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Perché gli ho appena sbattuto il telefono in faccia e non mi sento in colpa.

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Ci sono cose che non ti dicono riguardo alle storie d’amore. Cose che scopri man mano che il tempo passa e hai questo tizio accanto che ormai potrebbe benissimo farsi spacciare per la tua ombra, tanto è il tempo che ti è stato addosso. Cose che noti e inizi a vivere solo quando le tue trasmissioni neuronali hanno fisicamente cementato la parola “noi”, modificando permanentemente i tuoi processi cognitivi. Che se vi doveste mai lasciare per te sarebbe come subire una lobotomia.
Ci sono cose che impari solo quando ti rendi conto di essere in una relazione a lungo termine; fuori dai “sogno di invecchiare insieme a te” e dentro ai “sediamoci a tavolino e calcoliamo con che pensione camperemo”; fuori dai “dormire abbracciati a cucchiaio” e dentro ai “io russo e tu mi rubi le coperte, siamo pari”.

Perché vedete, con i film-libri-società-universo impari cosa dovresti aspettarti dalle farfalle nello stomaco, quanto sontuoso dovrebbe essere un matrimonio, che faccia dovresti fare per piangere disperata ed essere comunque attraente, quali posizioni durante il sesso non ti fanno sentire assolutamente niente ma sai che sono esteticamente perfette, ma non ti dicono mai assolutamente niente riguardo ai litigi.

Ho 23 anni e praticamente mi succedeva ieri, ricordo perfettamente quanto spaventosi fossero i litigi durante una nuova relazione. Ed è tremendamente più spaventoso quando si è ragazzi, perché si ha poca-o-zero esperienza riguardo alla comunicazione sana ed efficace e si è invece 100% spinta ormonale. Ti sei incollata a quel ragazzo come un mollusco allo scoglio ed è tutto perfetto e le coccole vengono facili perché vi piacete fisicamente e le cose belle da vedere ti spingono all’adorazione, no? Però poi accade il primo litigio e le porte dell’inferno si aprono: se vi piacete solo fisicamente, dove troverete gli strumenti per sopportare gli attriti caratteriali? Se la relazione sta ancora galoppando l’onda confetti-rosa, il litigio vi farà sprofondare? Come lo convinci che vale la pena tenerti anche se diventi brutta e bitorzoluta quando ti incazzi? Come ti convinci a tenerlo quando ti rendi conto che ha il QI di una trota quando è incazzato?
Ma se tutto va come dovrebbe, inizi ad imparare che i conflitti sono inevitabili e che la cosa importante è risolverli insieme al tuo partner parlando e chiarendoti.

Guardavo gli adulti con storie ventennali alle spalle e studiavo come rendere più efficace la mia comunicazione, definivo le differenze tra metalivelli e connotazioni per riuscire di volta in volta a mettere nella giusta scatola la discussione corrente e poterla risolvere con le giuste regole. Perché non puoi calcolare l’area di un rettangolo con la formula per il cerchio, giusto?
Però arriva qui la postilla che ancora non mi era capitato di sentire, nonostante le decine e decine di post autoreferenziali su internet su come far funzionare benissimo la comunicazione: a volte la discussione va semplicemente troncata. Tutto qui.
Se siete al telefono va bene decidere insieme di interromperla di colpo e chiudere la chiamata. Smetterla di urlare di punto in bianco e stare per i fatti vostri per un tot di ore.
E NON SAREBBE UN FALLIMENTO COMUNICATIVO.
Non è che durante tutto il litigio non vi siete fatti capire. Non è che non avete ascoltato l’altro.

E’ che a volte le discussioni sono una valvola di sfogo per sentimenti repressi, e voi credete di stare discutendo di qualcosa, ma in realtà state soltanto parlando dell’aria. Vi state attaccando a regole metacomunicative di condotta e ad improvvise generalizzazioni di atteggiamenti che avranno sì e no 3 minuti di vita, e tutto perché c’era bisogno di qualcosa per accendere la miccia.
C’è che si può proiettare i propri sentimenti non solo sulle altre persone, ma anche su eteree entità discorsive. Invece che far diventare l’altro il demone, costruite il discorso come se dovesse essere pronto per il diploma dopo che avrete finito.
State comunicando benissimo, con tutte le regole giuste, ma non state comunque parlando di niente. E in questo parlare di niente potreste trovare occasionali appigli per cose che davvero ci sono, e che accidentalmente potrebbero farvi davvero male, o ferire davvero l’altro.
Quindi quando il discorso non sa di niente e l’avete costruito per il puro gusto dello sfogare lo stress, va bene chiuderlo con la stessa facilità con cui è iniziato. Vi potete sentire scossi e disorientati come dopo un’importante epifania emotiva, ma in realtà è solo perché avete soffiato da soli tutto il vento che c’era. Non c’è niente dopo. Vi resta la sensazione di aver forse fatto uno sbaglio irrimediabile, ma probabilmente non è così. I litigi hanno la meravigliosa qualità di stare in piedi solo se si è almeno in due, e la responsabilità si spartisce. A maggior ragione un castello d’aria non può stare in piedi da solo, ci vogliono almeno due persone che ci credano, per farlo esistere.
Perciò non avete fallito, non è una buca della relazione. E’ stress che ha trovato una valvola di sfogo in un punto dove non c’era nessun discorso in sospeso da sfruttare. E credetemi se vi dico che le discussioni fondate sul nulla sono spesso le più violente e creative.

Questo genere di discussione non viene pubblicizzata molto nelle relazioni nate da poco perché genericamente non sei portato a passare così tanto tempo con l’altra persona da non avere modo di sfogare la tua personale frustrazione altrove.
Ma quando vivi e respiri l’altra persona 24/7, tendi a non avere abbastanza spazio o abbastanza tempo per risolvere la cosa da solo, quindi la soluzione più diretta e ovvia diventa quella di lasciarsi andare per stemperarla. Usare l’altra persona come punching bag come se fosse parte di te e stessi facendo da solo. C’è da ricordarsi che l’altra persona è ancora un individuo indipendente, e ci sono limiti a quanto la si possa includere nei propri processi digestivi.

Ho letto centinaia di post su come regolamentare una sana discussione e sul come far sì che non si finisca con una porta in faccia che lascia tutto in sospeso e permette al problema di ripresentarsi.
A questo aggiungo il consiglio di capire onestamente se si sta davvero trattando un qualche problema o se semplicemente avevate voglia di sentire la vostra voce tonante risuonare nella sala. Perché in quest’ultimo caso potrebbe essere più utile cantare a squarciagola o rompere dei piatti in solitaria oppure, se non siete riusciti ad evitare l’inizio di uno scontro, interromperlo prima di appigliarvi a qualcosa di davvero sensibile pur di far male aggratis. O prima di essere feriti voi e portargli davvero rancore. O di confondere questo tipo di conflitto con uno vero e arrabbiarvi sul serio.
Finchè restate onesti con il vostro partner e decidete insieme il da farsi, è più che accettabile anche rinunciare ad un litigio che non avrebbe comunque visto nessuno di voi due uscirne più ricchi.
Potreste scoprire che riuscite ad evitare questo tipo di sfoghi e che la vita quotidiana diventa così più respirabile; che eliminando queste discussioni improvvisamente viene fuori il vero responsabile di quella frustrazione; o che magari questi conflitti risultano convenienti anche al vostro partner e potrete utilizzarli volontariamente come un’ora di ginnastica in palestra.

Magari finisce che stavate inconsciamente cercando il litigio solo perché agognavate una sculacciata.
Come vi pare.

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Cuckquean Factory

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È un periodo di estrema calma dal punto di vista del cuckqueaning (università, salute e in generale la vita si sono coalizzati contro il mio irrefrenabile desiderio di coltivare il mio orto di corna), perciò eccomi di nuovo qua a parlare del più e del meno.
Ci sarebbe un argomento in particolare che mi preme trattare con voi, ed è un tema che ripetutamente si è presentato negli ask che ho ricevuto in questi mesi sul mio blog tumblr, ossia:
è possibile fare una Cuckquean?

Vi chiamate Ubaldo e sono giorni/mesi/anni che andate in alzabandiera ogni volta che pensate allo scopare un’altra mentre la vostra fidanzata Brigitta SA. Il problema è che non solo Brigitta non sa di questa vostra fantasia, ma non avete nemmeno idea se e come questa fantasia potrà mai raggiungere lo stato di realtà. È chiaro quindi che avete bisogno di una guida step-by-step che vi spieghi in poche e semplici mosse come sganciare la bomba del vostro fetish e assicurarvi il consenso della vostra compagna. A questo proposito, ecco un breve videolog che spiega i punti fondamentali da seguire per intavolare il micidiale discorso.
Ora, mettiamo subito in chiaro alcune cose: se siete qui perché siete sinceramente interessati alla dinamica cuckquean e vi servono alcuni consigli da chi ci è già passato, perfetto, sediamoci ad un tavolino e facciamo questo lungo discorso; se siete qui perché ve lo fa diventare duro e potete dire orgogliosi ai vostri amici di birra che vi scopate chi volete perché la vostra tipa si bagna pensandoci, schiacciate la X in alto a destra e baciate per terra ringraziando ogni divinità che conoscete perché avete avuto la fortuna di trovare una che almeno ve la dà. E non sperate in altro.

Vedete, ogni volta che mi arriva la domanda “Come faccio a convincere la mia ragazza ad essere una Cuckquean?” io già storco il naso e penso che questi due non devono essere a) nel BDSM e b) in una relazione particolarmente profonda.
L’opzione a) mi giunge automatica perché presuppongo sempre (nella mia ingenuità e ottimismo tipico della mia stupida e frivola età) che se una coppia sta ingaggiando una dinamica D/s, allora ha tutte le carte in regola per comunicare riguardo ai propri desideri e limiti. Altrimenti come sarebbero arrivati a decidere che va bene prendere un mattarello e ficcarlo dietro alla malcapitata? (usate del lubrificante, vero? La frizione del legno è malvagia) E se la coppia ha già fatto un bel discorso sui limiti e sui propri personali fetish da inserire nella dinamica D/s, allora il passo per introdurre l’ennesimo fetish, anche solo per discuterne, non dovrebbe essere questa grande cosa. Da un Dom che mi chiede riguardo al cuckqueaning mi aspetto piuttosto che si interessi degli errori più comunemente commessi durante le fasi iniziali, del rapporto con la gelosia, del cosa può fungere da trigger per un collasso emotivo in piena regola ecc. Stiamo parlando, come vedete, di un livello molto più articolato del “Ehi, come convinco la mia tipa che se mi scopo un’altra è una figata?”
L’opzione b) è in qualche modo figlia della a), perché senza un soddisfacente grado di comunicazione non c’è profondità nel rapporto, e se il rapporto è superficiale il cuckqueaning vi distruggerà al primo soffio di vento e lascerà cicatrici.

Ogni volta che avverto istintivamente che quello che ho davanti è un arrapato che guarda esclusivamente threesome quando si sega, mi viene una voglia irrefrenabile di farmi passare la sua fidanzata con la scusa dell’aiutarlo e invece convincerla a dargli un calcio nelle palle e ad andarsene.
Chiariamoci: un arrapato che riesce in qualche modo ad attivare il cuckqueaning sta camminando sul filo dell’abuso psicologico. Certo, poi penso che se lei si è lasciata abbindolare in una cosa così complicata quando a malapena riuscivano a fare sesso con la luce accesa, nemmeno lei brilla granché per acume.

Comunque così come amo sempre fare, quando prende un’idea, per me la cosa migliore è iniziare a dissezionarla per capire di cosa diamine è fatta. Così come non ha senso rifiutare le etichette PRIMA di aver capito che cosa significano. Perché altrimenti di che cosa stiamo parlando?
Una volta stavo guardando una puntata di Masterchef Australia e c’era questo chef che usava i cibi in modo tale che come aspetto esteriore sembrassero frutta. Avevi un’arancia perfetta e quando la tagliavi vedevi che era fatta di carne e gelatina colorata. I chicchi d’uva erano in realtà un’altra roba che con l’uva non c’entrava assolutamente niente. Avete capito l’andazzo, vero?
Siete convinti di essere eccitati dal cuckqueaning e invece quello che vi interessa è tutto un altro fetish, e rompete le palle alla vostra fidanzata per mesi e mesi finché in qualche modo non ci finite dentro e poi arriva l’illuminazione divina: “No ‘spetta, ma che cazzo è questa cosa?”

Sappiamo bene quanti ostacoli abbia il cuckqueaning (questo blog ne è una testimonianza); ora immaginatevi di doverci avere a che fare vostro malgrado, perché non è nemmeno cuckqueaning quello che volete fare, e non vi volete certo accollare la merda che non vi riguarda.
Quindi, prima di chiedervi se potete fare una cuckquean, mettetevi davanti allo specchio e chiedetevi: ma io sono un Queanbull?
Vi assicuro che la cuckquean non la trovate/attirate/fate se non lo siete. E ringraziando il cielo, un Queanbull non è tale solo perché scopa con altre avendo una fidanzata, così come uno non è un Dominante solo perché non si fa problemi a dare una sculacciata.

Spaccate il capello in diciotto, tanto per iniziare, e fate un po’ di autoanalisi. Più saranno chiare le vostre intenzioni e più sarà facile per la vostra partner decidere coscienziosamente.

– Non è che quello che vi eccita è una normale threesome? 

Davvero, qui cascano quasi tutti. I ¾ dei blog cuckquean che vedo su tumblr hanno in realtà una semplice componente voyeuristica unita ad una threesome. Non è che se lei invece di partecipare attivamente sta su una sedia allora è cuckqueaning. Così come non è necessariamente threesome se la vostra tipa gliela lecca mentre voi inculate l’altra. Può essere una threesome con la vostra fidanzata così come può essere (almeno potenzialmente) una sessione cuckquean con una che non è ufficialmente la vostra compagna.
Attenti con i confini qui, perché se dal punto di vista delle azioni la scena resta sempre più o meno la stessa, il coinvolgimento psicologico che c’è dietro è completamente diverso e può fare la differenza tra il “Oh sì, proviamolo!” e il “Fottiti, quella è la porta”.

Il cuckqueaning, al contrario della semplice threesome, non parla solo dal punto di vista dell’eccitazione fisica nel coinvolgere una terza alla scena di sesso, ma anche da quello emotivo. Qui si inizia a flirtare con il taboo del tradimento, con la rottura della monogamia in uno sbilanciamento di potere, perché ‘uno solo’ ne gode. La threesome non ti fa chiedere se il tuo Lui non finirà col lasciarti perché avrà trovato di meglio o si sarà innamorato dell’altra. Con la threesome in qualche modo non metti in discussione l’esclusività.

È legittimo che vi piaccia l’idea di una threesome o della vostra compagna che guarda mentre vi sbattete un’altra. Però non è cuckqueaning finché non scuotete ciò che la società (e possibilmente anche voi) chiama la base della coppia, e ne uscite comunque in due.

Non è che quello che vi eccita è il poliamorismo?

Credo sia piuttosto chiaro che il cuckqueaning sia come sparare a salve. Sembra che non ci sia esclusività, ma c’è. Sembra che non ci sia monogamia, ma c’è. Sembra che ci sia tradimento, ma non c’è. Sembra che lui sia innamorato dell’altra, ma non lo è. Sembra che non gli importi niente della cuckquean, ma è l’unica cosa cui pensa. Tenendo la metafora, se metteste una donna ‘normale’ dentro una dinamica cuckquean, la vedreste colare sangue come se l’aveste trivellata davvero; una cuckquean, dopo un po’ di allenamento, non avrebbe nemmeno più i lividi. Ma se metteste una cuckquean dentro una dinamica poli, beh. Lì i proiettili son veri. Nel poli la tua safeword è che tutti sono speciali e al contempo non lo è nessuno. L’ancora di salvezza è che avete tutti la stessa probabilità di annegare.

Nel poli non c’è esclusività emotiva, c’è innamoramento verso ogni partner, e ognuno dei coinvolti deve essere pronto a gestire al meglio la cosiddetta NRE (New Relationship Energy): quella iniziale fase di farfalle nello stomaco che ti fa sbarellare e vedere solo quella persona. Significa che se hai 4 fidanzate, durante la NRE molto probabilmente ti dimenticherai dell’esistenza di 3 e le farai sentire come se fossero meno speciali della nuova [questo è il caso più negativo possibile, ovviamente: un poliamorista decente è in grado di non danneggiare in modo preoccupante le altre relazioni anche se sta cavalcando l’onda rosa di quella nuova]. Una poliamorista in questa situazione potrebbe avere pazienza finché la fase novità non è passata, in modo da riprendere una dinamica più equilibrata, o potrebbe decidere che così non va e cercare semplicemente una relazione più soddisfacente.
Una cuckquean molto probabilmente finirebbe con un trauma psicologico e avrebbe bisogno di un bel po’ di lavoro per ricostruire il suo Io.


Se il taboo del tradimento non ti fa né caldo né freddo, ma l’idea di poterti innamorare di altre ti mette l’anima in pace, allora probabilmente il poliamorismo è quello di cui devi discutere, non cuckqueaning.

Non è che siete recidivi?

Magari il punto non è nemmeno il cuckqueaning in sé, perché vi andrebbe bene la vostra attuale compagna come qualsiasi altra. Il punto è che vi eccita l’idea di andare con altre, punto. Fate parte di quella categoria di uomini che tradiscono per il gusto di farlo. Vi annoiate facilmente, o le vostre storie durano poco, oppure se vanno avanti sufficientemente a lungo non potete fare a meno di far cadere lo sguardo sull’erba del vicino. Scopare chi vi pare è il vostro primo desiderio, il consenso della vostra compagna è solo un comodo permesso per tenervi l’anima in pace; anche in quel caso ci saranno volte in cui non glielo direte, perché anche se il consenso generale ve l’ha dato, il brivido del segreto non ve lo toglie nessuno. Avete probabilmente già tradito altre volte, lo state facendo o siete decisamente aperti all’idea di farlo. La comunicazione con la vostra compagna è assente o asservita agli scopi più comodi del momento (non c’è bisogno che sappia tutto tutto quello che vi passa per la testa). Siete convinti di conoscerla a fondo, di sapere i suoi limiti, cosa è disposta o meno ad accettare. Finite tra le braccia di altre perché sapete già che la vostra compagna proprio non potrebbe capire il vostro estremo bisogno di *inserirefetishrandom* e voi l’amate con tutto il cuore ma non potete rinunciare ad una parte di voi stessi e sapete che lei non è tipa da fare certe cose, così per non ferirla create un piccolo ed innocente spazio personale in cui potete essere davvero liberi.
A chi fa parte di questa categoria auguro numerosi, accidentali, e karmici colpi sui testicoli.

Fino a poco tempo fa, quando il fenomeno cuckqueaning non era ancora totalmente esploso su internet, le uniche testimoni di questo fetish erano vittime di uomini del genere. Tradite nella realtà ma incapaci di interrompere la relazione per un qualsiasi meccanismo di dipendenza (compresa l’eventuale relazione D/s), finivano con il forzarsi ad accettare la situazione, legittimandola colpevolizzandosi oppure creando un riflesso pavloviano di eccitamento. Sono quelle cuckquean che hanno finito col subire più abusi, ad essere vittime di doppi-legami (vedi studi di Bateson), ad aver avuto bisogno di stimoli sempre più forti per coprire lo strappo dell’Io.

 

Il punto del cuckqueaning è che la vostra compagna non SA semplicemente. PARTECIPA. E no, toglietevi la mano dalle mutande perché non sto parlando di partecipazione attiva alla scopata, ma di coinvolgimento nella dinamica. Lei è influente quanto voi. Ha potere di veto (e se non ce l’ha, ha qualche altro meccanismo di safeword altrettanto essenziale), ha diritto a costruire questo fetish in modo tale da trarre anche lei vantaggio, qualsiasi esso sia. Autostima? Competizione? Desiderio di servire? Coccole? Umiliazione? Adrenalina?
Qualsiasi cosa sia, deve avere modo di ottenerla all’interno di un ambiente sano e protetto in cui il massimo che potrà portare a casa come danno saranno lividi (metaforicamente parlando; può anche farsi frustare a sangue dalla ‘cake per quel che riguarda i coinvolti, se piace a tutti).

Il Queanbull vuole il cuckqueaning proprio perché comporta il coinvolgimento totale della sua compagna. Se gli venisse proposto di andare con un’altra senza il consenso della cuckquean ma senza il pericolo di venire scoperto, non ne vedrebbe più il senso. Il punto per lui non è andare con altre, ma fare un’esperienza che coinvolga lui e la compagna come coppia.

[Qui vorrei fare un appunto su tutti quelli che finiscono in dinamiche cuckquean perché vogliono primariamente andare con altre, ma hanno cercato la via legale: non me la sento di condannarvi, ma non siete Queanbull, siete Scopatori Etici – utilizzando l’espressione coniata con The Ethical Slut].

Il Queanbull ha un’attenzione maniacale nel controllare che la sua cuckquean sia soddisfatta ad ogni passo e abbia il giusto supporto in caso stia attraversando un momento difficile.
Non cerca altre storie romantiche, tiene attentamente sott’occhio l’attaccamento emotivo delle ‘cake per far sì che non diventino aggressive nei confronti della sua cuckquean.
È aperto a ridiscussioni riguardo alle regole della dinamica nel momento in cui la sua cuckquean mostri di aver maturato nuove posizioni. Se dopo varie ridiscussioni la sua cuckquean fosse ancora scontenta, è disposto a parlare dell’interruzione temporanea o permanente del fetish.
Il Queanbull ideale non ha bisogno del cuckqueaning, e proprio per questo lo gestisce con estrema lucidità e correttezza.
Può essere un Dom, un Sadico, un Kinkster. In qualsiasi caso è mosso dall’amore verso la sua compagna, e quello resta sempre il motivo ultimo.

Se trovate legittime queste posizioni e vi ritenete in grado di poterle assumere (o già lo fate), allora si può passare alla fase del chiedervi come avvicinare la vostra compagna al fetish.
Ma se siete amanti delle threesome o del poliamorismo, vi consiglio vivamente di farlo ben presente alla vostra partner.

Se avete confermato la vostra identità di Queanbull, allora potete chiedervi se la vostra partner è una Cuckquean.
Già, buongiorno buongiornino: potreste essere così sfigati da non avere tra le braccia una potenziale cuckquean.
Non dico che vi si nasce, e certamente con una sufficiente apertura mentale un po’ tutte possono essere avvicinate a qualsiasi pratica, almeno a livello teorico. Il punto è che ci sarà sempre quella piccola percentuale di persone che semplicemente non sono fatte in quel modo. Potrete provarle tutte, loro potranno essere disposte al 100% a capirvi e a tentare, ma alla fine non funzionerà senza una forzatura violenta, perché non sono Cuckquean. Tutto qui.
Mettete in conto di potervi trovare in questa situazione. Mettete anche in conto di poter essere in quello scomodo angolo in cui dovrete decidere se il gioco vale la candela.
Qualunque sia la posizione della forse-un-giorno-cuckquean, il punto centrale sarà sempre PARLARLE APERTAMENTE. Niente sotterfugi, niente manipolazioni, niente ricatti emotivi, niente indizi. Sedetevi a cena, a pranzo, in mezzo al pomeriggio, quando e dove vi pare, e parlate apertamente. Dei vostri desideri, delle vostre fantasie, di quello che vorreste, di quello che temete, di quanto sarebbe importante per voi ma di quanto non volete mettere in una posizione impossibile lei.
Se il punto 1) è la Comunicazione, il 2) è certamente la RASSICURAZIONE.
Perché? Perché potrete giurarci sopra, se lei non ha mai nemmeno avanzato l’ipotesi nella sua testa, inizierà a farsi domande: perché volete andare con altre? Lei non è più abbastanza? Vi ha annoiato? Non l’amate più? Chi sarebbero queste amanti? Ce ne sono già state? Avete già tipe in mente? Vi piacciono più di lei? Vi state innamorando di altre? E se vi innamoraste di altre? E se la trascuraste completamente? E se non la trascuraste ma l’amante avesse l’idea malsana di essere sul suo stesso piano? Come fa lei a sapere di essere più speciale delle altre? Perché dovrebbe sopportare la gelosia di dividervi con altre? E se le altre si mettessero in testa di rubarvi? E se ci riuscissero? E se qualcuno dovesse venire a saperlo? Lei sarebbe la povera cornuta? Ecc ecc.
Se lei ha la mente abbastanza aperta e il vostro rapporto ha una comunicazione sana, riuscirete ad arrivare a questo punto e lei si sentirà libera di inondarvi con i suoi pronostici assolutamente apocalittici sulla vostra coppia e la sua salute mentale. Avrà ogni sorta di paranoia, e per quanto vi possiate impegnare nel tranquillizzarla (cosa che DOVRETE comunque fare), state sicuri che l’80% delle vostre iniziali azioni confermeranno le sue paure. Questo perché deve lei fare pace con se stessa e con i suoi pregiudizi/paure, e il vostro ruolo sarà quello di essere l’asse su cui lei ruoterà.
Volgarmente voi siete il palo e state chiedendo a lei di essere la pole dancer. Col cazzo che lei si appenderà a voi, se non è sicura del fatto che la reggerete (vi può sembrare divertente, ma non riderete quando la vostra fidanzata/moglie metterà in discussione la vostra integrità nel rapporto).
Il punto 3) è facilmente la NEGOZIAZIONE, dove entrambi mettete le carte in tavola su quello che siete disposti a provare, pianificate un percorso d’azione, e in generale decidete se volete o meno fare questa cosa e in quale grado.

Un breve ma importante appunto sui possibili motivi che possono portare la vostra compagna a mostrarvi il dito medio piuttosto che parlare civilmente di questo gioioso fetish: il suo passato. Tenete conto di quanto la sua educazione, esperienze personali, autostima, voci familiari ecc hanno formato il suo pensiero riguardo a com’è una coppia e cosa lei dovrebbe aspettarsi da una coppia. La sua gelosia potrebbe essere motivata da insicurezze personali che potrebbero essere motivate da traumi infantili; potrebbe essere che tutta la sua vita è stata costruita sul desiderio di ripercorrere i passi dei genitori o di allontanarsene del tutto e questo fetish la mette in una posizione di scacco matto; può essere che ammettendo il cuckqueaning lei dovrebbe mandare al diavolo tutte quelle prove che per tutta la sua vita avevano assicurato che lei fosse all’interno di una relazione sana e al sicuro, e la state costringendo a ribaltare tutto. Ci sono milioni di fattori che potrebbero portarla a dire “No”, così come ce ne sono stati milioni che hanno portato me a dire “Sì”. Non iniziate niente, nemmeno in teoria, finché non conoscete tutti questi fattori. Dovete conoscerla come il palmo della vostra mano, o non sarete in grado di capire quali passi la faranno crollare. Molto probabilmente nemmeno lei se ne renderà conto, e starà a voi riconoscere i segnali di un possibile trigger.

Quando parlavo del considerare se il gioco vale la candela, mi riferivo ai trascorsi della vostra partner, che potrebbero eventualmente essere così radicati ed importanti che l’iniziare questo fetish la potrebbe destabilizzare in maniera devastante e portare conseguenze non solo nella vostra sfera relazionale, ma persino in quella sua lavorativa, sociale ecc.

Vi ricordo che le relazioni intime hanno un ruolo fondamentale nel costituire la ‘tana’, il ‘rifugio’ in cui ricaricarsi e curarsi da tutto l’inferno che è il mondo esterno. Il cuckqueaning gioca sul destabilizzare questo rifugio. Il problema è che se la forse-un-giorno-o-mai-cuckquean non ha i piedi ben saldi e non sa reggere gli scossoni, precipiterà davvero con tutto il nido, anche se non era la vostra intenzione. 
Perciò sì, ho visto casi in cui la cuckquean avrebbe seriamente dovuto non iniziare ad esserlo, perché tutte quelle situazioni irrisolte si sono poi riversate all’interno della dinamica fetish ed improvvisamente i limiti erano tutti sbalzati, non c’era più realtà e finzione, il tradimento era vero e fidatevi quando vi dico che non volete stare vicino ai meccanismi di compensazione di una donna insicura convinta di star venendo abbandonata. E non dovreste starle vicino non perché rompe sinceramente i maroni, quanto perché sareste direttamente responsabili del danno psicologico di una persona che dite di amare.


3400 parole circa dall’inizio dell’articolo e mi sembra di avervi dato un sufficiente quadro di quanto sia impegnativo il ruolo del Queanbull, di quante responsabilità si appoggerebbero sulle vostre spalle e di quanta forza ci vuole per fare da perno ad una dinamica simile. I sadici emotivi e gli amanti del mindfuck sanno piuttosto bene di cosa sto parlando, perché hanno responsabilità molto simili.
I consigli sull’introdurre una donna al cuckqueaning sono sempre gli stessi: parlatele ed ascoltatela, attenti a tenere bene a mente tutte le variabili che potrebbero trasformare la vostra fantasia erotica nel suo inferno personale.
Se alla fine di tutto questo siete ancora sicuri di avere le carte in regola, fatemi le vostre domande, andate dritti al sodo con le vostre belle, fate quello che più vi piace.
Ma se siete tra quelli che si sono sentiti in piena indigestione leggendo questo articolo, fate un favore a me, a voi stessi e a quelle che vi portate a letto (amanti nascoste o ufficiali che siano): tornate a segarvi su youporn, che fare una cuckquean non è lavoro per voi.
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P.s. Avrei dovuto mettere Cuckquean con la C maiuscola ovunque, ma sinceramente, troppa sbatta formattare 6 pagine di testo. Quindi beccatevelo così com’è.
P.p.s. Vi ricordo che ciò che è scritto in rosso brillante è un link. Non fate sì che il mio impegno nel metterli sia stato invano. Cliccate, su.
P.p.p.s Darò un cioccolatino a tutti quelli che arriveranno fino a fine articolo. Complimenti. 

What you’re looking for

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Forse vorrete uccidermi, ma non essendoci ancora aggiornamenti significativi da raccontarvi, continuo a cazzeggiare.
Giacchè abbiamo appena iniziato l’anno nuovo, per tirare un pò le somme di quello appena passato ho fatto un salto nelle mie statistiche delle visite, e ho cercato con quali termini voi mascalzoncelli siete arrivati su questo blog.
Alcuni mi hanno fatto piangere dal ridere, perciò vi ringrazio per lo spassoso pomeriggio che mi avete regalato ;D

– Alta percentuale di termini generici come “cuckquean“, “cuckqueanita“, “cuckqueaning
– “Cuckqueaninta” viene cercato 104 volte. Per 104 volte si fa un errore di battitura. Tanto per essere chiari: la ‘n’ dopo ‘queani’ NON c’è. Grazie.
– “film sul tradimento“,”libri sul tradimento“, “letteratura sul tradimento” hanno avuto un bel seguito. Sono lieta che la pagina creata abbia aiutato. Mi sto ancora documentando per arricchirla, probabilmente aggiungerò anche la parte Manga e Anime  <3
– “cuckquean stazione umiliazione” viene cercato 10 volte. Piaciuto il post? Anche a me.

Ora iniziamo con quelli più particolari…

– “toccati masturbati” 5 volte.
– “cuckquean anita wordpress” 4 volte.    Perchè?!
– “closetquean” 4 volte. Qui mi dispiace un pò, perchè ClosetQuean è un altro blog, e qualcuno cercando l’altro è arrivato invece sul mio
– “finalmente cuckold“. Auguri anche a te.
– “cuckquean il mio uomo con altre
– “moglie consenziente“….a cosa? e poi perchè, di solito non lo sono?
– “sono una cuckquean” siamo in due. Contattami!!!
– “cuckquean simbolo” ci stiamo lavorando un pò tutte. Magari un giorno arriverà.
– “contratto cuckold“. non sapevo lo facessero anche come forma di contratto slave.
– “lettere cuckold“…lettere?
– “monte di venere and bdsm” wait…what?
– “sono moglie cuckquean
– “the end of mr y” lo metto qui ma mi ha fatto particolarmente sorridere. Cercavi un libro e sei finito qua da me, eh? Sorry.
– “film che trattano corna” non sono sicura che google indicizzi particolarmente bene un gergo così colloquiale.
– “painful pleasure pareri
– “cheated cuckquean” qui so già che un’amica andrà in ‘fuck!’….TAUTOLOGICO! A meno che non poniamo il ‘cheated’ come metacomunicativo, ossia come un tradimento delle regole postulate nel cuckqueaning.
– “la più bella scena di tradimento” su questa son curiosa anche io.
– “per amore sono diventato cuckold” tenerissimo. <3
– “sditalinarsi davanti a cippia che scopa” questo è nella Top 5 lo giuro ;D
– “cuckold, come dirlo” tanta pazienza, tanta voglia di ascoltare il partner, tanta sincerità e tanta fiducia.
– “perchè dopo essermi masturbato provo un disgusto” il disgusto post-masturbatorio! la piaga dell’umanità. Personalmente affronto la cosa ascoltando musica, mi distraggo.
– “farlo venire dentro di lei“…questo c’entra col cuckqueaning?
– “cuck b“. intendi bisex?
– “cuckgue definition” aspetta, cosa?
– “quckuean” le lettere sono tutte sbagliate, just sayin
– “patologia cuckold” è un pochinino esagerato definirla una patologia.
– “sito delle cuckqueans” c’è un sito delle cuckqueans?!
– “femminile plurale groult” meraviglioso libro, e ahimè manca di informazioni su internet. Tant’è che chi lo cerca arriva qua.
– “come si diventa cuckold” questa è nuova: tentare d’arrivarci volontariamente. Se lo scopri dimmelo che son curiosa.
– “canzone da dedicare all’amante stronza” ahahahahah ok prova con Misery Business dei Paramore.
– “cuckold pillola sms“…cosa?!
– “umiliare un subordinato” ahahahah ed è arrivato da me ahahahahah
– “portal solution” ti prego dimmi che non stavi davvero cercando la soluzione del videogioco Portal ;D Glados!!! <3
– “canzone invito al tradimento” Usher ‘Yeah’
– “scopata immobilizzata” interessante.
– “cos’è un 24/7 nel sesso?” no, non è una posizione.
– “sbagliato essere cuckold“….NO.
– “moglie troia marito contento” non condivido totalmente questa tendenza ad insultare la Sweet. Andiamo, la maggior parte delle volte deve essere convinta dai mariti cuckold ad andare con altri, e appena lo fa scattano i “ah! che troia!”. Un pò di comprensione please.
– “la mia ragazza mi accusa di essere freddo e distaccato” questa è nella Top 5.
– “contratto matrimonio cuckol+la troia” ci risiamo. Manca la ‘d’ alla fine comunque.
– “coming out e freddezza” ?
– “scopata matalaTOP5!!!
– “meriti coukold”  hai sbagliato praticamente tutto.
– “manuale del perfetto cornuto sottomesso” lo voglio anche io.
– “come si guarire dal cuckoldismo” non devi necessariamente guarire, e puoi smettere senza problemi. penso tu debba parlare per bene con il tuo partner e tranquillizzarti un pò.
– “bdsm bambino” ehi!!!
– “la penetrò” semplicemente epica. Top 5
“mio ” “mi eccita” “con un altra” preciso. google ringrazia.
– “masturbazione stato confusionale” anche questa mi ha fatto sorridere xD mi sono immaginata la scena.
where did “jenn coney” go”, “what happened to jenn coney’s cuckquean webpage?” apparentemente lei ha avuto dei problemi privati ed è tipo scomparsa. facebook, twitter, fetlife. In più, l’indirizzo del suo sito è praticamente scaduto. Speriamo vada tutto bene. (apparently, due to some personal issues she’s disappeared. facebook, twitter, fetlife. In addition, her website’s address has almost expired. hope she’s doing well).
“cornuta” marito “fiera” sborra”. yeah!!!
“come tene accorgi che hai fatto una masturbazione?” ahahaahah altra Top 5. cucciolo/a xD
“vi voglio bene, buon natale a tutti mean in english” ahahaahahahaah LOL (sorry, i bet this wasn’t what you were looking for, but thanks anyway, and merry christmas, love ya! <3)
“sa cosa si riconosce un cuckold” probabilmente dall’erezione asd
– “ho accontentato mio marito: l’ho reso cuckold” vai così, donna!!!

“cuckold psicologia”, “metacomunicazione messaggio di retroazione”, “metacomunicazione esempi”, “il padre assente e la madre iperprotettiva munchausen”, “metacomunicazione”, “madre munchausen “padre assente”, “messaggio di retroazione nella metacomunicazione”, “concetto di metacomunicazione”, “metaregola della comunicazione”, “come uscire dal paradosso del doppio legame”, “metacomunicazione e schizofrenia”, “mindfuck significato”, “in psicologia che cosa è l’ingiunzione”, “meta comunicazione paradossale”, “tesi sulla metacomunicazione”, “la meta comunicazione in un rapporto terapeutico”, “metacomunicazione x manipolare il partner”  (evitiamo, please), “esempi pratici di metacomunicazione”.
Vedo che molti hanno fatto i compiti a casa.

Beh che dire, questo è un estratto del meraviglioso mondo della ricerca google.
Vi adoro, seriamente.

Disquisizioni semantiche

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Prendete una frase come tante altre.
Una a caso.
Diciamo… “Voglio un paio di corna”.

Tesi:      “Un paio di corna” =/= “due corna”

Prerequisiti: http://www.etimo.it/?term=corno

Dimostrazione:
‘Corna’ è il plurale di ‘Corno’. —> due corna, tre corna, quattro corna, cinque corna…infinite corna

‘Un paio” =
un=1
paio=2
‘Un’ x ‘paio’ = 1 x 2
‘Un paio di qualcosa” —-> due di qualcosa.
     |
     |
     |
     v
“Un paio di corna” —-> due di corna.
Ma quante corna ci sono nel plurale ‘corna’?
Se ‘corna’ comprende tre corna, allora ‘un paio di corna’ ci porterà ad avere 6 corna,
Se ‘corna’ comprende 12 corna, allora ‘un paio di corna’ ci porterà ad avere 24 corna.

Ma un genericissimo paio di corna, che non specifica quel plurale ‘corna’, che cosa dovrebbe esattamente moltiplicare per due?

Conclusione:
“Un paio di corna” è equivalente a “Delle corna”

Implicazioni:

“Voglio un paio di corna”, posto che ‘corna’=2

lascia indefinito il tipo di corna. Può essere che l’insieme ‘corna’ comprenda diverse cose.

Così potrei ritrovarmi ad avere 4 donne nel letto del mio fidanzato, così come 1 donna e 3 corna di cervo, 2 corna di cervo-1 donna-1 corno napoletano ecc.

Vi risparmio tutti i calcoli matematici che Lui si è divertito a fare.
Comunque, pensateci.

Metacomunicazione

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Premetto che questo articolo è frutto dei miei studi privati, indi per cui non è permesso il riutilizzo e/o il copia-incolla senza il mio permesso.

 

Probabilmente questo è l’argomento più importante che potrei mai trattare sul blog, e non ho la presunzione di concluderlo in un solo post. Avviso già da ora che se ne sentirà parlare più volte, sempre in maniera diversa ma sempre sottolineandone l’enorme importanza.
Quello che scriverò qui vale come mia personalissima opinione e non vuole essere un messaggio di Verità ultima. Leggetelo come un altro punto di vista abbastanza interessante da poter essere preso in considerazione. Per il resto, ognuno sceglie di vivere come preferisce.
Come dichiarazione d’intenti, vorrei evidenziare la mia assoluta convinzione che tutto il palcoscenico del bdsm/fetish può reggersi in piedi in modo sano e duraturo attraverso una singola azione: la Metacomunicazione.
Ora che ho specificato la mia tesi, prima di mettermi d’impegno ad argomentarla, vi regalo una digressione per capire bene di cosa si sta parlando.

Prendiamo due persone: Fabio e Patrizia. Stanno insieme, non stanno insieme, si conoscono, non si conoscono, sono amici, sono nemici; sono tutte cose che decideremo di volta in volta con gli esempi. I concetti che vi presenterò potrebbero essere caotici e troppo vicini, chiedo venia.

Il concetto base è che nel momento in cui Fabio comunica un messaggio a Patrizia, il processo comunicativo non è finito qui. Si inserisce il concetto di retroazione, laddove una volta comunicato qualcosa da A a B, B con la sua risposta modificherà a sua volta A.
Dato per certo che NON SI PUO’ NON COMUNICARE (il cercare disperatamente di non comunicare -anche con il linguaggio del corpo- è in realtà veicolo di un messaggio chiarissimo “non voglio comunicare”), la nostra vita è totalmente immersa nella comunicazione e nelle sue retroazioni.
Immediatamente agganciato alla retroazione è il concetto di equilibrio omeostatico, che reagisce a qualsiasi cambiamento facendo in modo che resti intatto l’equilibrio precedente al suddetto cambiamento. Un esempio? Consideriamo un individuo disturbato psicologicamente e la sua famiglia. Non è così raro che nel momento in cui l’individuo migliora e/o guarisce, qualcun altro in famiglia si ammala. Se consideriamo come l’equilibrio di quella famiglia comprendesse la presenza dell’elemento disturbato per permettere a tutti gli individui di relazionarsi in un certo modo, l’assenza di questo anello porta al processo omeostatico atto a trovare immediatamente un rimpiazzo. Questo vale per qualsiasi diade-triade o rapporto con più persone; l’equilibrio non è affatto detto che rispecchi quella che è la nostra idea di ‘stabilità’, ‘armonia’, ‘pace’. In una famiglia con la figlia schizofrenica, il padre assente e la madre iperprotettiva, i ruoli sono perfettamente incastrati e funzionanti, e l’equilibrio è assicurato da loro stessi; non solo, vi dirò anche che il loro equilibrio è ben più saldo di quello di una famiglia ‘sana’, in quanto le loro regole e la loro dinamica è ben più fissa ed immutabile delle altre. Vien da sè la considerazione che una comunicazione sana si adatta ai cambiamenti, ma i confini tra il giusto e lo sbagliato qui sono labili ed etici, perciò mi limiterò ad esprimere la mia idea senza cercare di condannare qualcuno.
Considerando invece il rapporto tra due persone, ci rendiamo subito conto quanto spesso e volentieri siamo impegnati nel dare una punteggiatura agli eventi. Prendiamo Fabio e Patrizia, che finalmente possono iniziare a fare il loro dovere in questo post. I due litigano in continuazione: lui accusa lei di essere isterica ed aggressiva, cosa che lo porta ad essere freddo e distaccato per trovare pace; lei accusa lui di essere freddo e distaccato, cosa che la porta ad essere isterica ed aggressiva per attirare disperatamente l’attenzione. Non serve una grande immaginazione per capire l’impasse in cui si sono vicendevolmente intrappolati.

Marito: (al terapeuta) So ormai per esperienza che se voglio la pace in famiglia non devo intromettermi perchè mia moglie vuole fare le cose a modo suo.
Moglie: Non è vero! Quanto vorrei vederti prendere qualche decisione o avere un pò più di iniziativa almeno una volta ogni tanto perchè…
Marito: (interrompendola) Non me lo permetteresti mai.
Moglie: Sarei contenta di lasciarti fare – ma se ci provo, non muovi neanche un dito, e allora devo fare tutto io all’ultimo momento.
Marito: (al terapeuta) Capisce? Uno non può occuparsi delle cose se e quando c’è bisogno – tutto deve essere pianificato e organizzato una settimana prima.
Moglie: (con rabbia) Fammi un solo esempio. Dì quand’è stato che hai fatto qualcosa negli ultimi anni.
Marito: Non ho nessun esempio da fare, perchè è meglio per tutti, anche per i bambini, se ti lascio fare a modo tuo. E’ una verità che ho scoperto molto presto dopo che ci siamo sposati.
Moglie: Sei stato sempre così, da quando mi ricordo – le decisioni le hai lasciate sempre a me!
Marito: Santo cielo, adesso mi tocca sentire anche questa (pausa, poi si rivolge al terapeuta) – ecco cosa dirà, dirà che stavo sempre lì a chiederle cosa voleva – per esempio “dov’è che vuoi andare stasera?” o “come ti piacerebbe passare il week-end?” e invece di capire che cercavo di farla contenta, si arrabbiava…
Moglie: (al terapeuta) Già, però quello che ancora non capisce è che se una sente un mese dopo l’altro la stessa sinfonia “tutto – quel – che – vuoi – cara – per – me – va – bene” una comincia a capire che a lui non gliene importa niente di quello che una vuole… [Watzlawick, Beavin, Don D. Jackson, “Pragmatica della comunicazione umana”, Roma Astrolabio (1971), p.86-87]

Tutto questo ci porta all’importante concetto della ‘profezia che si autodetermina’ […] che dal punto di vista dell’interazione è forse il fenomeno più interessante nel settore della punteggiatura. Nella comunicazione, il ‘dare la cosa per scontata’ si può considerare l’equivalente della ‘profezia che si autodetermina’. E’ il comportamento che provoca negli altri una reazione alla quale quel dato comportamento sarebbe la risposta adeguata. […] L’aspetto tipico della sequenza (che poi è ciò che lo rende un problema di punteggiatura) è che l’individuo in questione crede di reagire a quegli atteggiamenti e non di provocarli. [Watzlawick, Beavin, Don D. Jackson, “Pragmatica della comunicazione umana”, Roma Astrolabio (1971), p.88]

Una quantità imbarazzantemente grande di conflitti nelle coppie nascono proprio da un’errata punteggiatura, o ancor meglio dalla pretesa di inserire una punteggiatura ad un livello troppo maturo cronologicamente (relativamente al conflitto) per poterlo davvero fare. Se Fabio urta un vaso e Patrizia urla perchè era il regalo di sua nonna, non facciamo nessuna fatica a comprendere la punteggiatura; Fabio potrà scusarsi (e magari lamentarsi un pò perchè il vaso era in una posizione già di per sè precaria) e lei potrà sospirare e raccogliere i cocci (o magari tenergli il muso, non ha importanza).
Tuttavia questa possibilità non c’è sempre: a volte è talmente sottile la ragnatela che ha invischiato i comunicanti con un lento crogiolamento, che diventa assolutamente irrilevante porre una punteggiatura, perchè oramai entrambi hanno alle spalle lo stesso bagaglio e ne sono responsabili in egual modo.
Ha senso allora concentrarsi sull’analisi della loro situazione attuale e al modo per uscire dalle corde con cui si sono intrappolati. Ma facciamo una cosa per volta.

L’ultimo grande concetto che ci manca per poter trattare in modo soddisfacente l’argomento è quello di Metacomunicazione, per l’appunto. Dall’inizio del post non ho fatto altro che parlare di alcuni meccanismi della comunicazione, con relativi esempi laddove l’ho ritenuto necessario. Durante tutto questo post comunicherò sulla comunicazione: ergo metacomunicherò.
La necessità di definire la metacomunicazione è essenziale, perchè mai come in questo campo i livelli si mischiano. Se sto facendo una dimostrazione matematica e qualcuno mi fa una domanda, utilizza la lingua che padroneggia meglio al momento (può essere la sua lingua madre o l’inglese, se si trova in uno scambio culturale, o in qualsiasi altra lingua adatta alla circostanza). Se voglio fare una domanda riguardante la comunicazione, utilizzo la stessa lingua che uso quotidianamente, e le possibilità di creare ambiguità sono moltissime, perchè non c’è più alcuna distinzione tra la lingua che uso per comunicare e tra quella che uso per comunicare sulla comunicazione.
Comunicare sulla metacomunicazione è un livello ancora successivo, replicabile teoricamente all’infinito.
Ora, la metacomunicazione è essenziale per riuscire a chiarire la natura della relazione in corso tra due o più persone, così come per chiarire i ruoli di potere che ci sono all’interno.

I coniugi erano ricorsi allo psichiatra per i litigi (talvolta anche violenti) che scoppiavano tra di loro e che li lasciavano profondamente preoccupati perchè sentivano di aver fallito tutti e due come coniugi. Erano sposati da ventun anni. Il marito era un uomo d’affari di successo. All’inizio dello scambio verbale che riproduciamo, la moglie aveva solo osservato che per tutti quegli anni di matrimonio non aveva mai saputo in che rapporti fosse col marito.
Psichiatra: Lei vuole dire che avrebbe bisogno di ricevere da suo marito qualche indicazione per sapere se è contento di quello che lei fa.
Moglie: Sì.
Psichiatra: Ma suo marito non le fa delle osservazioni, positive o negative che siano?
Marito: E’ raro che io le faccia osservazioni…
Moglie: E’ proprio raro…
Psichiatra: Allora come- come sa che…
Moglie: (interrompendolo) Lui fa solo i complimenti. E’ questa la cosa che sconcerta. Mettiamo che mi si bruci qualcosa che ho cucinato -lui dice che è proprio ‘buono, molto buono’. Ma se preparo un piatto che è veramente buono, lui ripete la stessa frase: ‘Buono, molto buono’. Gliel’ho detto che non capisco quand’è che mi critica e quando mi fa i complimenti. Ma lui pensa che i complimenti mi spingano a far meglio, così quando proprio me li merito lui è al sicuro (li fa sempre). Stanno così le cose…Il valore dei complimenti l’ho perduto.
Psichiatra: Lei vuol dire che non sa in che rapporti è con una persona che le fa smepre i complimenti…
Moglie: (interrompendolo) No, io non so più quando è che mi critica e quando sono veri i complimenti che mi fa.
Anche se i coniugi sono entrambi pienamente consapevoli dello schema in cui sono impigliati, alla fine la consapevolezza non li aiuta a fare qualcosa che uscirne. [Watzlawick, Beavin, Don D. Jackson, “Pragmatica della comunicazione umana”, Roma Astrolabio (1971), p.76]

Prendiamo ancora Fabio e Patrizia, e diciamo che lui sia il Master e lei sia la slave; lei è stata ‘collarizzata’ due mesi prima, e come moltissimi fanno, hanno stilato un contratto con tanto di firma e timbro. Quel contratto non è forse metacomunicativo? Non chiarisce la natura della loro relazione? Non stanno forse parlando della loro relazione su quel pezzo di carta? Poniamo il caso in cui Fabio e Patrizia metacomunichino senza sapere di farlo, senza distinguere consciamente i livelli. Mettiamo che Fabio abbia fatto qualcosa che ha ferito profondamente Patrizia a livello emotivo; qualcosa che doveva essere taboo, che doveva essere FUORI dal bdsm, e che invece era entrato con forza e l’aveva lasciata totalmente spogliata della sua sicurezza. Immaginiamoci Patrizia che gli dice – Non dovevi farlo -, e Fabio che le risponde – Non sei tu a dare gli ordini qui -.
Il problema? Patrizia sta metacomunicando, Fabio no. Fabio non ha distinto i livelli, e si sta comportando esattamente nel ruolo che gli è dato, non astraendosi. Ma per metacomunicare c’è bisogno di uscire dalla bolla di ruoli della dinamica relazionale. E’ come se due soldati di fazioni opposte in guerra abbandonassero le armi, si sedessero ad un tavolo e giocassero a scacchi decidendo le rispettive strategie.
Mi sembra estremamente chiarificatore citare il meraviglioso scritto teatrale di Edward Albee, Chi ha Paura di Virginia Woolf, dove la comunicazione tra i due protagonisti (che sono sposati) si piega al loro gioco e risulta così scarsa a livello metacomunicativo da mostrare gli effetti disastrosi di due ruoli che non riescono più a fare altro che distruggersi a vicenda.
Anzi, per essere sicura di dire con certezza tutto quello che voglio dire sull’argomento, cito me medesima copiando un paio di miniparagrafi da una ricerca che avevo fatto in passato, incentrata proprio sui paradossi della/nella comunicazione.

2. Il paradosso nella comunicazione

Entrando nello specifico dei paradossi pragmatici, questi hanno particolare valore nelle comunicazioni umane in quanto generano comportamenti che possono cadere nella schizofrenia e altre patologie.
Nell’interazione umana, si genera un paradosso quando:
・ Vi è una forte relazione di tipo complementare (ufficiale e subordinato, ad esempio).
・ Viene data un’ingiunzione che deve essere obbedita ma deve essere disobbedita per essere obbedita.
・ La persona che nella relazione ricopre la posizione one-down (sottomesso) non è in grado di uscire dallo schema paradossale in quanto non può metacomunicare*** (cioè comunicare sulla comunicazione paradossale).

La forma più frequente di paradossi nella pragmatica della comunicazione umana è un’ingiunzione che richiede un comportamento specifico, che proprio per sua natura non può che essere spontaneo. Ad esempio, chiunque riceva il messaggio “Sii spontaneo!” si ritrova in una posizione insostenibile, perché per obbedire ed essere spontaneo deve entrare in uno schema di non spontaneità, che è l’obbedienza. Alcune varianti possono essere:
(a) “Dovresti amarmi”
(b) “Non essere così ubbidiente”
(c) “Sai che puoi fare quello che vuoi, non preoccuparti se però poi piango”

Queste ingiunzioni sono paradossali in quanto richiedono la simmetria in un tipo di rapporto complementare.
Sottoporre una qualunque persona per lungo tempo ad un tipo di comunicazione di questo tipo significa ledere significativamente la sua salute mentale, in quanto uno stimolo paradossale non può che generare una risposta altrettanto paradossale. Il lavaggio del cervello infatti si fonda quasi esclusivamente sul paradosso pragmatico.

Lo studio condotto a metà del 1900 da Bateson, Jackson, Haley e Weakland ha gettato nuova luce sul comportamento schizofrenico, ipotizzando che fosse l’ambiente a generare la schizofrenia, e non la schizofrenia a degradare l’ambiente circostante. Secondo loro infatti lo schizofrenico “deve vivere in un universo in cui le sequenze di eventi sono tali che le sue abitudini di comunicazione non convenzionali in qualche modo saranno appropriate”. Studiando approfonditamente questo tipo di comunicazione, sono arrivati a coniare il termine doppio legame.
Questo è generato quando:
・ Due o più persone sono coinvolte in una relazione intensa che ha un alto valore di sopravvivenza fisica e/o psicologica per una di esse, per alcune, o per tutte.
・ Viene dato un messaggio che è strutturato in modo tale che (a) asserisce qualcosa, (b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione, (c) queste due asserzioni si escludono a vicenda.
・ Si impedisce al ricettore del messaggio di uscir fuori dallo schema stabilito, o metacomunicando o chiudendosi in se stesso.

Possiamo evidentemente notare come alla base del doppio legame vi sia proprio un paradosso pragmatico nella sua definizione da manuale. In particolare, impedire al ricettore del messaggio di uscir fuori dallo schema lo costringe di fatto a reagire forzatamente all’ingiunzione, che in quanto paradossale lo porta a rispondere in modo anch’esso paradossale.
È importante poi sottolineare che questo tipo di relazione non è unidirezionale, ma ogni membro del rapporto avrà importanza eguale rispetto agli altri, e se un doppio legame produce un comportamento paradossale, sarà proprio questo a legare il legatore. Perde allora di senso la domanda “come”, o “perché” in quanto questi sistemi patologici sono circoli viziosi auto-perpetuantesi. Laddove vi è un doppio legame, si potrà diagnosticare nel membro “più disturbato” la schizofrenia.
Davanti ad un doppio legame, le possibili reazioni possono essere:
・ La persona penserà di essersi lasciata sfuggire un particolare importante per rendere sensato lo schema, idea ancora più motivata dal fatto che per tutti gli altri membri lo schema appare come logico. Sarà perciò ossessionata dallo scoprire questi elementi, e non trovandoli porterà la ricerca a fenomeni senza alcuna attinenza col significato e con gli elementi che cerca di trovare.
・ Opterà per la soluzione paramilitare, e cioè prendere tutte le ingiunzioni alla lettera, elidendo ogni idea personale. L’osservatore perciò potrebbe notare comportamenti insensati in quanto mancherebbe la capacità/volontà di distinguere ciò che è banale da ciò che è importante, ciò che è plausibile e ciò che non lo è.
・ Potrebbe scegliere di chiudere i canali di comunicazione ed isolarsi psicologicamente e fisicamente, per evitare di dover reagire all’ingiunzione. L’osservatore si troverebbe davanti ad un soggetto autistico. Per lo stesso motivo la persona potrebbe decidere di diventare iperattiva, al punto da sommergere tutti i messaggi in entrata.

Una volta che il messaggio paradossale è stato imposto alla persona che a sua volta ha risposto con un comportamento paradossale anch’esso, il paradosso è imposto agli altri comunicanti, completando il circolo vizioso. Ogni comunicazione infatti tende a creare un circuito a retroazione positiva, cioè dove una volta che A ha inviato un messaggio a B, questo invia un messaggio sull’output ad A che lo modifica.

***Sull’importanza della metacomunicazione, rimando al paragrafo successivo, su “Chi ha paura di Virginia Woolf”

2.1 Chi ha paura di Virginia Woolf?

“Chi ha paura di Virginia Woolf” è un dramma teatrale di Edward Albee, scritta nel 1962 e rappresentata in tutto il mondo.
La trama è abbastanza semplice: tratta di una coppia sposata, Martha e George che invitano una domenica la coppia Nick e Honey, molto più giovani di loro. Tutto il dramma ruota intorno al confronto tra queste due coppie e allo scontro incessante tra Martha e George che con numerose escalation continuano a lottare per avere l’ultima parola su tutto. Imbastiscono una serie di giochi psicologici che portano la coppia ospite ad essere coinvolta nel gioco perverso tra i due protagonisti, e a scoprire che questi due mantengono il mito di un figlio immaginario che George ucciderà (sotto lo sguardo incredulo di Martha) alla fine della storia.
Il rapporto dei due protagonisti è un perfetto esempio di doppio legame, dove entrambi sono invischiati in quelle regole che non sono in grado di modificare e che fanno sì che il loro schema comportamentale si replichi all’infinito.
L’importanza della metacomunicazione risulta subito evidente, laddove manca in entrambi la capacità di comunicare sul loro gioco per modificarlo. Mancando quella che è la figura del terapeuta, che sarebbe in grado di cambiare il doppio legame e le regole, i due protagonisti continuano a tentare di distruggersi a vicenda, in un’escalation che non si esaurisce nemmeno alla fine del dramma teatrale, che non segnala certo la risoluzione del conflitto.
Poiché non c’è nulla che distingue la loro metacomunicazione dalla comunicazione, le proposte per modificare il gioco o per cessarlo non vengono ascoltate dall’altro che le interpreta come se fossero parte del gioco stesso.
Un esempio è l’episodio in cui Martha, implorante, prega ripetutamente George di fermarsi, con questo risultato:

Martha: (con tenerezza, si muove per toccarlo) Ti prego, George, basta con i
giochi, io…
George: (le dà con violenza un colpo sulla mano) Non toccarmi! Le tue zampe
tienile pulite per gli studenti!
Martha: (grida spaventata, ma debolmente)
George: (le afferra i capelli e le tira indietro la testa) Adesso stammi bene a
sentire, Martha; hai avuto la serata e la notte tutte per te e adesso non puoi piantarla anche se non hai più sete di sangue. Noi andremo avanti e ti sistemerò in un modo che il tuo spettacolo di stanotte sembrerà un quadretto di Pasqua. Adesso ti voglio un tantino sveglia. (La schiaffeggia leggermente con la mano libera) Tira fuori un po’ di vita, bambina mia. (La schiaffeggia ancora)
Martha: (cercando di liberarsi) Fermati!
George: (la schiaffeggia ancora) Riprenditi! Ti voglio in piedi e in forma, tesoro
mio, perché sto per metterti a terra e allora bisogna che stai su. (La schiaffeggia ancora; le dà una spinta e la lascia andare; lei si riprende
Martha: Va bene, George. Che vuoi?
George: Una battaglia alla pari, bambina. Tutto qui.
Martha: L’avrai!
George: Voglio vederti furibonda!
Martha: SONO FURIBONDA!
George: Lo sarai molto di più.
Martha: NON DARTI PENSIERO DI QUESTO!
George: Sono contento per te, ragazza mia. Adesso giocheremo questo gioco
fino alla morte.
Martha: La tua!
George: Avrai una sorpresa. Ecco i ragazzi. Tieniti pronta.
Martha: (passeggia per la stanza come un pugile sul ring)Sono pronta. [pp.208-9]

2.2 Conseguenze del paradosso

Bisogna tener presente che ogni relazione possiede strumenti di omeostasi che cioè permettono al sistema di restare in equilibrio. Un messaggio paradossale che genera un comportamento paradossale che provoca una comunicazione paradossale, è un sistema omeostatico dove l’equilibrio non solo è stabile ma è addirittura auto-perpetuante. I sistemi di comunicazione insani presentano regole ben più rigide di quelle di un sistema sano, in quanto l’omeostasi condizionata dal circolo vizioso fa si che non sia accettabile il cambiamento, perciò qualsiasi strumento per ristabilire l’equilibrio farà si che la situazione continui in eterno uguale a se stessa.
Sottolineo il fatto che le regole rigide presenti nei sistemi insani ad un osservatore esterno potranno far sembrare laa situazione caotica.
Un’altra importante differenza tra i sistemi sani ed insani è che questi ultimi mancano di metaregole, cioè di regole per il cambiamento delle proprie regole, nel caso in cui si rivelino inadeguate. Questo è evidente se si pensa che il sistema è eterno nel suo circolo.

Possiamo ipotizzare tre diverse situazioni paradossali che possono generare tre quadri clinici patologici:
・ La persona viene biasimata per il modo in cui vede il mondo o per la percezione che ha di se stessa. La persona (spesso un bambino dai propri genitori) tenderà perciò a diffidare dei propri sensi. Verrà esortata a vedere le cose “nel modo giusto” e ad essere accusata di esser pazza per pensare le cose in un certo modo. Il quadro clinico della persona corrisponderà a quello della schizofrenia, in quanto non sarà più in grado di trovare nessi logici che gli altri vedono apparentemente con chiarezza e lei no.
・ La persona viene rimproverata per il fatto di provare sentimenti che non dovrebbe provare. Si sentirà perciò in colpa per la propria incapacità di provare sentimenti adeguati, e il senso di colpa potrebbe essere l’ennesimo sentimento non giustificato. Cercando di provare quello che gli viene detto di dover provare, il comportamento della persona corrisponderà al quadro clinico della depressione.
・ La persona riceve da individui per lei importanti asserzioni dove le si chiede un certo tipo di comportamento e il suo opposto, ritrovandosi nella situazione di poter obbedire solo disobbedendo. Il comportamento corrispondente è quello della delinquenza o di instabilità.

In definitiva, ciò che fa di una relazione paradossale un circolo senza fine è l’impossibilità di cambiare le regole dello schema (metaregole) o di comunicare sulla situazione paradossale (metacomunicazione). I membri infatti non possono vedere, rimanendo all’interno della relazione, le alternative che non sono in essa contenute.

Non dimentichiamoci però che la nostra esistenza è satura di paradossi. Molti rapporti assicurano la propria stabilità quando i partner considerano realmente la possibilità di lasciarsi. La comunicazione paradossale abbiamo già detto che genera patologie laddove si forma un doppio legame per lungo tempo e questo diventa il pilastro base della comunicazione stessa.

Citare questi paragrafetti mi ha permesso anche di inserire gli esempi delle conseguenze di questi tipi di comunicazione paradossale.
Se consideriamo il mondo BDSM dove il dolore non è mai solo dolore e un “Sei solo una puttana” non vale mai (o almeno, quasi mai) fuori dalla sessione, la metacomunicazione svolge un ruolo a dir poco vitale per la coppia.
Specialmente per coloro che praticano i loro fetishes 24/7 è necessario saper conversare su metalivelli, perchè non c’è nemmeno più l’ambiente circoscritto dal tempo della sessione, perciò smette di esserci un Dentro e un Fuori.
Me ne rendo conto sempre di più man mano che pratico all’interno del bdsm: la metacomunicazione è l’unica cosa che impedisce di cadere all’interno di un rapporto paradossale e deleterio. Vedo moltissime coppie (non necessariamente intese come coppie ‘romantiche’) che non metacomunicando consciamente si ritrovano invischiate in un circolo vizioso che li intrappola sempre di più, in una spirale di pretese e concessioni non capite.

“Il fatto è che una persona non può scegliere la sola alternativa che la aiuterebbe a scoprire quello che la gente vuol dire; non è in grado – se non viene molto aiutata – di discutere i messaggi degli altri. Ma se non è in grado di farlo, l’essere umano è simile a ogni sistema autoregolantesi che abbia perduto il suo regolatore; gira entro una spirale di deformazioni interminabili che sono però sempre sistematiche” [Bateson, Gregory, Jackson, Don D., Haley, Jay e Weakland, John, “Toward a Theory of Schizophrenia”, Behavioral Science (1956), 1, pp. 251-64]

L’ambiente cuck in particolare è pieno zeppo di queste situazioni, perchè si basa sulla stessa pratica paradossale del tradire senza tradire davvero. Le oscillazioni tra ciò che è oltraggioso all’interno della coppia e ciò che non lo è sono veloci e instabili, nonchè imprevedibili. Se la diade ha anche un doppio legame di tipo Mistress e sottomesso, abbiamo la perfetta ricetta per una situazione intricata destinata ad intricarsi ancora di più, dove i paletti limite vengono spostati più in là senza alcuna logica. Come se in un rapporto BDSM la safe-word (metacomunicazione per eccellenza, la porta di ‘salvezza’) venisse cambiata arbitrariamente da uno dei due ogni giorno senza che l’altro lo sappia, così da intrappolarlo all’interno del ruolo senza possibilità di scampo.
Persino nei contratti di collarizzazione più stretti, laddove viene indicata come regola finale “La slave non può decidere di interrompere la relazione”, c’è sempre la libertà di metacomunicare e modificare le regole attraverso delle metaregole.
E’ un tipo di libertà che non deve MAI, MAI essere revocata. E deve essere nella testa di tutti che questa libertà non PUO’ essere revocata perchè saltando di livello si può sempre arrivare a parlare da pari a pari con il partner che si ha di fronte.
La sottomissione è pur sempre un atto di volontà individuale, così come essere Master/Mistress o essere slave richiede la collaborazione di entrambi, ed entrambi hanno pieno diritto di conversare con l’altro per correggere la dinamica qualora stesse uscendo fuori dai binari.

Leggo di troppi rapporti che vanno alla deriva e che, con un occhio sufficientemente lungimirante, si mostrano destinate a circoli viziosi sempre più stretti finchè uno dei due (o entrambi) non soffocherà.
Pensiamoci.

Bibliografia: Watzlawick, Beavin, Don D. Jackson, “Pragmatica della comunicazione umana”, Roma Astrolabio (1971);
Watzlawick, “Il codino del Barone di Münchhausen”, Milano Feltrinelli (1989)