Ciao belli!
Mi pare ormai chiaro che io compensi con l’informalità la distanza eccessiva tra un post e l’altro. Non vogliatemene.
Un breve flash d’aggiornamento sulla mia casta vita di questo inizio 2013: sono stata impegnata per tutto febbraio con l’improvviso trasferimento nel mio nuovo appartamento (che adesso è inondato di scatole, vogliomorire), il tutto continuando a frequentare quattro corsi contemporanei all’università. Proverò a tuffarmi in un numero imbarazzante di esami a metà marzo, tanto per vedere se ce la faccio.
Ecco. Finito.
Avvincente, eh?
Questo per farvi capire con quanto imbarazzo io rivolgo i miei pensieri giornalmente al cuckqueaning, e di conseguenza a questo blog. Cosa dovrei dirvi?
Sì, sono ancora una cuckquean, sì a Lui ancora eccita l’idea di cornificarmi. Detto questo, quando manca la materia prima (che non so più se è la ragazza o il tempo, ora come ora) c’è poco da fare. Il trasferimento inoltre ha messo fine alla convivenza biennale con Lui, e sono discretamente terrorizzata davanti alle possibili conseguenze in fatto di stile di vita. Mi ero abituata fin troppo bene. Adesso si torna alla realtà.
Considerando la totale mancanza di attività ufficiale in fatto di fetish, e -in gran parte- anche di bdsm (che però sta entrando in un binario sperimentazione di cui forse vi parlerò più tardi), con cosa posso mai aver riempito il mio tempo per non impazzire?
Libri, ovviamente.
Ricordate quando scrissi quella pacata e positiva recensione su 50sfumature? Bene, in questi ultimi 2 mesi mi è scattato qualcosa, e improvvisamente ho sentito l’urgenza di scoprire se nel mondo esisteva qualcosa di meglio.
Apparentemente sì.
Perciò, Signore e Signori, ecco a voi, i libri bdsm che hanno sollazzato la sottoscritta!!! *inserire qui applauso*
Partiamo subito da un genere che non definirei “racconto erotico bdsm”. Qui siamo in un vero e proprio fantasy, di migliaia di pagine, con centinaia di personaggi e una storia discretamente complicata. Parlo delle due trilogie di Jacqueline Carey, denominate ufficiosamente “trilogia di Phedrè” (in italiano: “Il dardo e la rosa“; “La prescelta e l’erede“; “La maschera e le tenebre“) e “trilogia di Imriel” (in italiano i libri son 6, li hanno arbitrariamente tagliati a metà per farci più soldi: “Il trono e la stirpe“; “Il sangue e il traditore“; “Il principe e il peccato“; “La sposa e la vendetta“; “Il bacio e il sortilegio“; “La spada e la promessa“). La prima trilogia gira intorno a Phedrè, in una terra che è fondamentalmente la Francia di un millennio e qualche secolo fa, dove tutti si distinguono per la loro religione post-cristiana che segue il precetto “ama a tuo piacimento”. Vi interessa vedere come un’intera società possa tenersi in piedi esclusivamente sul sesso? Beh questa è l’utopia che dovete leggere allora. La protagonista ha una macchia rossa nell’occhio che la identifica come la prescelta di Kushiel (un loro dio particolarmente dominante e sadico ghghgh), ed è, senza tanti mezzi termini, una gran puttana. Vabbeh, a parte questi commenti sessisti e totalmente non richiesti, c’è tanto, tantissimo bdsm. Cosa interessante, per quanto il sesso sia il punto focale di tutta l’opera, non è però il punto focale della trama. La trama ha tutta una sua strada, segue una grande crescita dei personaggi, eventi giganteschi che cambiano i destini di intere nazioni, e il sesso/bdsm fa da struttura basilare, ma non come protagonista. Nessuno lo nota quasi. Sarebbe come raccontare una storia e soffermarsi stupiti sul fatto che tutti bevano acqua e respirino. E’ estremamente piacevole e leggibile per questo. E amo il co-protagonista maschile (ho tuttora una cotta per lui che non riesco del tutto a superare). Quando vi sarete stancati di leggere il punto di vista della sottomessa masochista infoiata per eccellenza, ecco che viene in aiuto la seconda trilogia, quella di Imriel. Si dia il caso che lui sia dalla parte di chi dà (o meglio, “di chi le dà”), e sto ancora ghignando nel leggere i vari libri (sono attualmente al terzo di sei). Scritto bene, tradotto altrettanto bene, la trama prende, ci sono dei rassicuranti punti ripetitivi tra un libro e l’altro che più che annoiare ti fanno sentire a casa, e nel complesso mi è piaciuto davvero. Assolutamente consigliato.
Non leggetelo se vi danno fastidio le tematiche omosessuali.
voto: 9
Passiamo ad un’altra saga, stavolta interamente incentrata sul bdsm, al punto da potersi presentare quasi come un vero e proprio manuale: dall’autrice Cherise Sinclair, praticamente tutti i suoi libri lol. Mi soffermerò solo su quelli che ho letto: la serie ancora non conclusa (evvai!) “Masters of the Shadowlands” (ossia “Club Shadowlands“, “Dark Citadel“, “Breaking Free“, “Lean on me“, “Make me, Sir“, “To command & collar“), due della serie “Mountain Masters & Dark Haven” (ossia “Master of the Mountain” e “My Liege of Dark Haven“), ed infine uno dei suoi libri singoli, “The Dom’s Dungeon“. Mi permetto di trattarli tutti insieme in blocco perchè generalmente seguono la stessa struttura. C’è la protagonista che per qualche motivo si ritrova invischiata in un club bdsm esclusivo, c’è qualcosa che deve tenere nascosto -o un problema che farà da tiratrama-, ha qualche trauma, incontra uno dei Dom del club, ci fa una serie infinita di sessioni, si innamora di lui, inizia lo spannung con il segreto che viene rivelato/un tradimento di fiducia/il problema tiratrama che le fa rischiare la vita, il Dom la salva, dopo tante peripezie vissero per sempre felici e contenti. Vi giuro, ogni santo libro è così. Allora com’è che ne ho sopportati volentieri 9 e non vedo l’ora che pubblichi gli altri? Prima di tutto è una ventata d’aria fresca per quanto riguarda le scene bdsm. Lei SA di cosa sta parlando. Quando dicevo che potrebbe essere usato come un manuale non scherzavo: c’è l’ABC del bdsm nei suoi libri. Dai termini tecnici come subdrop – topdrop (non potrò mai ringraziarla abbastanza per aver pubblicato di un particolare del genere, visto che la tendenza a riconoscerlo è recentissima nella comunità internazionale), alle dinamiche relazionali, ai tipi di sessioni che si possono fare, con quali strumenti, con che linguaggio, quanta formalità ecc. Ogni libro prende in considerazione una dinamica diversa, dal “solo a letto” al “24/7”, con una propensione per le protagoniste parecchio in carne (noi povere skinny abbiamo due sole protagoniste dalla nostra sigh). Le storie sono piacevoli ed incredibilmente scorrevoli, e specie nella serie Masters Of The Shadowlands si arriva a vederli tutti come una grande famiglia (considerando che ogni libro si concentra su un dato Master che viene accoppiato, così non vedi l’ora di sapere nel prossimo libro quel personaggio con chi capiterà), in un’utopia comunitaria da serie tv familiare. Temo farei qualsiasi cosa pur di avere l’opportunità di vivere un’ambiente del genere, dannazione a me.
Assolutamente consigliati anche i suoi.
Non leggetelo se non sopportate il romanticismo. C’è sempre il lieto fine mieloso.
voto: 8
Eeeeeee andiamo oltre, approdando sui libri singoli che ho letto qui e là. Da premettere che mi prendo la briga di aspettare l’estate per leggere le loro storie in completo, così da scoprire se ciò che mi è piaciuto di loro è stata una botta di culo o vero e proprio talento.
Iniziamo con quello che non è un libro singolo (vi ho trollati!), ma un bilibro. La serie “The Dark Duet” (ossia “Captive in the dark” e “Seduced in the dark“) e OMMIODDIO ho appena scoperto che questo marzo uscirà un epilogo. Ok, è una trilogia. *cerca di restare calma ma sta saltellando per tutta la stanza agitando il portatile*, di C.J.Roberts. Iniziamo subito con un disclaimer: non leggetelo se avete problemi con il non-consensual. Questi due -quasi tre- libri sono interamente sulla sindrome di Stoccolma. La nostra protagonista viene rapita e tenuta per un training di qualche mese in vista dell’asta che l’avrebbe vista comprata come schiava sessuale da parte di un magnate del petrolio. Il suo rapitore ha un conto in sospeso con lui ed è pronto ad usare lei per ottenere la sua vendetta. Solo che lungo la strada lei fa quello che non dovrebbe fare, e si innamora del suo rapitore, nonostante sia una mossa idiota. E lungo la strada lui ci si fa prendere anche, ma tenterà fino all’ultimo di resistere. Questo non è un libro bdsm, nella misura in cui tutto quello che avviene non è sottoscritto alla regola SSC=Safe-Sane-Consensual. Non c’è niente di consensuale, lei viene di fatto picchiata e violentata e soggiogata psicologicamente. Lui riesce a farle incrinare il cervello, a trasformarla in qualcosa che nemmeno lei sa cos’è. E lui è di una cattiveria squisita in più di un occasione. Ragazzi, ho avuto quasi -ma solo quasi- problemi ad accettare la cosa ma…l’ho adorato. Ho letto questa serie nel giro di poche ore, e anche se il mondo sembrava più scuro e morbido dopo essere uscita dai due libri, mi sentivo così piena e soddisfatta. Certo, avrei evitato la totale redenzione del personaggio antagonista fossi stata nell’autrice, ma tant’è, non si può avere tutto dalla vita. Resta che per i fan delle storie dark e per tutti quelli che adorano vedere la protagonista di un libro ridotta ad un ammasso poco umano sia fisicamente che mentalmente, questo è il libro per voi.
Non leggetelo se avete problemi con i rapimenti, gli stupri, le violenze, i lavaggi del cervello ecc *ridacchia*
voto: 9
Passiamo ad un singolo -stavolta è vero-: Comfort Food, di Kitty Thomas. Indovinate un pò? Ancora non consensual, e ancora sindrome di Stoccolma! YAY! Tizia rapita, chiusa per settimane in una stanza totalmente vuota, asettica, senza il minimo spiffero d’aria o di freddo, a subire il peggior atteggiamento che lei potrebbe mai sopportare dal suo rapitore: il più totale silenzio. Lei è costretta per tutto il tempo a decifrare i suoi gesti, a capire che cosa vuole, quali regole seguire, il tutto nella più totale apatia in cui lui ha deciso di immergerla, per farne lui solo sa cosa. Non posso dire altro senza rivelare l’intera trama, o parti importanti di essa ma….mi è piaciuto. Cazzo sì. Rispetto a Dark Duet (qui sopra) è meno lungo, ha meno climax (credo sia decisamente voluto), il setting della storia è claustrofobico e il lettore è totalmente inondato dai pensieri della protagonista. Proprio come lo è lei, visto che la sola voce che può sperare di sentire è la propria. Ma l’ho decisamente apprezzato.
Non leggetelo se oltre al non-consensual, non riuscite a reggere la mancanza di “giustizia”: lui NON viene redento. E’ perfetto e sociopatico così com’è <3 noi lo amiamo anche per questo <3
voto: 7/8
Altro decisamente recente: Diario di una sottomessa, di Sophie Morgan. Essendo stata costretta a leggerlo in italiano, non posso fare a meno di annunciare con gioia che la traduttrice di 50sfumature adesso ha una collega cogliona quanto lei. Se leggo un’altra volta, da qualsiasi parte, “Dominatore”, giuro che mi metterò ad urlare. “Parola di sicurezza” stride come delle unghie sulla lavagna; è un termine tecnico ed un prestito linguistico, non lo traduci. La sua traduzione di “topping from the bottom” mi ha fatto quasi rivoltare; era qualcosa tipo “comando da sottomessa”. Nuovamente, smettila di contarti i peli incarniti e dimostra di non aver trovato la tua laurea (se ne hai una) dentro alle Pringles: è un prestito linguistico ed un termine tecnico, perdiana. Apre però il problematico discorso sulla formalità bdsm italiana: come lo chiami il Dom? “Signore”? Rispetto all’inglese “Sir”, bisogna ammettere che a parità di significato, la versione nostrana fa davvero cagare. E soprattutto non suona bene quanto l’altra. Manca di connotazioni. Però mi viene la curiosità, perciò, Dom di tutta Italia, vi dispiacerebbe illuminarmi su come vi piace farvi chiamare?
Finita la parentesi, il libro è carino. Scritto in modo informale, parlando direttamente al lettore come un racconto tra le lenzuola in un pigiama party, racconta della strada che la nostra protagonista compie da ragazzina solo leggermente infoiata in masochista al 100%. E’ divertente, ironico, scorrevole, interessante nei contenuti ecc. Quello che non mi è piaciuto è la discreta superficialità con la quale viene creato un ponte tra Sottomessa e Masochista. Son due cose diverse, badate bene. Possono sovrapporsi, influenzarsi a vicenda volendo, ma non sono la stessa cosa. Solo perchè una è sub non significa che vuole farsi menare a sangue o farsi umiliare fino allo stremo. La protagonista è dentro l’hard play per la maggior parte delle volte, e non ci va giù leggera nemmeno con l’umiliazione. Per quanto non tocchi temi bdsm che mi interessano particolarmente, l’ho comunque trovato piacevole da leggere. Nonostante tutto, non mi ha dato nessun particolare brivido, non mi sono affezionata alla protagonista (per quanto spettegolassi su chi sarebbe stato il suo partner finale), non ho saltellato con i cuoricini rosa una volta arrivata alla fine ecc. E’ stata una lettura molto tranquilla.
Non leggetelo se vi avete problemi con pratiche molto dolorose e umiliazioni varie.
voto: 6,5
Infine, avevo iniziato a leggere una nuova serie, sperando in un parallelismo con Masters Of The Shadowlands: “Wicked Ties” di Shayla Black. Che dire, per qualche ragione è stato totalmente insipido. Lei ha uno stalker, il suo bodyguard casualmente è anche un Dom con cui lei dovrebbe lavorare in tv, inizia ad insegnarle cosa vuol dire sottomettersi, lei ha un trauma e si vergogna di ammettere che le piace, alla fine si innamorano e bla bla. Per tutto il libro lei non fa altro che ripetere ossessivamente che non può essere che lei sia eccitata, non può essere che lui tenga a lei, non può essere che lui la ami, non può essere che lei sia una sottomessa, e il SUO CLITORIDE DUOLE. Ogni singola cosa che lui fa, fosse anche solo passare dalla cucina per andare in bagno, lei è lì col clitoride improvvisamente percorso da spasmi e le mutande bagnate. Lei si bagna continuamente. Vorrei sottolineare che questa sintomatologia può dipendere da; vaginiti batteriche, gonorrea, clamidia, candida ecc. Dovrebbe farsi visitare da un medico, invece si ritrova alla fine con il suo bel macho personale, dopo aver addirittura goduto in una threesome. Evvai. Mi riservo di leggere qualcun altro della sua lista giusto per non bocciarla per “così poco”.
Non leggetelo se non volete un altro 50sfumature.
voto: 5
Whoa, sono arrivata alla fine. Continuerò a leggere altri libri a tema bdsm, e magari appena troverò un template adatto per ingrandire questo sito, mi prenderò la briga di fare delle schede per bene con tanto di sezione apposita.
Detto questo, la questione del linguaggio formale in italiano mi ha discretamente interessata, perciò ripeto l’invito: Dom da ogni dove, ditemi come vi piace farvi chiamare.
Ci sentiamo ragà, pregate insieme a me che una qualche vagina (non la mia) (cioè, non solo la mia) cada casualmente sul pene del mio fidanzato. Grazie.
P.S. Se siete interessati a leggere uno o tutti questi libri, contattatemi. Ma sappiate che sono tutti in inglese tranne quelli di Jacqueline Carey e Diario di una sottomessa. Ciuz.
Angolo indicizzazioni del giorno:
video hard bionda adultera marito assente
una mistress puo sottomettere lo slavo e renderlo meno di uno zero -> (LO SLAVO. Muoio. Mi sa che devo dargli un nome)
masturbazioni strane maschili
cuckold che bel
video porno una coppia di sub che scopa sott’acqua
benoite femminile plurale -> (rispetto)
cuckquean anita tumblr -> (SMETTETELA)
sverginamento adolescente ragazze italiane esce sangue videohard
bdsm racconti l’hanno torturata fino