Archivio mensile:novembre 2013

Il Rant sul cocktail

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Pensavo di aver risolto i miei problemi di insicurezza. Invece mi sono ritrovata con Lui che mi parlava di lei (per comodità la chiameremo Piñacolada) in modo così entusiasta, come se fosse possibile per Lui immaginare una relazione con lei. Che è adorabile, carina, bella, simpatica, interessante, un corpo bellissimo e bla bla. Che la ‘cake passerebbe in secondo piano perchè Lui penserebbe all’altra, che se non riuscisse a farci qualcosa se ne pentirebbe tantissimo perchè con lei lo vuole.

Come si fa a smettere di vedere una minaccia? Siamo al solito problema. Se io gli permetto di godersi questa gioia con questa ragazza, io in che posizione mi metto? Quando mi dice che mi ama perchè le cose belle succedono grazie a me, mi sta dicendo che una tipa l’ha spinto a pensare che fosse una vera fortuna avere il cuckqueaning, perchè altrimenti l’avrebbe persa e sarebbe stato un peccato. Non è su di me, è su di lei. Sono il mezzo attraverso il quale lei è diventata approcciabile, e questa è una cosa da festeggiarsi. La conosce da nemmeno 24 ore, è anche chiaro che io stia spingendo al peggio ogni cosa che penso. Ma quando loro si saranno conosciuti meglio? Quando succederà davvero qualcosa? In quel momento quale razionalizzazione mi salverà? Dove si trova il limite tra il cucking e il poli? Quand’è che passo dal permettere il sesso e una cotta da lei a Lui ad una relazione? A Lui che si invaghisce di lei? Con del vero affetto di mezzo, dove finiscono tutti i paletti che avevamo messo? Che cosa cambierebbe per me?

Mi ha dato fastidio il fatto che non potessi scrivergli, sempre col pensiero di disturbarli. Che Lui non si fosse premurato di farlo più spesso. Ero entusiasta all’inizio, ma poi la mia coinquilina è andata via e io sono rimasta da sola. Il cuckqueaning si fa in due, ma sono io quella rimasta in un angolo per 15 ore. E mi ha dato fastidio che Lui mi dicesse che non scriveva perchè parlavano fitti e metteva a disagio farla aspettare. La frase peggio formulata della storia. È anche difficile dover ogni volta ingoiare il rospo quando Lui dice qualcosa che mi fa male, perchè non posso mica dirgli di controllare ogni singola frase che gli esce dalla bocca, e certamente non mentre è concentrato su un’altra. Quindi devo stare zitta mentre si preoccupa del suo disagio e non del mio. A me ci penserà dopo quando avrà finito con lei.

Mi ha ricordato quel particolare messaggio che, mentre era con la prima amante, mi aveva fatto perdere la calma. Che avrebbero tardato ad arrivare perchè erano troppo presi a scopare. Di nuovo.

Come Queanbull non posso prentendere che Lui tenga in considerazione ogni singola variabile. Devo essere io quella in grado di gestirsi da sola. Se mi sento improvvisamente vulnerabile, devo accontentarmi del fatto che ci sia una safeword che mi salvi in caso di emergenza. Ma quand’è l’emergenza? Quand’è che il mio stare male è accettabile come danno collaterale?

Sarebbe tutto così facile se si trattasse di sesso. Avrebbe un senso. Avrebbe un fine che si potrebbe raggiungere, Durerebbe un tot e poi basta fino alla prossima. Invece sono rimasta sola un’intera giornata perchè Lui stava facendo stare bene un’altra. Perchè coccolava un’altra. Non stava succedendo nulla di rilevante per me come cuckquean. Stava invece succedendo qualcosa di abbastanza importante per Lui da ignorarmi, da non accorgersi che il cellulare era spento, dal non chiedersi perchè io non mi stessi facendo sentire, se stessi bene o meno. Ciò che stava accadendo era abbastanza da giustificare una sparizione simile, pur sapendo che per me non lo sarebbe stato (o sarebbe corso a dirmelo alla prima possibile). Queste realizzazioni erano sensazioni quel giorno. Era una sensazione di disagio fissa. Era la sensazione di depressione quando poi è tornato, entusiasta o meno che fosse di sentirmi. Non che non volesse sentirmi, ma non stava morendo dalla voglia, o l’avrebbe fatto prima.

Ho avuto l’assaggio di cosa succede quando Lui è preso da qualcuna. Semplicemente non c’è per me. Non ha considerato di cos’avrei potuto aver bisogno io. Non ha considerato come mi sarei sentita nel vivere una cosa che amo come il cuckqueaning in un modo che però mi faceva male. Che sapevo benissimo che per come era la vita universitaria mi sarei dovuta abituare a decine di nuovi incontri che richiedevano la piena attenzione, così come dell’avere queste conoscenze sotto mano costantemente, mentre noi elemosiniamo i giorni. Non deve farmi la tirata giustificatrice in cui elenca tutti i motivi per cui non si può fare diversamente. Questo non rende il tutto meno amaro, e lui non ha pensato di dovermi dare qualche colpetto sulla spalla. Non ha pensato che certe cose avrebbero potuto farmi stare male, perchè la mia maturità da cuckquean è decisamente cresciuta. Sono diventata stabile e più matura, quindi perchè mai doversi sempre preoccupare che io abbia delle debolezze? Perchè pensare di poter calpestare una mina, dopo tutto il bell’esempio che stavo dando?

Ho avuto l’infantile reazione, appena arrivato, di rifiutarmi di chiedergli conforto. Mi sono inorgoglita e chiusa a riccio perchè se non poteva esserci quando avevo bisogno di Lui, non avrei certo elemosinato dopo. Ero una bambina che piangeva e piangeva e nessuno veniva a controllarla. No, peggio. Ero una bambina cui veniva da piangere e non lo faceva perchè sapeva di essere sola in casa.

È così facile e invitante pensare che Lui mi stia apertamente facendo male. Che Lui si sia dimenticato di me, o che si sia dimenticato delle regole e qualsiasi altra cosa. Mi sto struggendo invece nel costringermi a pensare che sono felice per Lui, che i suoi errori sono stati involontari e impossibili da evitare col mio silenzio, che dovrei semplicemente smetterla di fare la bambina ferita per far sentire in colpa gli adulti che mi hanno trascurata. Non può essere sempre una sensazione di ingiustizia. Mi ci sto spremendo la testa fino allo spasmo, e ho la seria intenzione di crescere. Però mi fa venire da piangere anche il pensiero di abbandonare la speranza di ricevere quelle attenzioni che non ho mai avuto in passato, che quella sarà davvero un’ingiustizia che mai verrà sanata. E che non posso certo far pagare a Lui il prezzo degli errori altrui.

Devo ingoiare i miei problemi e fare l’adulta.

Come faccio a fargli capire che il dirmi che c’è un’uscita d’emergenza se voglio non mi aiuta a sentirmi meglio? Che il punto è totalmente un altro? E quale sarebbe il punto poi? Varrebbe per Piñacolada così come per qualsiasi altra, e ci sarà sempre un passo falso che Lui inevitabilmente si troverà a fare. E non mi aiuta pensare che Lui possa stancarsi di questo mio “cercare problemi”. Mi viene da pensare che giustamente avendo Lui fatto i suoi perfetti comodi nella sua perfetta scena si possa sentire improvvisamente smontato da me. E mi dispiace, non voglio rovinargli qualcosa di bello. Non voglio fare quella che si fa vedere ferita per far sentire in colpa. Ma non ha pensato che io mi sarei rifiutata di chiedergli aiuto anche se ne avessi avuto bisogno, che avevo la necessità di avere Lui interessato. Così come dopo non ha immaginato quale fosse il problema, e anche quando ha scoperto che c’era davvero qualcosa che non andava, non ha ovviamente immaginato cosa fosse e cosa mi avrebbe fatto più male se Lui avesse detto questo o quello. Che se gli dico che il cuckqueaning non mi era sembrato fosse stato fatto in due quella sera, la risposta per farmi calmare e ragionare non è che non poteva farci nulla, che potevamo smettere, che è così con le nuove conoscenze, che sembrava male farla aspettare. Che se gli dico che quello che ha fatto con lei l’avrebbe fatto anche da single (a riprova del fatto che non c’è stata grandissima considerazione per il lato cuckquean della serata, a parte la legittimazione della sua possibilità stessa) la risposta per farmi calmare e ragionare non è che da single ci sarebbe andato ancora più giù, che l’avrebbe corteggiata volentieri, che è la prima volta che resta ad ascoltare invece che parlare, che lei è interessante (non quanto me, certo :) ) e hanno parlato tantissimo tutta la giornata. Se io gli dico che ho bisogno di tempo da sola per zittire quella parte della mia testa che mi sta pugnalando ad ogni sua frase, per calmarmi e farmi ragionare non può venirmi a dire che se non facesse qualcosa con lei se ne pentirebbe. Non può venirmi a dire che la ‘cake non riuscirebbe a farsela piacere così tanto perchè ha per la testa Piñacolada e gli servo io per passare da una all’altra. Che cazzo vuol dire. Perchè dovrei esserne felice?

E quando manca la differenza tra le sue amiche e  le sue possibili amanti mi ritrovo a non sapere quando posso sentirmi messa da parte e quando no. Un momento la ‘cake è una potenziale amante e il momento dopo non mi dice che la sente al telefono, o con chi messaggia ecc. Ha i suoi rapporti e le sue amicizie, non posso chiedergli un resoconto di ogni contatto che capita in università. Ma come faccio io a sapere dove sto in tutto questo casino? Perchè devo fare io la paranoica e chiedergli con chi si sente, che cosa dice ecc?

C’è che non posso dargli la colpa per non avere la sfera di cristallo.

Quindi sì, sono infantile, ho bisogno di rassicurazioni infinite perchè non ho fisicamente il modo di andare dalla me di 4 anni e spiegarle cos’è che non va. Lui resta un ragazzo e non il mio salvatore, e anche se Lui si prendesse una cotta e vivesse questa pseudo relazione alternativa con chicchessia pur continuando ad amarmi ecc, diventasse anche un poli, facesse qualsiasi cosa gli venisse in mente, comunque non cambierebbe il fatto che il problema alla nascita è un altro. Perciò a Piñacolada non riconosco alcuno status speciale, così come a Lui non figuro nessun’arma in mano. Sono solo persone che vivono e che fanno cose che mi ricordano eventi sepolti, e mi sembra che ad ogni colpo io possa sentire ancora lo stesso male di 20 anni fa. Dovrò scoprire che la me bambina sarà sempre lasciata sola e che nessuno potrà salvarmi da questo ricordo. Ma ho 23 anni e le cose sono diverse, no?