sta al 50% portando avanti il conflitto e la cosa vi sta mandando in paranoia perchè stress ecc, ma dov’è che improvvisamente avviene l’illuminazione “Ah no, aspetta, lui ha ragione perché è Dom!”?
Questo è lo stesso passaggio che ha fatto nascere un gran bel numero di Cuckquean dopo aver ricevuto il paio di corna dal loro partner. “Ah gia, ma lui può fare quello che vuole perché è Dom, quindi io devo essere felice per lui.”
Non so voi, ma in una qualsiasi formalizzazione di dinamica BDSM mi assicurerei che i litigi siano un meccanismo metacomunicativo come la safeword: quando c’è, la coppia agisce e parla DA PARI. Non puoi risolvere un conflitto interno alla coppia dando come giustificazione una dinamica sovracostruita ad essa. E’ come stare annegando in mare e poi improvvisamente “Ah no, aspetta, ma lui è idraulico!” e poi smettere di cercare di stare a galla.
La vedete? La vedete la stronzata?
Non puoi togliere alla persona la possibilità di difendere i propri interessi all’interno della relazione, o di chiedere di modificarla. La sub non è legalmente di tua proprietà, perdiana, ha una vita, ha degli affetti, ha una rete di relazioni che non ti riguardano, ha forse anche un lavoro che magari almeno lontanamente le interessa finché non la fai improvvisamente rendere conto che no, tutto questo scompare davanti al fatto che sei il Padrone. Ci sono altre persone di mezzo, ci sono colleghi, clienti, parenti, amici; non siete due su un’isola deserta, la vostra dinamica se non è chiusa dentro alla camera da letto allora finirà prima o poi con l’inciampare nel resto delle vostre esistenze, e di conseguenza incrociare quella che il vostro partner condivide con il resto del mondo. NON si può chiudere la possibilità di gestione di questo universo. E’ quel passo che fa andare da relazione BDSM a relazione abusiva. Se stai pensando che non dovevi osare incazzarti con il tuo Dom perchè si stava comportando da coglione, datti della cogliona tu e poi riprendi a dare del coglione a lui! Non siamo in un romanzo harmony, i Dom non sono perfetti, non sono una razza diversa rispetto ai ‘normali maschi’, possono sbagliare, possono dire cazzate, e possono comportarsi da idioti. Dirò di più: possono essere abbastanza incazzati da utilizzare, quantomeno inconsciamente, la loro posizione di potere per ottenere quello che vogliono. Perché è fin troppo facile durante una discussione piegare la comunicazione per far rientrare il dialogo su di un binario sbilanciato in termini di potere. Ma è una violenza inaudita nei confronti della coppia farlo.
Tutti i conflitti risolti con “Oh sì, è lui ad aver ragione perché è lui quello col flogger in mano” non sono stati risolti. Li rivedrete, molto presto, e sarete costrette a rifare nuovamente la scelta del girare la testa dall’altra parte oppure finalmente alzare la voce e dire la vostra. Qual è la differenza tra il BDSM e l’Italia degli anni ’40 dove la moglie abbassa rispettosamente la testa quando c’è in giro il marito? Quand’è che si è tornati a questo?
Non fraintendetemi, sono la prima a divertirmi come un’idiota con i taboo e le situazioni sbilanciate e gli edge play, ma c’è un intero oceano tra lo sguazzarci dentro e il non poterne più uscire. Quando la dinamica di coppia impedisce la risoluzione del conflitto per mezzo di uno scambio paritario e razionale di opinioni, c’è qualcosa che non va. E prima che lo chiediate, la scelta di quale tipo di opinione possa essere mollata in mano al Dom deve avvenire di volta in volta. Non ci si può dimenticare che la vita è imprevedibile, e non potete instaurare una regola che non tenga conto di questo. Anche se avessi la regola che il mio fidanzato debba scegliermi il paio di mutande ogni giorno, accadrà prima o poi che lui non possa farlo, o che lui faccia la scelta sbagliata perché bam, mi è venuto il ciclo e decisamente non posso arrotolare l’assorbente intorno alla striscetta del perizoma. Anche se io cedessi a lui qualsiasi mia opinione, avverrà il momento in cui la scelta da fare sarà decisamente grossa, come un trasferimento a lavoro per una promozione, la morte di un familiare, un problema personale di altra natura, e il Dom NON potrà scegliere per voi senza interpellarvi (se dovesse farlo, considerate decisamente di andare da un terapeuta perché si è entrati a pieno diritto nella relazione abusiva).
Torniamo quindi alla domanda iniziale? Cosa succede se la persona in questione vuole essere limitata nei suoi diritti fondamentali di Uomo? Se è davvero contenta di ricordarsi a metà discorso che il rispetto per se stessi e la propria libertà non sono contemplati nella coppia e che deve ingoiarseli via? Che l’altro abbia più valore, che le sue scelte abbiano più potere, la sua vita più meritevole di essere vissuta, le sue esperienze siano più prioritarie?
Se in tutta coscienza decidete che questa è la vostra strada (e ho i miei forti dubbi che lo sia, o il conflitto non sarebbe nemmeno sorto, se voi non aveste avuto almeno un briciolo di spina dorsale per manifestare il vostro disagio), allora scatta la seconda nota: non dovete danneggiare gli altri. Ma abbiamo già messo in conto come il controllare una scelta lavorativa, familiare, d’amicizia ecc. implichi l’influenza su altre persone, e le variabili siano decisamente troppe per essere calcolate. Quindi no, nel caso in cui voleste dare il pieno controllo all’altra persona fareste bene ad assicurarvi che siate dietro le porte chiuse a chiave della camera da letto, perché altrimenti vostro figlio ci cadrà in mezzo, i vostri genitori ci andranno di mezzo. I vostri colleghi o clienti prima o poi subiranno inconsapevolmente le scelte dettate da uno sbilanciamento di potere regalato e ormai mantenuto senza più conflitti che lo testino. Senza più prove che ne confermino la validità. E un re che non può venire messo in questione è facilmente un despota.
Per concludere, se fra 10 anni mi ritroverò davanti a qualcuno che mi dirà di essersi ingoiato le regole della logica per risolvere un conflitto in forza dell’ammmmore dark, gli tirerò una scarpa in faccia.

Perché gli ho appena sbattuto il telefono in faccia e non mi sento in colpa.

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Ci sono cose che non ti dicono riguardo alle storie d’amore. Cose che scopri man mano che il tempo passa e hai questo tizio accanto che ormai potrebbe benissimo farsi spacciare per la tua ombra, tanto è il tempo che ti è stato addosso. Cose che noti e inizi a vivere solo quando le tue trasmissioni neuronali hanno fisicamente cementato la parola “noi”, modificando permanentemente i tuoi processi cognitivi. Che se vi doveste mai lasciare per te sarebbe come subire una lobotomia.
Ci sono cose che impari solo quando ti rendi conto di essere in una relazione a lungo termine; fuori dai “sogno di invecchiare insieme a te” e dentro ai “sediamoci a tavolino e calcoliamo con che pensione camperemo”; fuori dai “dormire abbracciati a cucchiaio” e dentro ai “io russo e tu mi rubi le coperte, siamo pari”.

Perché vedete, con i film-libri-società-universo impari cosa dovresti aspettarti dalle farfalle nello stomaco, quanto sontuoso dovrebbe essere un matrimonio, che faccia dovresti fare per piangere disperata ed essere comunque attraente, quali posizioni durante il sesso non ti fanno sentire assolutamente niente ma sai che sono esteticamente perfette, ma non ti dicono mai assolutamente niente riguardo ai litigi.

Ho 23 anni e praticamente mi succedeva ieri, ricordo perfettamente quanto spaventosi fossero i litigi durante una nuova relazione. Ed è tremendamente più spaventoso quando si è ragazzi, perché si ha poca-o-zero esperienza riguardo alla comunicazione sana ed efficace e si è invece 100% spinta ormonale. Ti sei incollata a quel ragazzo come un mollusco allo scoglio ed è tutto perfetto e le coccole vengono facili perché vi piacete fisicamente e le cose belle da vedere ti spingono all’adorazione, no? Però poi accade il primo litigio e le porte dell’inferno si aprono: se vi piacete solo fisicamente, dove troverete gli strumenti per sopportare gli attriti caratteriali? Se la relazione sta ancora galoppando l’onda confetti-rosa, il litigio vi farà sprofondare? Come lo convinci che vale la pena tenerti anche se diventi brutta e bitorzoluta quando ti incazzi? Come ti convinci a tenerlo quando ti rendi conto che ha il QI di una trota quando è incazzato?
Ma se tutto va come dovrebbe, inizi ad imparare che i conflitti sono inevitabili e che la cosa importante è risolverli insieme al tuo partner parlando e chiarendoti.

Guardavo gli adulti con storie ventennali alle spalle e studiavo come rendere più efficace la mia comunicazione, definivo le differenze tra metalivelli e connotazioni per riuscire di volta in volta a mettere nella giusta scatola la discussione corrente e poterla risolvere con le giuste regole. Perché non puoi calcolare l’area di un rettangolo con la formula per il cerchio, giusto?
Però arriva qui la postilla che ancora non mi era capitato di sentire, nonostante le decine e decine di post autoreferenziali su internet su come far funzionare benissimo la comunicazione: a volte la discussione va semplicemente troncata. Tutto qui.
Se siete al telefono va bene decidere insieme di interromperla di colpo e chiudere la chiamata. Smetterla di urlare di punto in bianco e stare per i fatti vostri per un tot di ore.
E NON SAREBBE UN FALLIMENTO COMUNICATIVO.
Non è che durante tutto il litigio non vi siete fatti capire. Non è che non avete ascoltato l’altro.

E’ che a volte le discussioni sono una valvola di sfogo per sentimenti repressi, e voi credete di stare discutendo di qualcosa, ma in realtà state soltanto parlando dell’aria. Vi state attaccando a regole metacomunicative di condotta e ad improvvise generalizzazioni di atteggiamenti che avranno sì e no 3 minuti di vita, e tutto perché c’era bisogno di qualcosa per accendere la miccia.
C’è che si può proiettare i propri sentimenti non solo sulle altre persone, ma anche su eteree entità discorsive. Invece che far diventare l’altro il demone, costruite il discorso come se dovesse essere pronto per il diploma dopo che avrete finito.
State comunicando benissimo, con tutte le regole giuste, ma non state comunque parlando di niente. E in questo parlare di niente potreste trovare occasionali appigli per cose che davvero ci sono, e che accidentalmente potrebbero farvi davvero male, o ferire davvero l’altro.
Quindi quando il discorso non sa di niente e l’avete costruito per il puro gusto dello sfogare lo stress, va bene chiuderlo con la stessa facilità con cui è iniziato. Vi potete sentire scossi e disorientati come dopo un’importante epifania emotiva, ma in realtà è solo perché avete soffiato da soli tutto il vento che c’era. Non c’è niente dopo. Vi resta la sensazione di aver forse fatto uno sbaglio irrimediabile, ma probabilmente non è così. I litigi hanno la meravigliosa qualità di stare in piedi solo se si è almeno in due, e la responsabilità si spartisce. A maggior ragione un castello d’aria non può stare in piedi da solo, ci vogliono almeno due persone che ci credano, per farlo esistere.
Perciò non avete fallito, non è una buca della relazione. E’ stress che ha trovato una valvola di sfogo in un punto dove non c’era nessun discorso in sospeso da sfruttare. E credetemi se vi dico che le discussioni fondate sul nulla sono spesso le più violente e creative.

Questo genere di discussione non viene pubblicizzata molto nelle relazioni nate da poco perché genericamente non sei portato a passare così tanto tempo con l’altra persona da non avere modo di sfogare la tua personale frustrazione altrove.
Ma quando vivi e respiri l’altra persona 24/7, tendi a non avere abbastanza spazio o abbastanza tempo per risolvere la cosa da solo, quindi la soluzione più diretta e ovvia diventa quella di lasciarsi andare per stemperarla. Usare l’altra persona come punching bag come se fosse parte di te e stessi facendo da solo. C’è da ricordarsi che l’altra persona è ancora un individuo indipendente, e ci sono limiti a quanto la si possa includere nei propri processi digestivi.

Ho letto centinaia di post su come regolamentare una sana discussione e sul come far sì che non si finisca con una porta in faccia che lascia tutto in sospeso e permette al problema di ripresentarsi.
A questo aggiungo il consiglio di capire onestamente se si sta davvero trattando un qualche problema o se semplicemente avevate voglia di sentire la vostra voce tonante risuonare nella sala. Perché in quest’ultimo caso potrebbe essere più utile cantare a squarciagola o rompere dei piatti in solitaria oppure, se non siete riusciti ad evitare l’inizio di uno scontro, interromperlo prima di appigliarvi a qualcosa di davvero sensibile pur di far male aggratis. O prima di essere feriti voi e portargli davvero rancore. O di confondere questo tipo di conflitto con uno vero e arrabbiarvi sul serio.
Finchè restate onesti con il vostro partner e decidete insieme il da farsi, è più che accettabile anche rinunciare ad un litigio che non avrebbe comunque visto nessuno di voi due uscirne più ricchi.
Potreste scoprire che riuscite ad evitare questo tipo di sfoghi e che la vita quotidiana diventa così più respirabile; che eliminando queste discussioni improvvisamente viene fuori il vero responsabile di quella frustrazione; o che magari questi conflitti risultano convenienti anche al vostro partner e potrete utilizzarli volontariamente come un’ora di ginnastica in palestra.

Magari finisce che stavate inconsciamente cercando il litigio solo perché agognavate una sculacciata.
Come vi pare.

English version avaible HERE and HERE

Cuckquean Factory

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È un periodo di estrema calma dal punto di vista del cuckqueaning (università, salute e in generale la vita si sono coalizzati contro il mio irrefrenabile desiderio di coltivare il mio orto di corna), perciò eccomi di nuovo qua a parlare del più e del meno.
Ci sarebbe un argomento in particolare che mi preme trattare con voi, ed è un tema che ripetutamente si è presentato negli ask che ho ricevuto in questi mesi sul mio blog tumblr, ossia:
è possibile fare una Cuckquean?

Vi chiamate Ubaldo e sono giorni/mesi/anni che andate in alzabandiera ogni volta che pensate allo scopare un’altra mentre la vostra fidanzata Brigitta SA. Il problema è che non solo Brigitta non sa di questa vostra fantasia, ma non avete nemmeno idea se e come questa fantasia potrà mai raggiungere lo stato di realtà. È chiaro quindi che avete bisogno di una guida step-by-step che vi spieghi in poche e semplici mosse come sganciare la bomba del vostro fetish e assicurarvi il consenso della vostra compagna. A questo proposito, ecco un breve videolog che spiega i punti fondamentali da seguire per intavolare il micidiale discorso.
Ora, mettiamo subito in chiaro alcune cose: se siete qui perché siete sinceramente interessati alla dinamica cuckquean e vi servono alcuni consigli da chi ci è già passato, perfetto, sediamoci ad un tavolino e facciamo questo lungo discorso; se siete qui perché ve lo fa diventare duro e potete dire orgogliosi ai vostri amici di birra che vi scopate chi volete perché la vostra tipa si bagna pensandoci, schiacciate la X in alto a destra e baciate per terra ringraziando ogni divinità che conoscete perché avete avuto la fortuna di trovare una che almeno ve la dà. E non sperate in altro.

Vedete, ogni volta che mi arriva la domanda “Come faccio a convincere la mia ragazza ad essere una Cuckquean?” io già storco il naso e penso che questi due non devono essere a) nel BDSM e b) in una relazione particolarmente profonda.
L’opzione a) mi giunge automatica perché presuppongo sempre (nella mia ingenuità e ottimismo tipico della mia stupida e frivola età) che se una coppia sta ingaggiando una dinamica D/s, allora ha tutte le carte in regola per comunicare riguardo ai propri desideri e limiti. Altrimenti come sarebbero arrivati a decidere che va bene prendere un mattarello e ficcarlo dietro alla malcapitata? (usate del lubrificante, vero? La frizione del legno è malvagia) E se la coppia ha già fatto un bel discorso sui limiti e sui propri personali fetish da inserire nella dinamica D/s, allora il passo per introdurre l’ennesimo fetish, anche solo per discuterne, non dovrebbe essere questa grande cosa. Da un Dom che mi chiede riguardo al cuckqueaning mi aspetto piuttosto che si interessi degli errori più comunemente commessi durante le fasi iniziali, del rapporto con la gelosia, del cosa può fungere da trigger per un collasso emotivo in piena regola ecc. Stiamo parlando, come vedete, di un livello molto più articolato del “Ehi, come convinco la mia tipa che se mi scopo un’altra è una figata?”
L’opzione b) è in qualche modo figlia della a), perché senza un soddisfacente grado di comunicazione non c’è profondità nel rapporto, e se il rapporto è superficiale il cuckqueaning vi distruggerà al primo soffio di vento e lascerà cicatrici.

Ogni volta che avverto istintivamente che quello che ho davanti è un arrapato che guarda esclusivamente threesome quando si sega, mi viene una voglia irrefrenabile di farmi passare la sua fidanzata con la scusa dell’aiutarlo e invece convincerla a dargli un calcio nelle palle e ad andarsene.
Chiariamoci: un arrapato che riesce in qualche modo ad attivare il cuckqueaning sta camminando sul filo dell’abuso psicologico. Certo, poi penso che se lei si è lasciata abbindolare in una cosa così complicata quando a malapena riuscivano a fare sesso con la luce accesa, nemmeno lei brilla granché per acume.

Comunque così come amo sempre fare, quando prende un’idea, per me la cosa migliore è iniziare a dissezionarla per capire di cosa diamine è fatta. Così come non ha senso rifiutare le etichette PRIMA di aver capito che cosa significano. Perché altrimenti di che cosa stiamo parlando?
Una volta stavo guardando una puntata di Masterchef Australia e c’era questo chef che usava i cibi in modo tale che come aspetto esteriore sembrassero frutta. Avevi un’arancia perfetta e quando la tagliavi vedevi che era fatta di carne e gelatina colorata. I chicchi d’uva erano in realtà un’altra roba che con l’uva non c’entrava assolutamente niente. Avete capito l’andazzo, vero?
Siete convinti di essere eccitati dal cuckqueaning e invece quello che vi interessa è tutto un altro fetish, e rompete le palle alla vostra fidanzata per mesi e mesi finché in qualche modo non ci finite dentro e poi arriva l’illuminazione divina: “No ‘spetta, ma che cazzo è questa cosa?”

Sappiamo bene quanti ostacoli abbia il cuckqueaning (questo blog ne è una testimonianza); ora immaginatevi di doverci avere a che fare vostro malgrado, perché non è nemmeno cuckqueaning quello che volete fare, e non vi volete certo accollare la merda che non vi riguarda.
Quindi, prima di chiedervi se potete fare una cuckquean, mettetevi davanti allo specchio e chiedetevi: ma io sono un Queanbull?
Vi assicuro che la cuckquean non la trovate/attirate/fate se non lo siete. E ringraziando il cielo, un Queanbull non è tale solo perché scopa con altre avendo una fidanzata, così come uno non è un Dominante solo perché non si fa problemi a dare una sculacciata.

Spaccate il capello in diciotto, tanto per iniziare, e fate un po’ di autoanalisi. Più saranno chiare le vostre intenzioni e più sarà facile per la vostra partner decidere coscienziosamente.

– Non è che quello che vi eccita è una normale threesome? 

Davvero, qui cascano quasi tutti. I ¾ dei blog cuckquean che vedo su tumblr hanno in realtà una semplice componente voyeuristica unita ad una threesome. Non è che se lei invece di partecipare attivamente sta su una sedia allora è cuckqueaning. Così come non è necessariamente threesome se la vostra tipa gliela lecca mentre voi inculate l’altra. Può essere una threesome con la vostra fidanzata così come può essere (almeno potenzialmente) una sessione cuckquean con una che non è ufficialmente la vostra compagna.
Attenti con i confini qui, perché se dal punto di vista delle azioni la scena resta sempre più o meno la stessa, il coinvolgimento psicologico che c’è dietro è completamente diverso e può fare la differenza tra il “Oh sì, proviamolo!” e il “Fottiti, quella è la porta”.

Il cuckqueaning, al contrario della semplice threesome, non parla solo dal punto di vista dell’eccitazione fisica nel coinvolgere una terza alla scena di sesso, ma anche da quello emotivo. Qui si inizia a flirtare con il taboo del tradimento, con la rottura della monogamia in uno sbilanciamento di potere, perché ‘uno solo’ ne gode. La threesome non ti fa chiedere se il tuo Lui non finirà col lasciarti perché avrà trovato di meglio o si sarà innamorato dell’altra. Con la threesome in qualche modo non metti in discussione l’esclusività.

È legittimo che vi piaccia l’idea di una threesome o della vostra compagna che guarda mentre vi sbattete un’altra. Però non è cuckqueaning finché non scuotete ciò che la società (e possibilmente anche voi) chiama la base della coppia, e ne uscite comunque in due.

Non è che quello che vi eccita è il poliamorismo?

Credo sia piuttosto chiaro che il cuckqueaning sia come sparare a salve. Sembra che non ci sia esclusività, ma c’è. Sembra che non ci sia monogamia, ma c’è. Sembra che ci sia tradimento, ma non c’è. Sembra che lui sia innamorato dell’altra, ma non lo è. Sembra che non gli importi niente della cuckquean, ma è l’unica cosa cui pensa. Tenendo la metafora, se metteste una donna ‘normale’ dentro una dinamica cuckquean, la vedreste colare sangue come se l’aveste trivellata davvero; una cuckquean, dopo un po’ di allenamento, non avrebbe nemmeno più i lividi. Ma se metteste una cuckquean dentro una dinamica poli, beh. Lì i proiettili son veri. Nel poli la tua safeword è che tutti sono speciali e al contempo non lo è nessuno. L’ancora di salvezza è che avete tutti la stessa probabilità di annegare.

Nel poli non c’è esclusività emotiva, c’è innamoramento verso ogni partner, e ognuno dei coinvolti deve essere pronto a gestire al meglio la cosiddetta NRE (New Relationship Energy): quella iniziale fase di farfalle nello stomaco che ti fa sbarellare e vedere solo quella persona. Significa che se hai 4 fidanzate, durante la NRE molto probabilmente ti dimenticherai dell’esistenza di 3 e le farai sentire come se fossero meno speciali della nuova [questo è il caso più negativo possibile, ovviamente: un poliamorista decente è in grado di non danneggiare in modo preoccupante le altre relazioni anche se sta cavalcando l’onda rosa di quella nuova]. Una poliamorista in questa situazione potrebbe avere pazienza finché la fase novità non è passata, in modo da riprendere una dinamica più equilibrata, o potrebbe decidere che così non va e cercare semplicemente una relazione più soddisfacente.
Una cuckquean molto probabilmente finirebbe con un trauma psicologico e avrebbe bisogno di un bel po’ di lavoro per ricostruire il suo Io.


Se il taboo del tradimento non ti fa né caldo né freddo, ma l’idea di poterti innamorare di altre ti mette l’anima in pace, allora probabilmente il poliamorismo è quello di cui devi discutere, non cuckqueaning.

Non è che siete recidivi?

Magari il punto non è nemmeno il cuckqueaning in sé, perché vi andrebbe bene la vostra attuale compagna come qualsiasi altra. Il punto è che vi eccita l’idea di andare con altre, punto. Fate parte di quella categoria di uomini che tradiscono per il gusto di farlo. Vi annoiate facilmente, o le vostre storie durano poco, oppure se vanno avanti sufficientemente a lungo non potete fare a meno di far cadere lo sguardo sull’erba del vicino. Scopare chi vi pare è il vostro primo desiderio, il consenso della vostra compagna è solo un comodo permesso per tenervi l’anima in pace; anche in quel caso ci saranno volte in cui non glielo direte, perché anche se il consenso generale ve l’ha dato, il brivido del segreto non ve lo toglie nessuno. Avete probabilmente già tradito altre volte, lo state facendo o siete decisamente aperti all’idea di farlo. La comunicazione con la vostra compagna è assente o asservita agli scopi più comodi del momento (non c’è bisogno che sappia tutto tutto quello che vi passa per la testa). Siete convinti di conoscerla a fondo, di sapere i suoi limiti, cosa è disposta o meno ad accettare. Finite tra le braccia di altre perché sapete già che la vostra compagna proprio non potrebbe capire il vostro estremo bisogno di *inserirefetishrandom* e voi l’amate con tutto il cuore ma non potete rinunciare ad una parte di voi stessi e sapete che lei non è tipa da fare certe cose, così per non ferirla create un piccolo ed innocente spazio personale in cui potete essere davvero liberi.
A chi fa parte di questa categoria auguro numerosi, accidentali, e karmici colpi sui testicoli.

Fino a poco tempo fa, quando il fenomeno cuckqueaning non era ancora totalmente esploso su internet, le uniche testimoni di questo fetish erano vittime di uomini del genere. Tradite nella realtà ma incapaci di interrompere la relazione per un qualsiasi meccanismo di dipendenza (compresa l’eventuale relazione D/s), finivano con il forzarsi ad accettare la situazione, legittimandola colpevolizzandosi oppure creando un riflesso pavloviano di eccitamento. Sono quelle cuckquean che hanno finito col subire più abusi, ad essere vittime di doppi-legami (vedi studi di Bateson), ad aver avuto bisogno di stimoli sempre più forti per coprire lo strappo dell’Io.

 

Il punto del cuckqueaning è che la vostra compagna non SA semplicemente. PARTECIPA. E no, toglietevi la mano dalle mutande perché non sto parlando di partecipazione attiva alla scopata, ma di coinvolgimento nella dinamica. Lei è influente quanto voi. Ha potere di veto (e se non ce l’ha, ha qualche altro meccanismo di safeword altrettanto essenziale), ha diritto a costruire questo fetish in modo tale da trarre anche lei vantaggio, qualsiasi esso sia. Autostima? Competizione? Desiderio di servire? Coccole? Umiliazione? Adrenalina?
Qualsiasi cosa sia, deve avere modo di ottenerla all’interno di un ambiente sano e protetto in cui il massimo che potrà portare a casa come danno saranno lividi (metaforicamente parlando; può anche farsi frustare a sangue dalla ‘cake per quel che riguarda i coinvolti, se piace a tutti).

Il Queanbull vuole il cuckqueaning proprio perché comporta il coinvolgimento totale della sua compagna. Se gli venisse proposto di andare con un’altra senza il consenso della cuckquean ma senza il pericolo di venire scoperto, non ne vedrebbe più il senso. Il punto per lui non è andare con altre, ma fare un’esperienza che coinvolga lui e la compagna come coppia.

[Qui vorrei fare un appunto su tutti quelli che finiscono in dinamiche cuckquean perché vogliono primariamente andare con altre, ma hanno cercato la via legale: non me la sento di condannarvi, ma non siete Queanbull, siete Scopatori Etici – utilizzando l’espressione coniata con The Ethical Slut].

Il Queanbull ha un’attenzione maniacale nel controllare che la sua cuckquean sia soddisfatta ad ogni passo e abbia il giusto supporto in caso stia attraversando un momento difficile.
Non cerca altre storie romantiche, tiene attentamente sott’occhio l’attaccamento emotivo delle ‘cake per far sì che non diventino aggressive nei confronti della sua cuckquean.
È aperto a ridiscussioni riguardo alle regole della dinamica nel momento in cui la sua cuckquean mostri di aver maturato nuove posizioni. Se dopo varie ridiscussioni la sua cuckquean fosse ancora scontenta, è disposto a parlare dell’interruzione temporanea o permanente del fetish.
Il Queanbull ideale non ha bisogno del cuckqueaning, e proprio per questo lo gestisce con estrema lucidità e correttezza.
Può essere un Dom, un Sadico, un Kinkster. In qualsiasi caso è mosso dall’amore verso la sua compagna, e quello resta sempre il motivo ultimo.

Se trovate legittime queste posizioni e vi ritenete in grado di poterle assumere (o già lo fate), allora si può passare alla fase del chiedervi come avvicinare la vostra compagna al fetish.
Ma se siete amanti delle threesome o del poliamorismo, vi consiglio vivamente di farlo ben presente alla vostra partner.

Se avete confermato la vostra identità di Queanbull, allora potete chiedervi se la vostra partner è una Cuckquean.
Già, buongiorno buongiornino: potreste essere così sfigati da non avere tra le braccia una potenziale cuckquean.
Non dico che vi si nasce, e certamente con una sufficiente apertura mentale un po’ tutte possono essere avvicinate a qualsiasi pratica, almeno a livello teorico. Il punto è che ci sarà sempre quella piccola percentuale di persone che semplicemente non sono fatte in quel modo. Potrete provarle tutte, loro potranno essere disposte al 100% a capirvi e a tentare, ma alla fine non funzionerà senza una forzatura violenta, perché non sono Cuckquean. Tutto qui.
Mettete in conto di potervi trovare in questa situazione. Mettete anche in conto di poter essere in quello scomodo angolo in cui dovrete decidere se il gioco vale la candela.
Qualunque sia la posizione della forse-un-giorno-cuckquean, il punto centrale sarà sempre PARLARLE APERTAMENTE. Niente sotterfugi, niente manipolazioni, niente ricatti emotivi, niente indizi. Sedetevi a cena, a pranzo, in mezzo al pomeriggio, quando e dove vi pare, e parlate apertamente. Dei vostri desideri, delle vostre fantasie, di quello che vorreste, di quello che temete, di quanto sarebbe importante per voi ma di quanto non volete mettere in una posizione impossibile lei.
Se il punto 1) è la Comunicazione, il 2) è certamente la RASSICURAZIONE.
Perché? Perché potrete giurarci sopra, se lei non ha mai nemmeno avanzato l’ipotesi nella sua testa, inizierà a farsi domande: perché volete andare con altre? Lei non è più abbastanza? Vi ha annoiato? Non l’amate più? Chi sarebbero queste amanti? Ce ne sono già state? Avete già tipe in mente? Vi piacciono più di lei? Vi state innamorando di altre? E se vi innamoraste di altre? E se la trascuraste completamente? E se non la trascuraste ma l’amante avesse l’idea malsana di essere sul suo stesso piano? Come fa lei a sapere di essere più speciale delle altre? Perché dovrebbe sopportare la gelosia di dividervi con altre? E se le altre si mettessero in testa di rubarvi? E se ci riuscissero? E se qualcuno dovesse venire a saperlo? Lei sarebbe la povera cornuta? Ecc ecc.
Se lei ha la mente abbastanza aperta e il vostro rapporto ha una comunicazione sana, riuscirete ad arrivare a questo punto e lei si sentirà libera di inondarvi con i suoi pronostici assolutamente apocalittici sulla vostra coppia e la sua salute mentale. Avrà ogni sorta di paranoia, e per quanto vi possiate impegnare nel tranquillizzarla (cosa che DOVRETE comunque fare), state sicuri che l’80% delle vostre iniziali azioni confermeranno le sue paure. Questo perché deve lei fare pace con se stessa e con i suoi pregiudizi/paure, e il vostro ruolo sarà quello di essere l’asse su cui lei ruoterà.
Volgarmente voi siete il palo e state chiedendo a lei di essere la pole dancer. Col cazzo che lei si appenderà a voi, se non è sicura del fatto che la reggerete (vi può sembrare divertente, ma non riderete quando la vostra fidanzata/moglie metterà in discussione la vostra integrità nel rapporto).
Il punto 3) è facilmente la NEGOZIAZIONE, dove entrambi mettete le carte in tavola su quello che siete disposti a provare, pianificate un percorso d’azione, e in generale decidete se volete o meno fare questa cosa e in quale grado.

Un breve ma importante appunto sui possibili motivi che possono portare la vostra compagna a mostrarvi il dito medio piuttosto che parlare civilmente di questo gioioso fetish: il suo passato. Tenete conto di quanto la sua educazione, esperienze personali, autostima, voci familiari ecc hanno formato il suo pensiero riguardo a com’è una coppia e cosa lei dovrebbe aspettarsi da una coppia. La sua gelosia potrebbe essere motivata da insicurezze personali che potrebbero essere motivate da traumi infantili; potrebbe essere che tutta la sua vita è stata costruita sul desiderio di ripercorrere i passi dei genitori o di allontanarsene del tutto e questo fetish la mette in una posizione di scacco matto; può essere che ammettendo il cuckqueaning lei dovrebbe mandare al diavolo tutte quelle prove che per tutta la sua vita avevano assicurato che lei fosse all’interno di una relazione sana e al sicuro, e la state costringendo a ribaltare tutto. Ci sono milioni di fattori che potrebbero portarla a dire “No”, così come ce ne sono stati milioni che hanno portato me a dire “Sì”. Non iniziate niente, nemmeno in teoria, finché non conoscete tutti questi fattori. Dovete conoscerla come il palmo della vostra mano, o non sarete in grado di capire quali passi la faranno crollare. Molto probabilmente nemmeno lei se ne renderà conto, e starà a voi riconoscere i segnali di un possibile trigger.

Quando parlavo del considerare se il gioco vale la candela, mi riferivo ai trascorsi della vostra partner, che potrebbero eventualmente essere così radicati ed importanti che l’iniziare questo fetish la potrebbe destabilizzare in maniera devastante e portare conseguenze non solo nella vostra sfera relazionale, ma persino in quella sua lavorativa, sociale ecc.

Vi ricordo che le relazioni intime hanno un ruolo fondamentale nel costituire la ‘tana’, il ‘rifugio’ in cui ricaricarsi e curarsi da tutto l’inferno che è il mondo esterno. Il cuckqueaning gioca sul destabilizzare questo rifugio. Il problema è che se la forse-un-giorno-o-mai-cuckquean non ha i piedi ben saldi e non sa reggere gli scossoni, precipiterà davvero con tutto il nido, anche se non era la vostra intenzione. 
Perciò sì, ho visto casi in cui la cuckquean avrebbe seriamente dovuto non iniziare ad esserlo, perché tutte quelle situazioni irrisolte si sono poi riversate all’interno della dinamica fetish ed improvvisamente i limiti erano tutti sbalzati, non c’era più realtà e finzione, il tradimento era vero e fidatevi quando vi dico che non volete stare vicino ai meccanismi di compensazione di una donna insicura convinta di star venendo abbandonata. E non dovreste starle vicino non perché rompe sinceramente i maroni, quanto perché sareste direttamente responsabili del danno psicologico di una persona che dite di amare.


3400 parole circa dall’inizio dell’articolo e mi sembra di avervi dato un sufficiente quadro di quanto sia impegnativo il ruolo del Queanbull, di quante responsabilità si appoggerebbero sulle vostre spalle e di quanta forza ci vuole per fare da perno ad una dinamica simile. I sadici emotivi e gli amanti del mindfuck sanno piuttosto bene di cosa sto parlando, perché hanno responsabilità molto simili.
I consigli sull’introdurre una donna al cuckqueaning sono sempre gli stessi: parlatele ed ascoltatela, attenti a tenere bene a mente tutte le variabili che potrebbero trasformare la vostra fantasia erotica nel suo inferno personale.
Se alla fine di tutto questo siete ancora sicuri di avere le carte in regola, fatemi le vostre domande, andate dritti al sodo con le vostre belle, fate quello che più vi piace.
Ma se siete tra quelli che si sono sentiti in piena indigestione leggendo questo articolo, fate un favore a me, a voi stessi e a quelle che vi portate a letto (amanti nascoste o ufficiali che siano): tornate a segarvi su youporn, che fare una cuckquean non è lavoro per voi.
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P.s. Avrei dovuto mettere Cuckquean con la C maiuscola ovunque, ma sinceramente, troppa sbatta formattare 6 pagine di testo. Quindi beccatevelo così com’è.
P.p.s. Vi ricordo che ciò che è scritto in rosso brillante è un link. Non fate sì che il mio impegno nel metterli sia stato invano. Cliccate, su.
P.p.p.s Darò un cioccolatino a tutti quelli che arriveranno fino a fine articolo. Complimenti. 

Il Rant

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In questi mesi mi si è rivoluzionato il mondo, e per alcune cose dovrò scrivere post a parte per essere sufficientemente esaustiva. Al solito impedimento degli impegni universitari, adesso si aggiunge il problema della mancanza di internet nel mio nuovo appartamento; finchè Fastweb non si deciderà, ahimè sarò costretta a farmi viva in modo estremamente saltuario. A parte questo, ci sono alcuni argomenti/pensieri che stanno iniziando a toccarmi da vicino e penso che li annoterò qui, come futuri memo per i post discorsivi intracuckqueaning che sempre mi capita di dover scrivere.
Annuncio già da adesso che il tono sarà sul polemico andante. Non vogliatemene, è per amore retorico.

1) I BabyDom.
Ossia i Dom al di sotto dei 24 anni, generalmente.
Ditemi qual è il vostro problema (“vostro” inteso in senso lato). Le ragazze sub dai 18 anni in su vengono sommerse da messaggi di Dom di ogni età; non importa quanto masochista, quanto sottomessa, quanto inesperta o esperta dica di essere, è la benvenuta. Non parliamo poi delle ragazze Femme dai 18 anni in su; hanno un seguito persino maggiore. Finchè le vuoi prendere o le vuoi dare ma sei una donna, tutto fila liscio come l’olio. Se sei un maschio sub dai 18 anni in su puoi trovarti con discreta facilità una Femme dai 18 anni in su o un Dom (bisex o gay o con un particolare gusto per la dominazione maschile) di qualunque età.
Ma non se sei un Dom dai 18 anni in su. Lì no. I Dom nascono già che hanno 26 anni. I Dom iniziano la loro carriera a 26 anni, ma hanno già la fama automatica di uno che è nell’ambiente da 8. Ma se sei proprio in quella fascia d’età, beh, puzzi di latte. Sei immaturo, inaffidabile, scostante, capriccioso, presuntuoso, pretenzioso, irresponsabile.
La maggior parte dei bdsmers iniziano a fare esperimenti con questo lato del sesso già da giovanissimi: 14-15 anni. Alcuni (come me) vengono attratti da queste dinamiche sin da piccoli, in piena infanzia. Ma se un “babydom” dice di aver iniziato a far pratica di bdsm a 14 anni, allora no. E’ un fake. A 14 anni a malapena si sa dove infilarlo il pene, figuriamoci fare del bdsm.
Beh, mi dispiace per chiunque abbia pregiudizi totalmente gratuiti e random sui Dom under25, ma esistono, e capita non raramente che siano meglio di molti Dom over30.
Sappiamo benissimo che con la società odierna molti uomini arrivano a 40 anni che sono ancora attaccati alla gonnella della madre, o uomini che a 30 anni sono a malapena capaci di gestirsi da soli. Dove sta scritto che un 24enne non può essere un ottimo Dom?
Da quando il bdsm si fa con l’età? Da quando nel sesso ci sono esperienze che assolutamente non puoi aver provato a quell’età machecosastaidicendo?
Posso capire alcune pratiche specifiche come il bondage sospeso, il cutting, tutte quelle pratiche rischiose che richiedono effettivamente anni ed anni di pratica e conoscenza medica (cosa che spesso non hanno comunque, nemmeno a 50 anni), ma in generale il bdsm non dovrebbe avere a che fare con il comunicare col partner? Essere in grado di mostrare in modo trasparente cosa si desidera e cosa si è disposti ad offrire per il piacere dell’altro? Perchè uno di 23 anni dovrebbe essere più sordo di uno di 34 ai bisogni di una sub? Che storia è?! O ha la sensibilità e la decenza di ascoltarla, o non ce l’ha! Fine. Indipendentemente dall’età.
Non ho la più pallida idea da dove salti fuori questo pregiudizio, ma mi lascia seriamente attonita.

2) “Questo è sbagliato”
Questa mi diverte sempre. Siamo nel bdsm&fetish, notoriamente una minoranza non benvista dalla società. La maggior parte di noi cresce sentendo fino alla nausea ritornelli di “sei malato” “questo è sbagliato” “ma come puoi anche solo pensare una cosa simile” “dovresti farti curare” ecc, eppure all’interno della community capita spessissimo di giudicare i reciproci fetish con lo stesso tipo di giudizio che la società applica nel discriminare i bdsmers. Così ti ritrovi in queste situazioni paradossali dove uno che si eccita leccando i pavimenti dà del depravato mentale a quello che si eccita succhiando le maniglie delle porte. Io questa non la capisco. Che senso ha sfogare il rifiuto che si riceve dalla società all’interno della minoranza, dove si dovrebbe ben sapere cosa significhi venire rifiutato per un gusto sessuale?
Ci sono cose che non ti piace vedere o pensare? Bene, non pensarle e non guardarle! E’ come vedere un omosessuale razzista…
Che diamine avete di sbagliato VOI?!

3) La solidarietà femminile.
E’ una bufala. E’ una cosa inventata da non so chi, ma chiunque sia stato merita di aver fatto qualunque fine abbia fatto.
Parlo conscia di quei pochi, pochissimi casi vissuti nella mia esistenza che sono stati la classica eccezione che conferma la regola: miracolose isole di salvataggio in cui trovavo davvero delle amiche e pensavo di redimere l’umanità.
Per il resto, siamo iene e ce ne freghiamo altamente le une delle altre. Passiamo dall’ignorarci in toto al fare finta di sopportarci (quando gli obiettivi d’interesse sono diversi) all’odio manifesto (quando gli obiettivi d’interesse convergono).
Un amico oggi mi diceva che pensava fosse più facile per una donna trovare una partner sessuale per la coppia, dato che tra donne ci si trova generalmente meglio a parlare ecc.
No.
Ho visto casi di amicizia femminile sincera. Ne ho assaggiati alcuni, per limitati periodi di tempo. Ma accettiamo il fatto che le donne sono competitive quanto o più degli uomini, e sono disposte a giocare sporco sin dal primo round.

4) Il Dom nullafacente.
Questa è grave, ed è tanto più grave quanto più spesso la trovo in giro. E’ questa tendenza a ritenere che il vero Dom sia servito, riverito, obbedito, adorato, amato, divinizzato e…..basta. La sub non deve fare altro che imparare a leggere ogni bisogno del suo Dom e…basta.
Basta cosa?! Da quando il Dom si è trasformato nello stereotipo del marito 50enne che sta spaparanzato sul divano a farsi portare la birra dalla moglie (non gliel’ha chiesta, ovviamente, lei ha inteso da sola che lui la volesse)?
Cos’è che il Dom dà alla sub, a parte ordini diretti e indiretti? Dopo averla trasformata nel perfetto robottino che lo serve e riverisce, lui cosa fa? Si gode il modello finchè non è fuori moda?
Ognuno è libero di vederla come vuole, e se la sub ha come unico ed esclusivo bisogno quello di soddisfare Lui, allora va bene. Ma i bisogni di lei DEVONO essere presi in considerazione. Il Dom DEVE prenderli in considerazione. Troppo facile dire “voglio una sub che abbia come unico scopo di vita quello di servirmi”. Vorrei un pò di sana presa di responsabilità da parte del Dom, grazie. Vorrei che interagisse con me ad un livello un pò più profondo e si impegnasse con me, sudasse sangue insieme a me per far sì che entrambi possiamo dire di essere soddisfatti l’uno dell’altra.
Nemmeno Dio è rimasto sempre là in poltrona a fare niente a parte farsi adorare (sia quello religioso che quello filosofico), perciò togliamo questo velo divino al Dom. Non sei Dio, sei una persona come le altre e se vuoi entrare in una relazione D/s dovrai farti il culo per la partner che hai scelto e che ha scelto di stare con te, esattamente come lei se lo farà per te.

5) “E’ solo un gioco”
Questo punto è strettamente legato al 2).
Se ti piace pensare il bdsm come un gioco tra te e il tuo partner o chi ti pare e piace, da fare e poi mettere da parte mentre vivi la tua vita: accomodati. E’ perfetto così.
Non pensare però che sia così per tutti.
Ci sono moltissime persone per le quali il bdsm non è soltanto un gioco, ma un vero e proprio stile di vita. Influenza le amicizie che fanno, il modo in cui interagiscono, il modo in cui vedono l’umanità, la loro sensibilità sociale, la loro fottuta routine quotidiana. Alcuni non possono eccitarsi in altro modo. Alcuni hanno avuto dei seri problemi e questo è l’unico modo che hanno per sublimare il trauma. Alcuni sono semplicemente fatti così da che lo ricordano.
Evitiamo perciò i perbenismi, ognuno la vive come vuole.
E il fatto che qualcuno faccia il/la sub 24/7 non significa che non possa romperti l’osso del naso se non la smetti di dirgli come dovrebbe vivere la sua vita.

6) “Non mi avrebbe accettato, così le ho mentito per 47 anni”
Questo è un argomento delicato. Delicatissimo. Che richiede l’analisi di un sacco di variabili e permette una marea di giustificazioni. E il mondo non è mai tanto brutto quanto sembra davvero.
Ma ho il preciclo, non mi funziona bene il filtro sociale/buonsenso e andrò per estremismi: via tutte quelle balle. Che sia o meno bdsm, non si può pensare di poter costruire un rapporto sulla menzogna. In amore ci dovrebbe essere fiducia. Dov’è qui la fiducia? Nel partner e in se stessi? Nella coppia?
Questa è un’altra di quelle cose che non capisco e non capirò mai. E lo dico dopo aver passato anni io stessa a sparare balle a ritmo patologico: per proteggermi, per nascondermi, per insicurezza, per sfiducia ecc. Ma quando ho smesso mi sono resa conto di cosa non avevo fatto per tutto quel tempo, nonostante le mie credenze: non avevo amato. Non avevo amato davvero. Non mi ero lasciata andare, non mi ero fidata, non avevo permesso alla persona che amavo di dimostrarsi degna della mia sincerità e starmi vicino come desiderava. Come mi aveva dato fiducia che gli avrei lasciato fare. E non l’avevo fatto.
Nel bdsm si raggiungono situazioni epocali. Menzogne che si protraggono da così tanto tempo che si farebbe prima a cambiare identità. Gente che inizia ad avere dubbi su quale sia la personalità vera, se è vero che gli piace leccare le gambe delle sedie o se è vero che ha una moglie e tre figli.
Non ci sono mezze misure o isolette di salvataggio qui. Purtroppo è bianco o nero quando si arriva al nocciolo della questione: o c’è fiducia o non c’è. Se menti, non c’è. Che tipo di amore sia quello che ne viene fuori, beh, non sta a me calcolarlo. Ma stiamo parlando di pratiche bdsm che per il benessere psicofisico dei coinvolti richiede una TOTALE sincerità. Se menti non stai mettendo a rischio solo te stesso, ma anche il tuo partner. E non lo ritengo giusto.
Un esamino di coscienza, please.

Oh wow, mi sento meglio.
Fine del rant.
Non odiatemi.

Angolo Indicizzazioni del Giorno

come curare bdsm  -> attento che non è giornata eh.
storie cuckold io lei il negro  -> negro è un termine razzista, johnny. questo è il tipo d’uomo che chiama la moglie “vacca troia” perchè fa la Sweet dopo 9 anni che lui le scassava le palle per andare con un altro. che brava gente.
blog dove trovo video di mogli che fanno le corna porno  -> ormai i siti porno ne sono pieni, basta che cerchi nelle categorie.
la patologia cuckold  -> ripeto, non è giornata.
cuckquean move  -> una mossa tipo i pokemon?
rimasta gravida dopo 9 mesi partorisce marito cornuto e cuck  -> lei partorisce suo marito? paradosso temporale? cosa?

Cinquanta Sfumature stoc***o

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Non pensavo di dover arrivare a dire la mia, anche perchè è tendenzialmente fuori dal campo di interesse di questo blog; ma considerando il polverone che sta sollevando, e la sempre maggiore generalità di questo sito (non mi si voglia ammale, mi piacerebbe parlarvi di un pò di tutto, anche di quanto mi piace farmi sculacciare <3), direi che è venuto il momento di farlo. E di farlo per bene.

N.B. Svelerò numerosissimi tratti della trama. Se state morendo dalla voglia di leggerlo, sappiate che questo post vi rovinerà molte sorprese, e tenterò disperatamente di convincervi a non comprarlo per non incoraggiare la follia di quella donna. Ma se proprio volete, leggetelo e poi tornate qua.

Titoli originali: 50 Shades of Gray, 50 Shades Darker, 50 Shades Freed (con variante Fifty per la versione stampata. Ma su internet usano tutti il 50)
Titoli italiani: 50 Sfumature di grigio, 50 Sfumature di Nero, 50 Sfumature di Rosso
Autrice: E.L. James
Pubblicato: Giugno 2011 e-gli-altri-non-lo-so-e-non-mi-va-di-cercarle-le-date
Trama: Anastasia Steele è una 22enne appena uscita dall’università che si ritrova catapultata nella vita del miliardario e affascinantissimo Christian Gray, uomo dalle mille risorse che lei si ritrova ad intervistare per il giornale universitario al posto della sua coinquilina e migliore amica Katherine. Tra Christian ed Ana scatta subito la scintilla, ma Ana ben presto scopre che Christian nasconde 50 sfumature di tenebra dentro di sè: ha una vena sadica che lo porta ad attirare giovani brune, sottometterle sessualmente e godere del loro dolore nella sua Stanza dei Giochi (battezzata da Ana “Stanza Rossa delle Torture”). Ana si ritroverà innamorata di quest’uomo introverso e difficile, ma riuscirà nonostante tutto a scalfire la sua corazza e raggiungere il suo cuore? Christian si lascerà andare a lei e riuscirà a trovare il suo raggio di luce? Riusciranno i nostri eroi a superare tutte le numerose difficoltà e trionfare? Vincerà l’amore o il sadismo? Vincerà la luce o la tenebra? Bla bla bla.

Ora, com’è successo che io mi sia trovata con questi tre…chiamiamoli libri, in mano? Non me li sono trovati proprio in mano, sto infatti maturando l’idea che certe cagate (scusate il francesismo) non meritino lo spreco di carta, e vadano bene per il mercato ebook. E’ lì che l’ho trovato, del resto è da lì che è nato e ha iniziato a mietere vittime.
Volevo proprio sapere come sarebbe stato leggere un harmony a tematica BDSM.
Come si suol dire, la curiosità uccise il gatto. Sì, alla fine ci sono davvero morta.
Non saprei da dove iniziare, perciò mi lancio in uno stream of consciousness e quel che sarà sarà.

– Leggo i titoli e sono un pò in ansia: l’autrice ha chiaramente fatto un gioco di parole tra “Sfumature di Grigio” con riferimento a tutto il discorso delle ombre e delle luci del personaggio di Christian, e il suo cognome, che guarda un pò è proprio Gray. Come lo rendi in italiano? “Cosa? Di che stai parlando? Io chi sono e perchè sono qui? Guarda che bel colore il mio smalto!” risponde la traduttrice.
Ma c’è di meglio: da 50 shades darker a 50 sfumature di nero? Mah. Da 50 Shades freed a 50 SFUMATURE DI ROSSO??? Certo. Come no.

– Inizia il libro e sono ancora di più in ansia: lei è la classica protagonista un pò goffa un pò innocente un pò che non sa di niente, fatta apposta per permettere a milioni di donne che non hanno altro da fare se non leggere harmony di dubbia provenienza di immedesimarsi in lei. Ci sono milioni di Anastasia Steele nel mondo, il solo pensiero mi fa gelare il sangue. C’è un pizzico di ironia tipicamente femminile: tutte le dipendenti di Christian Gray sono bionde e bellissime, tutte uguali insomma. Mah. C’è l’aspettativa per incontrare questo dio ricchissimo. C’è lei che inciampa appena varca la soglia del suo ufficio (classico espediente di trama; andiamo James, non sai fare di meglio?!) e lui le porge la mano per aiutarla ad alzarsi, offrendoci la possibilità di leggere i pensieri di Ana man mano che fa scorrere lo sguardo dai suoi piedi fino a….

– Lui è un dio greco, un arcangelo sceso sulla Terra. E’ così bello da lasciare imbambolati; è un’arma; gli Stati potrebbero farsi guerra per lui; è il nuovo ElenO di Troia. E’ ovviamente estremamente sicuro di sè, estremamente ricco, estremamente annoiato dalla vita, ha tutto quello che vuole e che non vuole, e indovinate un pò? Anastasia è proprio quella giusta per lui, così diversa da tutto ciò che lui ha sempre vissuto! Wow! Così romantico e mai sentito!
Comunque, qui lui non mostra grandissimo interesse a parte uno strano gusto nello stuzzicarla e starle un pò troppo addosso per un estraneo, ma lo giustifichi pensando che è un narcisista del cazzo e gli piace confermare che l’ennesima tizia sbavi per lui. Però leggendo tutti i libri noi sappiamo che qui avviene la magia. Qui lui è già stregato da lei. Che cazzo ha lei per giustificare il suo innamoramento? Assolutamente nulla, per l’appunto.
Ana chiederà ad una certa, in preda alle paranoie preciclo, che cosa lui ci trovi in lei. Ecco, ce lo stiamo chiedendo un pò tutti.

– Scopriamo già che Christian è bravissimo a fare lo stalker e a costringerla ad incontrarlo ancora. Lui ormai la vuole, è chiaro, e lei vuole lui. Ma lui continua a metterla in guardia…
Qui, per chi sa di cosa parlo, mi è suonato il campanello Twilight: Edward comincia a rompere le palle a Bella sin dall’inizio, mentre lei pensa solo “Oh che bel ragazzo” piuttosto di “oddio devo farlo innamorare di me”; le sta addosso SEMPRE, e contemporaneamente la spinge via dicendole che lui è pericoloso…lui non è giusto per lei…lui le farà del male…
Ora che ci penso Bella e Ana sono IDENTICHE.
Mio Dio.

– Lui la invita a casa propria e patatrack, le rivela il problema: lui ha una stanza dei giochi (che lei chiama “stanza rossa delle torture”) piena di attrezzi BDSM. Lui è un sadico, è un…

– Qui la nostra traduttrice inizia a darci delle gioie. Lui è un DOMINATORE. Tipo l’ultimo dominatore dell’aria.
Il sesso vanilla diventa il SESSO ALLA VANIGLIA.
I congiuntivi smettono di esistere, i tempi verbali non vanno più coniugati tra loro in una consequenzialità temporale e logica decente. “Ho fatto la permanente, come sto?” risponde la traduttrice.

– L’autrice non è da meno, e inizia con la nutrita lista di pregiudizi, luoghi comuni, stereotipi e cagate random sul BDSM. Tipo che i Dom sono dei traumatizzati dalla vita (ovviamente Christian è stato abusato da bambino per colpa di un pappone violento e di una madre prostituta e drogata che passa 4 giorni con lui da morta nell’appartamento; poi durante l’adolescenza verrà iniziato al BDSM da un’amica di sua madre ultratrentenne, come sottomesso; infine lui inizierà a sottomettere le brune perchè gli ricordano sua madre e lui proverà piacere nel maltrattarle per risolvere il suo complesso edipico; svilupperà anche un chiaro problema a farsi toccare, e sottomettere le altre gli permetterà di tenerle a distanza dalle zone off limits); che le Mistress sono delle pedofile che hanno bisogno di sentirsi speciali e di dimostrare qualcosa; che i sadici e i Dom in genere se provano piacere nell’infliggere dolore non sono in grado di amare; che il BDSM è una distorta terapia conseguente ad un trauma, che non ha niente a che vedere con l’amore; che i bad boy si innamorano improvvisamente e follemente di giovani donne anonime ed inutili e si trasformano in meravigliosi principi azzurri.

– Questo merita un altro paragrafino. Lui vuole che lei sia sua sottomessa, e poi le mette sotto mano un contratto….No aspetta. Una sottomessa, un contratto? Chiarire i limiti assoluti e relativi (tentativo apprezzato, per quel che vale, ma tanto a quella deficiente di Ana è entrato tutto da un orecchio e uscito dall’altro) le belle balle, quello era un contratto di slavery. Pressappochismo a gogo.

– Lui prova a comunicare con lei, bisogna ammetterlo. Ma lei è troppo decerebrata, e per tutti i tre libri continuerà a pensarne 1000 (tutte sbagliate) e a non dirgliene nessuna, salvo poi stupirsi che lui non le legga davvero nel pensiero, piangere e lamentarsi come una bambina, fare casini, interpretare in modo totalmente arbitrario quello che lui fa, lamentarsi ancora, e poi che succede? Lui si sente una merda, si scusa e cambia atteggiamento per venirle incontro, fino al prossimo sbotto di lei.

– Lui ama fare le regole per poi non rispettarle. Qui si nota quanto l’autrice abbia messo una personalità da vagina su Christian. Lui è uno scostante, uno senza palle, non riesce a mantenere una decisione che sia una, Ana lo tiene per le palle con la semplice minaccia “Ma così mi fai bua”, tutti i lati più forti del carattere di Chris sono semplicemente capricci e paranoie che solo una donna potrebbe pensare e credere davvero che un uomo metterebbe in atto. Lui ama che lei gli mandi a fanculo ogni singolo progetto che lui tenta per il rapporto BDSM che lei stessa ha accettato di provare. Più lei scazza tutto, più lui si innamora di lei. Che diavolo ha nel cervello l’autrice?

– Le scene BDSM sono ridicole in generale. Alcuni particolari carini li hanno, nulla da ridire. Ma lui non fa altro che servirla e riverirla per tutto il tempo, con una serie infinita di “mi prende il mento tra le dita per tenermi immobile” “sento la sua erezione contro di me” “oddio il dio greco mi vuole” “lo voglio. qui. ora.” “mi frammento in milioni di pezzettini intorno a lui mentre raggiungo le vette del piacere, una montagna che si alza verso il cielo, per poi ricadere su una superficie che volteggia”. L’unica volta in cui pare che le cose si facciano più serie è alla fine del primo libro, quando lei gli chiede di mostrarle quanto pesante può diventare il gioco, quanto davvero lui può arrivare a farle male. 6 colpi con una frusta di pelle dopo, lei si brucia il cervello, lo chiama “bastardo squilibrato” (citazione letterale), gli dice che deve farsi curare e scappa via per poi mollarlo. Aspetta, riflettiamoci un attimo…6 frustate. SEI. Con l’attezione a non entrare nel blood play, perchè è tra i suoi limiti assoluti, attenzione. SEI frustate e tu vai in paranoia??? SEI frustate è il massimo cui lui può arrivare??? ODDIO.

– Ce ne sarà un’altra che ci darà una gioia. Lei ha fatto l’ennesima stronzata e questa volta lui è così incazzato che la trascina nella stanza dei giochi, deciso a punirla. Uno spera in un attimo di redenzione. Ahahahahah no. Lei grida la safeword (ok, diamo a Cesare quel che è di Cesare: almeno si è ricordata di averla). E per cosa? Lui la stava tenendo sull’orlo dell’orgasmo, senza alcuna intenzione di farla venire. Eh già. Una punizione ORRIBILE. Ho sentito di donne che hanno sviluppato stress post-traumatico dopo l’esperienza. Lui è proprio un badass.

– Nel secondo libro Christian è una…no, non posso dire “donna” perchè ci pensa già Ana ad insultare la categoria, non buttiamo benzina sul fuoco. Lui è nel panico perchè lei l’ha mollato, così decide di dire addio a tutto il BDSM, e darle tutto l’amore vanilla di cui lei ha bisogno. Lei grida vittoria, inizia una serie inquietante di pensieri durante il sesso tipo “amo il potere che ho su di lui” “questo è il potere che ho su di lui” per non dimenticare il di lui meraviglioso “E’ la sottomessa che ha tutto il potere, non il DOMINATORE”. Ahahahahah no.

Lui ha il terrore di farle del male, e va nel panico quando le restano dei leggeri segni per delle manette. Lui si convince giusto a sculacciarla un poco. All’ennesima volta in cui lei lo esaspera, lui va in paranoia, SI METTE IN GINOCCHIO PER TERRA E ASPETTA CHE LEI GLI DIA DEGLI ORDINI. Lei pensa “oddio, è tornato il Christian Sottomesso”. Risolve la digressione psicologica di Christian mettendosi anche lei in ginocchio, pensando “Ecco, adesso siamo finalmente in una posizione da pari”. Ahahahahahahahahah novogliomorire.

– Arriva il momento gelosia con Mrs Robinson (la pedofila che l’ha sverginato e reso sottomesso), con Leila (la ex sottomessa di lui che va in giro con una pistola ad inseguirli per tutto il libro) e le paranoie di Ana. Con Leila c’è tutta questa aspettativa ma poi si conclude il tutto con lei che appena lui le mima una qualche parola con le labbra, si butta in ginocchio, lascia la pistola (che non stava comunque puntando su Ana, purtroppo) e Ana è costretta ad andarsene mentre Christian e Lei vivono questo intimo momento D/s. Quite nice per una cuckquean, lo ammetto. Ma è stato l’unico momento di respiro in mezzo ad un’unica grande solfa dolciosa ed insopportabile.

– Il terzo libro è un’accozzaglia di eventi. Improvvisamente tutti tentano di dividerli. Ritorna Leila, si accanisce Mrs Robinson, il padre ha un incidente d’auto, l’elicottero di Christian va a fuoco, il capo di Ana prova a rapirla e stuprarla, lei rimane incinta, Christian va fuori dalla grazia di Dio, scappa da Robinson per poi troncare i rapporti con lei e bla bla.
Si conclude con scena bucolica di Ana in attesa del secondo figlio, Christian il marito perfetto, e la loro vita kinky accesa quel che basta.

E ne stanno facendo anche un film.
No sul serio, che cosa succederà adesso? Un’ondata di bImBiMiNkIa come per Twilight, solo che stavolta inonderanno Fetlife? Vi prego no.

Non ho la forza di commentare oltre, spero che il riassunto dei libri basti e avanzi per chiarire il mio pensiero a riguardo. Chiudo però con qualche notizia sull’autrice.
– Ha iniziato come scrittrice di Fanfiction di Twilight, col nick “Snowqueens Icedragon”.
– Ha già chiarito che Twilight l’ha ispirata per la creazione del libro.
– Dice che il tutto è venuto fuori dopo un periodo di crisi di mezz’età.
– Il libro sono tutte le sue fantasie rese vere.

Portatemi la sua testa.

CSI e il colpo di scena

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E rieccomi a casa…il luogo del delitto.
Rientrarci ha fatto un pò CSI, con tutti gli sguardi furtivi ad ogni angolo, l’attenzione maniacale verso i dettagli, il ricostruire gli ultimi istanti della casa prima del mio arrivo.
In cucina c’erano i bicchieri che avevano usato, le pantofole che lui le aveva comprato; la stanza da letto aveva il lenzuolo che avevo lasciato su per loro sfilato dal materasso e raggomitolato in un angolo (accortezza di Lui per non mostrarmi il letto esattamente come l’avevano abbandonato); in salotto i cuscini del divano erano riversi su una sola metà, indicando lo spazio intimo in cui avevano scelto di starsi addosso; il profumo che Lui aveva usato per cercare di coprire l’odore di Ermenpippa aveva ancora il tappo mezzo aperto.
Sorvolando sul fatto che ho afferrato il profumo e Lui ha fatto giusto in tempo a dirottarmi fuori di casa davanti al canale che l’ho lanciato via stirandomi un braccio (dovevo spingere con la spalla, non con il polso!), i primi momenti in casa sono stati traumatici. Ho riaperto le finestre per far cambiare aria, ma cercavo disperatamente qualcosa che provasse che quel posto fosse MIO. Ho iniziato a sentirmi meglio solo una volta seduta sulla mia poltrona/letto con una tazza di tè in mano e i miei yaoi da leggere, nonchè dopo aver ritrovato un pezzo di carta che avevo appallottolato e messo nella cesta delle caramelle prima di partire, quando stavo ancora riordinando casa (avevo già chiuso la spazzatura e non sapevo più dove metterlo…); il rivederlo lì mi ha dato una dimensione di quanto in realtà quella casa mi appartenesse. Che per quante cose accadano al suo interno senza che io possa assistervi di persona, la casa resta mia, resta qualcosa che ho contribuito con le mie mani a creare, e che non mi potrà mai essere estranea.

Sembra tutto bene quel che finisce bene, ma ho comunque passato un paio di giorni in totale depressione. No, non era nemmeno depressione, era totale mancanza di fiducia in me stessa. Inconsolabile e afflitta, occasionalmente eccitata da morire (e il sesso era l’unico momento in cui il CQ funzionava a dovere), ma pur sempre affranta.

Poi ieri c’è stata un pò una svolta.
Abbiamo (io e Lui) sentito al telefono il mio carissimo compagno di attese interminabili Felix Quinn, gli abbiamo raccontato per bene com’è andata e abbiamo avuto modo di scherzarci sopra, così come di toccare punti che magari non mi era venuto in mente di considerare. Dopo la chiamata avevo riconfermato che temevo di essere lasciata da parte perchè data un pò per scontata, che avevo il terrore che a Lui piacesse al punto da desiderare di tornare più tardi da me. Insomma, insicurezze-insicurezze-insicurezze.
Lui poi si appisola e io vado a ripescare il primissimo testo scritto che raccoglieva in maniera organica i miei pensieri sul CQ. La mia dichiarazione d’intenti, di più di un anno e mezzo fa, ancora prima di parlarne con lui in quel pomeriggio sul treno. Quello che ho letto mi ha scioccata totalmente, perchè avevo dimenticato quella che avevo detto essere la molla iniziale. Certo, ci sono tutte le cose che poi ho raccontato qui ecc, ma quelle erano già totalmente immerse nella paura creata dalla realtà dei fatti, dall’unione di paranoie-gelosie e chissà che altro. Lì invece avevo davanti un CQ puro, così come la mia mente l’aveva partorito. Ero così immersa dentro alle paranoie complottiste da donna tradita, che non mi riusciva più di metacomunicare a sufficienza: sì lo facevo, ma non abbastanza da astrarmi quel tanto che serviva per uscirne fuori e vedere obiettivamente la cosa. CONTROLLARE obiettivamente la cosa.
Che mi serva nei momenti in cui perdo di nuovo la strada:

Febbraio 2011
“[…] Ho la chiara sensazione di amarlo ogni giorno che passa sempre di più, e insieme con la serenità è arrivato nuovamente il mio desiderio di dargli di più.
Vorrei permettergli di stare con altre donne, che siano esse per lunghi periodi o solo per qualche mese non importa.
Per me non ha alcuna importanza l’idea che lei si fa di me, se provasse a stuzzicarmi o ad umiliarmi le risponderei per le rime, perchè non è l’umiliazione ciò che mi eccita.
E’ la competizione, il dimostrare il mio valore: vincere 10, 100, 1000 volte vedendolo tornare sempre da me.
Non è importante nemmeno conoscerle, nè essere presente agli incontri.
Conosco il mio valore e amo vederlo confermato, ecco perchè voglio che lui abbia delle amanti, per competere.
Se una di queste dovesse davvero tentare di separarci, allora tirerei fuori le unghie.
Dovesse Lui davvero lasciarmi penserei che era una sua scelta e mi augurerei per lui di sapere cosa starebbe perdendo.
Quello che mi interessa è far sì che ogni volta scelga nuovamente me.
Mi concentro su lui che torna più che su lui che va.
E se dovesse esserci qualche ragazza particolarmente stoica, potrò semplicemente combattere.
SO di non poter perdere. […] “

Questo era il CQ che avevo immaginato, e quello che invece sto vivendo, per quanto ricalchi in molti aspetti quella strada, in realtà se ne discosta totalmente su altri che riguardano il mio atteggiamento. Non concepivo lì l’umiliazione e il sesso, che poi successivamente sono stati introdotti perchè altrimenti più che un gioco di coppia era un “Sì ok, vai a fare un pò quel che ti pare”. Sono state fatte aggiunte e formalizzazioni che in realtà mi hanno messa in una posizione molto più sicura di quella che avevo immaginato all’inizio, eppure sin dal momento stesso in cui si è passati dalla teoria alle fantasie, già sentivo la mia insicurezza galoppare, e con essa una lista interminabile di richieste paradossali che non ci hanno dato un attimo di pace.

Qualsiasi cosa Lui faccia, e con chi, perchè dovrebbe negare ME?
Insicurezze perchè credo di non essere niente senza di Lui, così ogni volta che gioco con il CQ mi scatta la paura di essere abbandonata e morire.
Avevo detto che se mi fosse davvero successo di essere mollata, sarei andata avanti sperando si rendesse conto di cosa stava perdendo.
Che nel caso avesse voluto invece restare con me ma munito di amante, ciò non avrebbe avuto alcuna rilevanza diretta su di me perchè io sarei sempre stata io, in qualsiasi caso.
Che avere un’amante era solo una cosa in più che ero pronta a donargli, una libertà in più da restituirgli con un sorriso, consapevole persino di poter riguadagnare quelle preziose ore in solitaria per coltivare quelle passioni che sin dalla fine del liceo mi ero lamentata di non aver più potuto seguire.

Davvero, qual era il mio problema?

Considerate conclusi i monologhi da 15enne in crisi ormonale.

P.s. 50simo post!!! Wohoooo!
P.p.s. Per la gioia del Noioso Impiegato, il gigantesco abominio è scomparso. Grazie per il Proof Reading.

Angolo indicizzazioni del giorno:

que es un cuckquean

veritàcuckold

contratti cuckold troia

servire la mistress 24 ore su 24

cuckqueanning

[l’ho visto già più volte: Cuckqueaning ha UNA N, non due!]

What you’re looking for

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Forse vorrete uccidermi, ma non essendoci ancora aggiornamenti significativi da raccontarvi, continuo a cazzeggiare.
Giacchè abbiamo appena iniziato l’anno nuovo, per tirare un pò le somme di quello appena passato ho fatto un salto nelle mie statistiche delle visite, e ho cercato con quali termini voi mascalzoncelli siete arrivati su questo blog.
Alcuni mi hanno fatto piangere dal ridere, perciò vi ringrazio per lo spassoso pomeriggio che mi avete regalato ;D

– Alta percentuale di termini generici come “cuckquean“, “cuckqueanita“, “cuckqueaning
– “Cuckqueaninta” viene cercato 104 volte. Per 104 volte si fa un errore di battitura. Tanto per essere chiari: la ‘n’ dopo ‘queani’ NON c’è. Grazie.
– “film sul tradimento“,”libri sul tradimento“, “letteratura sul tradimento” hanno avuto un bel seguito. Sono lieta che la pagina creata abbia aiutato. Mi sto ancora documentando per arricchirla, probabilmente aggiungerò anche la parte Manga e Anime  <3
– “cuckquean stazione umiliazione” viene cercato 10 volte. Piaciuto il post? Anche a me.

Ora iniziamo con quelli più particolari…

– “toccati masturbati” 5 volte.
– “cuckquean anita wordpress” 4 volte.    Perchè?!
– “closetquean” 4 volte. Qui mi dispiace un pò, perchè ClosetQuean è un altro blog, e qualcuno cercando l’altro è arrivato invece sul mio
– “finalmente cuckold“. Auguri anche a te.
– “cuckquean il mio uomo con altre
– “moglie consenziente“….a cosa? e poi perchè, di solito non lo sono?
– “sono una cuckquean” siamo in due. Contattami!!!
– “cuckquean simbolo” ci stiamo lavorando un pò tutte. Magari un giorno arriverà.
– “contratto cuckold“. non sapevo lo facessero anche come forma di contratto slave.
– “lettere cuckold“…lettere?
– “monte di venere and bdsm” wait…what?
– “sono moglie cuckquean
– “the end of mr y” lo metto qui ma mi ha fatto particolarmente sorridere. Cercavi un libro e sei finito qua da me, eh? Sorry.
– “film che trattano corna” non sono sicura che google indicizzi particolarmente bene un gergo così colloquiale.
– “painful pleasure pareri
– “cheated cuckquean” qui so già che un’amica andrà in ‘fuck!’….TAUTOLOGICO! A meno che non poniamo il ‘cheated’ come metacomunicativo, ossia come un tradimento delle regole postulate nel cuckqueaning.
– “la più bella scena di tradimento” su questa son curiosa anche io.
– “per amore sono diventato cuckold” tenerissimo. <3
– “sditalinarsi davanti a cippia che scopa” questo è nella Top 5 lo giuro ;D
– “cuckold, come dirlo” tanta pazienza, tanta voglia di ascoltare il partner, tanta sincerità e tanta fiducia.
– “perchè dopo essermi masturbato provo un disgusto” il disgusto post-masturbatorio! la piaga dell’umanità. Personalmente affronto la cosa ascoltando musica, mi distraggo.
– “farlo venire dentro di lei“…questo c’entra col cuckqueaning?
– “cuck b“. intendi bisex?
– “cuckgue definition” aspetta, cosa?
– “quckuean” le lettere sono tutte sbagliate, just sayin
– “patologia cuckold” è un pochinino esagerato definirla una patologia.
– “sito delle cuckqueans” c’è un sito delle cuckqueans?!
– “femminile plurale groult” meraviglioso libro, e ahimè manca di informazioni su internet. Tant’è che chi lo cerca arriva qua.
– “come si diventa cuckold” questa è nuova: tentare d’arrivarci volontariamente. Se lo scopri dimmelo che son curiosa.
– “canzone da dedicare all’amante stronza” ahahahahah ok prova con Misery Business dei Paramore.
– “cuckold pillola sms“…cosa?!
– “umiliare un subordinato” ahahahah ed è arrivato da me ahahahahah
– “portal solution” ti prego dimmi che non stavi davvero cercando la soluzione del videogioco Portal ;D Glados!!! <3
– “canzone invito al tradimento” Usher ‘Yeah’
– “scopata immobilizzata” interessante.
– “cos’è un 24/7 nel sesso?” no, non è una posizione.
– “sbagliato essere cuckold“….NO.
– “moglie troia marito contento” non condivido totalmente questa tendenza ad insultare la Sweet. Andiamo, la maggior parte delle volte deve essere convinta dai mariti cuckold ad andare con altri, e appena lo fa scattano i “ah! che troia!”. Un pò di comprensione please.
– “la mia ragazza mi accusa di essere freddo e distaccato” questa è nella Top 5.
– “contratto matrimonio cuckol+la troia” ci risiamo. Manca la ‘d’ alla fine comunque.
– “coming out e freddezza” ?
– “scopata matalaTOP5!!!
– “meriti coukold”  hai sbagliato praticamente tutto.
– “manuale del perfetto cornuto sottomesso” lo voglio anche io.
– “come si guarire dal cuckoldismo” non devi necessariamente guarire, e puoi smettere senza problemi. penso tu debba parlare per bene con il tuo partner e tranquillizzarti un pò.
– “bdsm bambino” ehi!!!
– “la penetrò” semplicemente epica. Top 5
“mio ” “mi eccita” “con un altra” preciso. google ringrazia.
– “masturbazione stato confusionale” anche questa mi ha fatto sorridere xD mi sono immaginata la scena.
where did “jenn coney” go”, “what happened to jenn coney’s cuckquean webpage?” apparentemente lei ha avuto dei problemi privati ed è tipo scomparsa. facebook, twitter, fetlife. In più, l’indirizzo del suo sito è praticamente scaduto. Speriamo vada tutto bene. (apparently, due to some personal issues she’s disappeared. facebook, twitter, fetlife. In addition, her website’s address has almost expired. hope she’s doing well).
“cornuta” marito “fiera” sborra”. yeah!!!
“come tene accorgi che hai fatto una masturbazione?” ahahaahah altra Top 5. cucciolo/a xD
“vi voglio bene, buon natale a tutti mean in english” ahahaahahahaah LOL (sorry, i bet this wasn’t what you were looking for, but thanks anyway, and merry christmas, love ya! <3)
“sa cosa si riconosce un cuckold” probabilmente dall’erezione asd
– “ho accontentato mio marito: l’ho reso cuckold” vai così, donna!!!

“cuckold psicologia”, “metacomunicazione messaggio di retroazione”, “metacomunicazione esempi”, “il padre assente e la madre iperprotettiva munchausen”, “metacomunicazione”, “madre munchausen “padre assente”, “messaggio di retroazione nella metacomunicazione”, “concetto di metacomunicazione”, “metaregola della comunicazione”, “come uscire dal paradosso del doppio legame”, “metacomunicazione e schizofrenia”, “mindfuck significato”, “in psicologia che cosa è l’ingiunzione”, “meta comunicazione paradossale”, “tesi sulla metacomunicazione”, “la meta comunicazione in un rapporto terapeutico”, “metacomunicazione x manipolare il partner”  (evitiamo, please), “esempi pratici di metacomunicazione”.
Vedo che molti hanno fatto i compiti a casa.

Beh che dire, questo è un estratto del meraviglioso mondo della ricerca google.
Vi adoro, seriamente.