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Il Natale in famiglia

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Quindi, siamo agli sgoccioli di un altro anno. Spero che lo stiate passando tutti smaltendo con successo i postumi dei pranzi e cenoni natalizi. Sappiate che vi sono vicina.

Per me è stato decisamente un Natale impegnativo dal punto di vista familiare, e le fatiche non sono ancora del tutto passate. Dal punto di vista del cucking, invece, credo sia stato il momento più produttivo dai tempi della scopata con Ermenpippa.
Ho ricevuto persino il mio regalino natalizio con una fotuzza. Direi che non poteva andare meglio.
La Cuckcake ha passato con lui praticamente ogni giorno (compreso Natale, per l’appunto) mentre io ero impegnata a sopravvivere al mio inferno personale a 1000 km di distanza da Lui. Posso dire di aver avuto solo due istintivi attacchi di gelosia/possessività, gestibili con un semplice respiro profondo. Un controllo sulla situazione come poche volte avevo potuto goderne.
Un tempo (e chi mi segue qui sin dall’inizio può confermarlo) l’idea di essere in difficoltà e da sola mentre Lui è distratto da un’altra mi avrebbe totalmente distrutta, mentre questa volta mi ha solo dato la sensazione che ci fosse qualcosa per me fuori da tutto questo groviglio di problemi. Il cuckqueaning mi ha attivamente aiutata a sentirmi più stabile, ricordandomi che sono molto più di quello che mi stavo sentendo ridotta ad essere.

Ammetto però che sia stato anche un peso che ho avvertito come se camminassi con una palla di piombo incatenata alla caviglia. Tornare nel luogo in cui sono cresciuta mi costringe sempre a misurarmi con tutto ciò che ha generato i miei tarli e al contempo mi forza a sostenere un esame in cui tutti sfoggiano i loro traguardi, e in qualche modo sento sempre di essere sulla strada sbagliata. Ve lo sto raccontando non perchè stia morendo dalla voglia di mostrarvi quanto sia tedioso starmi nella testa, ma perchè ritengo sia un pensiero che possa venire a più di qualcuna. Perchè conosco più di qualcuna che affronta lo stesso mio genere di problemi, e potrebbe essere invogliata a pensare le mie stesse cose.

Immaginatevi di essere davanti ad un gruppo di persone di cui, nolenti, tenete in considerazione l’opinione; immaginate di sentirvi ancora bambini davanti a loro, mentre sfoggiano la loro adultezza; immaginate che ognuno di loro abbia un mestiere o una specializzazione di studi che immediatamente li caratterizzi. Immaginate che ci siano cugini, vostri coetanei o poco più grandi di voi, già sistemati con i loro partner, e che ogni coppia abbia un evidente timbro. Ci sono quelli sposati da poco e che vengono ancora additati in paese perchè “Mamma che bella coppia!”, e ci sono i fidanzati novelli che vibrano di vivacità e saranno anche loro degli sposi modelli nel giro di qualche anno.
Poi ci siete voi. Il brutto anatroccolo che sin da piccolissimo ha disperatamente cercato l’approvazione di tutti i suoi vicini, che ha imparato migliaia di trucchi per farsi notare scoprendo troppo tardi che nessuno di questi attirava la loro attenzione. Immaginatevi di essere di nuovo invisibile in mezzo a questa enorme tavolata, con il dolce pensiero che il vostro Lui è distante mille chilometri e tra le braccia di un’altra (almeno qualcuno sta facendo qualcosa per voi, no? Qualcuno vi sta vedendo, nonostante tutto), e improvvisamnete vi sentite sprofondare perchè voi siete “Quella che si fa fare le corna”. Oppure: “Quella che si fa torturare i genitali”. Occasionalmente: “Quella che si fa pisciare addosso”. Improvvisamente riuscite a vedere cosa si vedrebbe di voi, se qualche scorcio di verità venisse alla luce. Immaginate il loro sguardo, e sentite che forse è una buona cosa che voi siate invisibili.

In quel momento non conta il fatto che abbiate un Lui a coprirvi le spalle, perchè in quel momento siete nudi e i fucili vi sono puntati al petto, non alla schiena.
Non so quanto possa servire la rassicurazione che questo stile di vita non è qualcosa che macchia. Non posso dire con sincerità che in Italia sia facile avere pubblicamente lo status di “cornuto” (non voglio nemmeno iniziare a pensare a quale sia il comune pensiero riguardo a chi pratica bdsm). Siamo sinceri, è una delle figure più ridicolizzate della nostra tradizione. Non posso dire di non comprendere cosa significhi avere il proprio Super Io che grida con la voce di persone che ben conosciamo e da cui vorremmo tanto nasconderci perchè abbiamo fatto proprio una brutta marachella. Perchè stavolta ci siamo seriamente rovinati la faccia.
Perchè per alcuni ha senso dire “Sono la mia famiglia e dovrebbero amarmi; se non mi amano, problema loro”, ma per altri la strada è semplicemente quella di inseguire un’approvazione che non arriverà mai. E il bdsm è un tipo di dinamica che inibisce il dolore di queste ferite. Corrervi dentro può significare però compiere quel fatidico passo che vi farà definitivamente perdere la speranza di essere quel tipo di persona che loro vorrebbero che voi foste.

A tutti coloro che sono riusciti a compiere quel passo e sospirare rassegnati, accettando che le cose stavano ormai così, un abbraccio sincero. Congratulazioni.
A chi sta ancora litigando col proprio Super Io perchè la speranza di essere notati/accettati/amati/qualsiasicosa è ancora viva, mi sento di dirvi con la testa di trattenere il fiato e fare quel fatidico passo, e col cuore di tenere duro perchè non si sa mai.

La fine del 2013 può significare per alcuni l’ennesimo anno finito mordendosi la lingua, costruendo una facciata pubblica che non urti chi dovrebbe invece spingervi ad essere chi siete ed ammirarvi per questo. Alla fine quel genere di approvazione la riceverete da direzioni inaspettate, da persone che non vi conoscono ma che hanno già le braccia aperte. Il bdsm per me ha spesso questa forma: una coperta messa sulle spalle e una carezza sulla testa.

Quindi, sulla mia strada verso la realizzazione personale, dopo la fase di lotta contro me stessa (superata con successo), dopo la fase di lotta contro di Lui (superata con successo), dopo la fase di lotta contro l’opinione comune di perfetti estranei (superata con discreta facilità), approdo a quella dell’auto-negazione con i familiari. E’ forse un passo obbligato della fase di crescita quello di sentirsi orribili perchè non si è diventati quello che ci si aspettava? E’ evidenziato perchè invece che parlare di tratti caratteriali si sta parlando di comportamenti apertamente oggetto di giudizio popolare?
Uscire da questa matassa potrebbe essere un bel compito per il 2014.
O magari mi sto solo facendo pare mentali perchè ho mangiato pesante.

Se non è zuppa è pan bagnato (o come credevo che si dicesse da piccola: pampagnaro).

Il Ritorno (zombie version)

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Probabilmente pensavate fossi morta, o che mi fossi perlomeno riconvertita al vanilla style.
Non è successo nulla di ciò, e questo elimina due validissime scuse per la mia assenza fino ad oggi; ma che posso farci, sono una temeraria!
Se vi state chiedendo che diamine abbia fatto in tutti questi mesi, “trasferimenti ed università” copre l’80% delle mie possibili giustificazioni. Il restante 20% è pura pigrizia.
Avevo addirittura fatto scadere il dominio del sito, ma come ben potete vedere l’increscioso problema è stato risolto.

Stiamo dunque arrivando alla fine di un altro anno, e io non riesco quasi davvero a capacitarmi del fatto che stia sguazzando dentro al cuckqueaning dalla primavera 2011 (più di due anni, quand’è successo?!). Rileggevo qualche giorno fa i primi post e i risultati più importanti ottenuti durante tutto questo viaggio, e sono stata piuttosto felice nel notare che moltissime mie posizioni sono cambiate. Evitando di concentrarmi sul cambiamento in sè, se sia stato in meglio o in peggio, sono stata soddisfatta nel notare che su più fronti avevo totalmente ribaltato il mio punto di vista iniziale; significa che il tornado non è mai passato, che le cose mi toccano ancora così in profondità da cambiarmi completamente. Significa che le mie paure da cuckquean novizia non mi hanno congelata, che sono riuscita a mettermi in discussione più e più volte.
Uno dei post che volevo scrivere durante la noia estiva riguardava proprio tutte le cose che sono cambiate rispetto all’inizio. Non mi sono mai trascinata abbastanza da farlo (e ancora adesso la mia pigrizia regna sovrana su tutto), ma qualcosa posso tirarlo fuori.

Primo punto che mi viene subito in mente è il: sono una cuckquean ma non sono assolutamente una sub.
Era un punto d’orgoglio e di principio (sono la stessa cosa?), e ci ho messo mesi per riuscire a capire quale fosse il mio problema.
Non posso più dire di non essere una sub. E’ stato un ruolo con cui ho preso confidenza in modo totalmente separato dal cuckqueaning (che, ricordiamolo, è un fetish, non un rapporto D/s – se vi piace fare la coppia cuck con D/s dentro buon per voi, ma teniamo a mente quale sia la vera natura degli elementi originali che state mischiando-) e che ne è sempre stato dissociato. Si stavano confondendo i limiti nel periodo in cui mi masturbavo su Lui che andava con altre, perchè le fantasie finivano sempre con l’avere una sfumatura di power exchange, ma notando quanto lo trovassi un peso più che un divertimento, la cosa è finita lì e i due mondi sono tornati ad essere non correlati.
Avevo iniziato il cuckqueaning ben prima di esplorare come si deve il bdsm. Se qualcuno di voi ha dato un’occhiata al mio profilo fetlife, può notare quanto le cose siano andate avanti. La lista di fetish con cui ho giocato, le pratiche in cui mi sono immersa, l’interesse verso la formalità ecc mostrano quanto io abbia avuto tutto il tempo di innamorarmi di quel mondo e assaggiare com’era fatto. Mi ci sono trovata bene e faccio una discreta brat (se non sapete di cosa io stia parlando va bene lo stesso, tanto non siete voi che dovete occuparvi di tenermi a bada). Vivere insieme a Lui aiutava a farmi inserire nel giusto mindset, perchè mi teneva costantemente sott’occhio e impediva alla mia testa di andarsene per fatti suoi. L’attuale lontananza invece (Lui si è spostato in un’altra università a Milano) ha reso quasi impossibile tenermi col guinzaglio corto, e questo ha messo in Pausa l’intero impianto di sperimentazione D/s.
Ulteriori sviluppi verranno notificati, ma per ora siamo ‘fermi’ al rough e kinky sex.

Altro punto cambiato col tempo: il mio rapporto con le altre.
Non so davvero come si sia evoluto, considerando quanto fosse vitale per me tenere l’Altra come antagonista. Forse mi hanno ammorbidita i mesi di astinenza. Forse (più probabilmente) ho iniziato ad aprire gli occhi man mano che ricevevo email da perfetti estranei che mi chiedevano consigli sulle loro situazioni. Ho conosciuto parecchie donne e sono stata ‘costretta’ a vederle per davvero, a capire i loro problemi e far notare possibili soluzioni. A spostare il mio punto di vista e mettermi nei panni altrui, riconoscendo somiglianze e differenze rispetto a me. Ho fatto conoscenze che mi hanno senza ombra di dubbio cambiata.
Dove in passato ero pronta a puntare le armi per difendermi da tutte, comandata dalle mie insicurezze, ora mi rendo conto che navighiamo tutti nelle stesse paure. Mi ritrovassi adesso a rivivere le primissime esperienze del cuckqueaning so che farei tutto diversamente, perchè avrei un punto di vista molto più empatico verso la posizione dell’amante.
Per tutte le Cuckcake (si chiamano così adesso, le amanti di un rapporto cuckquean; carino, no?) di questo mondo: avete due palle d’acciaio a sopportare gli stenti di una dinamica del genere, che non solo riesce raramente a far felici tutti i coinvolti, ma che quando c’è da tagliar via l’anello debole, finite quasi sempre con l’essere voi. Tanto di cappello, davvero. Dovete avere due palle quadrate o la faccia come il culo. Qualsiasi sia il caso, fatevi forza.

Ulteriore cambiamento: la mia posizione.
Mi rendo conto di essere estremamente più elastica rispetto agli inizi. Mi è capitato di essere lontana chilometri e non poterlo vedere se non 5 giorni dopo, mi è capitato di avere entrambi nella stanza accanto e sentirli baciarsi, mi è capitato di essere solo una figura di sfondo e mi è capitato di preparare anche per lei la cena. In tutto questo non ho avuto il minimo problema. Continuo a trovare molto più divertente l’idea di poterli sbirciare, ma quello è il mio piccolo animo voyeur (o stalker?) che chiede attenzioni. Per il resto mi piace sentire Lui raccontarmi di essersi divertito a conoscere questa o quella, di quanto siano belle le labbra di una o il seno di un’altra. Non ho problemi nel fare quella silenziosa che finge di essere l’amica che non vuole disturbare la coppietta, così come la padrona di casa che offre dolcetti per mettere a proprio agio l’Altra.
A differenza di mesi fa, non avverto morse al petto quando Lui mi fa cenno di andarmene immediatamente dalla stanza perchè finchè sono via Lei è più a suo agio nel saltargli addosso; non ho problemi a vedere le labbra di Lui gonfie ed arrossate da baci non miei; ci sono profumi estranei che gli stanno addosso molto bene; ci sono ragazze a me estranee che gli stanno addosso molto bene!
Mi chiedo se tutta questa tranquillità derivi dal fatto che sono trascorsi più di due anni, o se dipenda dalle esperienze positive che ho fatto ultimamente conoscendo altre persone che hanno condiviso con me le loro storie e si sono spinte persino a considerare la mia opinione importante.

Potrei continuare con un altro miliardo di particolari.
La gelosia, diventata ormai una spezia che apprezzo ma che non toglie nulla al sapore originale del piatto.
Le mie farfalle nello stomaco, che mi sorprendo ancora nell’avere quando mi rendo conto che sta per succedere qualcosa di serio.
Le mie insicurezze, cullate dalla consapevolezza di non essere la sola ad averle.

Quindi, se vi state chiedendo se ci sia una ‘cake al momento, la risposta è sì. E’ un dolcetto tanto carino e ben educato con me, il che fa fare le fusa al mio animo cuckquean e mi fa stare tranquilla.
Ci sono state un paio di altre ragazze negli ultimi mesi, ma ancora nulla di effettivo, verrete aggiornati in caso di novità impellenti.

Spingendoci verso la fine di questo post, spero di poter scrivere qualcosina prima di Capodanno, altrimenti vi faccio gli auguri sia per Natale che per un felice passaggio anno.
Fatemi sapere come state voi, scrivetemi email che mi fa piacere avere compagnia e…
Niente, a caval donato non si guarda in bocca.

Angolo Indicizzazioni del giorno:
cuck queanita
masochista sottomessa da master vicino al cornuto
vecchia troia, che fa bdsm

Il Rant sul cocktail

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Pensavo di aver risolto i miei problemi di insicurezza. Invece mi sono ritrovata con Lui che mi parlava di lei (per comodità la chiameremo Piñacolada) in modo così entusiasta, come se fosse possibile per Lui immaginare una relazione con lei. Che è adorabile, carina, bella, simpatica, interessante, un corpo bellissimo e bla bla. Che la ‘cake passerebbe in secondo piano perchè Lui penserebbe all’altra, che se non riuscisse a farci qualcosa se ne pentirebbe tantissimo perchè con lei lo vuole.

Come si fa a smettere di vedere una minaccia? Siamo al solito problema. Se io gli permetto di godersi questa gioia con questa ragazza, io in che posizione mi metto? Quando mi dice che mi ama perchè le cose belle succedono grazie a me, mi sta dicendo che una tipa l’ha spinto a pensare che fosse una vera fortuna avere il cuckqueaning, perchè altrimenti l’avrebbe persa e sarebbe stato un peccato. Non è su di me, è su di lei. Sono il mezzo attraverso il quale lei è diventata approcciabile, e questa è una cosa da festeggiarsi. La conosce da nemmeno 24 ore, è anche chiaro che io stia spingendo al peggio ogni cosa che penso. Ma quando loro si saranno conosciuti meglio? Quando succederà davvero qualcosa? In quel momento quale razionalizzazione mi salverà? Dove si trova il limite tra il cucking e il poli? Quand’è che passo dal permettere il sesso e una cotta da lei a Lui ad una relazione? A Lui che si invaghisce di lei? Con del vero affetto di mezzo, dove finiscono tutti i paletti che avevamo messo? Che cosa cambierebbe per me?

Mi ha dato fastidio il fatto che non potessi scrivergli, sempre col pensiero di disturbarli. Che Lui non si fosse premurato di farlo più spesso. Ero entusiasta all’inizio, ma poi la mia coinquilina è andata via e io sono rimasta da sola. Il cuckqueaning si fa in due, ma sono io quella rimasta in un angolo per 15 ore. E mi ha dato fastidio che Lui mi dicesse che non scriveva perchè parlavano fitti e metteva a disagio farla aspettare. La frase peggio formulata della storia. È anche difficile dover ogni volta ingoiare il rospo quando Lui dice qualcosa che mi fa male, perchè non posso mica dirgli di controllare ogni singola frase che gli esce dalla bocca, e certamente non mentre è concentrato su un’altra. Quindi devo stare zitta mentre si preoccupa del suo disagio e non del mio. A me ci penserà dopo quando avrà finito con lei.

Mi ha ricordato quel particolare messaggio che, mentre era con la prima amante, mi aveva fatto perdere la calma. Che avrebbero tardato ad arrivare perchè erano troppo presi a scopare. Di nuovo.

Come Queanbull non posso prentendere che Lui tenga in considerazione ogni singola variabile. Devo essere io quella in grado di gestirsi da sola. Se mi sento improvvisamente vulnerabile, devo accontentarmi del fatto che ci sia una safeword che mi salvi in caso di emergenza. Ma quand’è l’emergenza? Quand’è che il mio stare male è accettabile come danno collaterale?

Sarebbe tutto così facile se si trattasse di sesso. Avrebbe un senso. Avrebbe un fine che si potrebbe raggiungere, Durerebbe un tot e poi basta fino alla prossima. Invece sono rimasta sola un’intera giornata perchè Lui stava facendo stare bene un’altra. Perchè coccolava un’altra. Non stava succedendo nulla di rilevante per me come cuckquean. Stava invece succedendo qualcosa di abbastanza importante per Lui da ignorarmi, da non accorgersi che il cellulare era spento, dal non chiedersi perchè io non mi stessi facendo sentire, se stessi bene o meno. Ciò che stava accadendo era abbastanza da giustificare una sparizione simile, pur sapendo che per me non lo sarebbe stato (o sarebbe corso a dirmelo alla prima possibile). Queste realizzazioni erano sensazioni quel giorno. Era una sensazione di disagio fissa. Era la sensazione di depressione quando poi è tornato, entusiasta o meno che fosse di sentirmi. Non che non volesse sentirmi, ma non stava morendo dalla voglia, o l’avrebbe fatto prima.

Ho avuto l’assaggio di cosa succede quando Lui è preso da qualcuna. Semplicemente non c’è per me. Non ha considerato di cos’avrei potuto aver bisogno io. Non ha considerato come mi sarei sentita nel vivere una cosa che amo come il cuckqueaning in un modo che però mi faceva male. Che sapevo benissimo che per come era la vita universitaria mi sarei dovuta abituare a decine di nuovi incontri che richiedevano la piena attenzione, così come dell’avere queste conoscenze sotto mano costantemente, mentre noi elemosiniamo i giorni. Non deve farmi la tirata giustificatrice in cui elenca tutti i motivi per cui non si può fare diversamente. Questo non rende il tutto meno amaro, e lui non ha pensato di dovermi dare qualche colpetto sulla spalla. Non ha pensato che certe cose avrebbero potuto farmi stare male, perchè la mia maturità da cuckquean è decisamente cresciuta. Sono diventata stabile e più matura, quindi perchè mai doversi sempre preoccupare che io abbia delle debolezze? Perchè pensare di poter calpestare una mina, dopo tutto il bell’esempio che stavo dando?

Ho avuto l’infantile reazione, appena arrivato, di rifiutarmi di chiedergli conforto. Mi sono inorgoglita e chiusa a riccio perchè se non poteva esserci quando avevo bisogno di Lui, non avrei certo elemosinato dopo. Ero una bambina che piangeva e piangeva e nessuno veniva a controllarla. No, peggio. Ero una bambina cui veniva da piangere e non lo faceva perchè sapeva di essere sola in casa.

È così facile e invitante pensare che Lui mi stia apertamente facendo male. Che Lui si sia dimenticato di me, o che si sia dimenticato delle regole e qualsiasi altra cosa. Mi sto struggendo invece nel costringermi a pensare che sono felice per Lui, che i suoi errori sono stati involontari e impossibili da evitare col mio silenzio, che dovrei semplicemente smetterla di fare la bambina ferita per far sentire in colpa gli adulti che mi hanno trascurata. Non può essere sempre una sensazione di ingiustizia. Mi ci sto spremendo la testa fino allo spasmo, e ho la seria intenzione di crescere. Però mi fa venire da piangere anche il pensiero di abbandonare la speranza di ricevere quelle attenzioni che non ho mai avuto in passato, che quella sarà davvero un’ingiustizia che mai verrà sanata. E che non posso certo far pagare a Lui il prezzo degli errori altrui.

Devo ingoiare i miei problemi e fare l’adulta.

Come faccio a fargli capire che il dirmi che c’è un’uscita d’emergenza se voglio non mi aiuta a sentirmi meglio? Che il punto è totalmente un altro? E quale sarebbe il punto poi? Varrebbe per Piñacolada così come per qualsiasi altra, e ci sarà sempre un passo falso che Lui inevitabilmente si troverà a fare. E non mi aiuta pensare che Lui possa stancarsi di questo mio “cercare problemi”. Mi viene da pensare che giustamente avendo Lui fatto i suoi perfetti comodi nella sua perfetta scena si possa sentire improvvisamente smontato da me. E mi dispiace, non voglio rovinargli qualcosa di bello. Non voglio fare quella che si fa vedere ferita per far sentire in colpa. Ma non ha pensato che io mi sarei rifiutata di chiedergli aiuto anche se ne avessi avuto bisogno, che avevo la necessità di avere Lui interessato. Così come dopo non ha immaginato quale fosse il problema, e anche quando ha scoperto che c’era davvero qualcosa che non andava, non ha ovviamente immaginato cosa fosse e cosa mi avrebbe fatto più male se Lui avesse detto questo o quello. Che se gli dico che il cuckqueaning non mi era sembrato fosse stato fatto in due quella sera, la risposta per farmi calmare e ragionare non è che non poteva farci nulla, che potevamo smettere, che è così con le nuove conoscenze, che sembrava male farla aspettare. Che se gli dico che quello che ha fatto con lei l’avrebbe fatto anche da single (a riprova del fatto che non c’è stata grandissima considerazione per il lato cuckquean della serata, a parte la legittimazione della sua possibilità stessa) la risposta per farmi calmare e ragionare non è che da single ci sarebbe andato ancora più giù, che l’avrebbe corteggiata volentieri, che è la prima volta che resta ad ascoltare invece che parlare, che lei è interessante (non quanto me, certo :) ) e hanno parlato tantissimo tutta la giornata. Se io gli dico che ho bisogno di tempo da sola per zittire quella parte della mia testa che mi sta pugnalando ad ogni sua frase, per calmarmi e farmi ragionare non può venirmi a dire che se non facesse qualcosa con lei se ne pentirebbe. Non può venirmi a dire che la ‘cake non riuscirebbe a farsela piacere così tanto perchè ha per la testa Piñacolada e gli servo io per passare da una all’altra. Che cazzo vuol dire. Perchè dovrei esserne felice?

E quando manca la differenza tra le sue amiche e  le sue possibili amanti mi ritrovo a non sapere quando posso sentirmi messa da parte e quando no. Un momento la ‘cake è una potenziale amante e il momento dopo non mi dice che la sente al telefono, o con chi messaggia ecc. Ha i suoi rapporti e le sue amicizie, non posso chiedergli un resoconto di ogni contatto che capita in università. Ma come faccio io a sapere dove sto in tutto questo casino? Perchè devo fare io la paranoica e chiedergli con chi si sente, che cosa dice ecc?

C’è che non posso dargli la colpa per non avere la sfera di cristallo.

Quindi sì, sono infantile, ho bisogno di rassicurazioni infinite perchè non ho fisicamente il modo di andare dalla me di 4 anni e spiegarle cos’è che non va. Lui resta un ragazzo e non il mio salvatore, e anche se Lui si prendesse una cotta e vivesse questa pseudo relazione alternativa con chicchessia pur continuando ad amarmi ecc, diventasse anche un poli, facesse qualsiasi cosa gli venisse in mente, comunque non cambierebbe il fatto che il problema alla nascita è un altro. Perciò a Piñacolada non riconosco alcuno status speciale, così come a Lui non figuro nessun’arma in mano. Sono solo persone che vivono e che fanno cose che mi ricordano eventi sepolti, e mi sembra che ad ogni colpo io possa sentire ancora lo stesso male di 20 anni fa. Dovrò scoprire che la me bambina sarà sempre lasciata sola e che nessuno potrà salvarmi da questo ricordo. Ma ho 23 anni e le cose sono diverse, no?

 

 

Mini-aggiornamento

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E mi rendo conto di essere davvero coccolata quando persone con cui chatto mi appendono (di proposito) per dare la precedenza ad altrE e un amico mi regala una tazza con una renna stampata sopra. Ragazzi, davvero, non sono una tipa granchè sentimentale ma mi scaldate il cuore così <3

Concluso il ringraziamento d’apertura, concedo quei pochi (nulli) aggiornamenti che ho: finalmente ho finito questa sessione d’esami e fino a metà marzo sono a posto; io e Lui abbiamo parlato di come sfruttare al meglio la sua ormai prossima lontananza per motivi universitari, e concordato (non è ancora una conferma, ma una seria possibilità) che Lui si proclami single nella nuova università.
Trovare una qualsiasi sub quando si è al di sotto dei 30 anni sembra impossibile. Avete qualche problema particolare con l’età?
Fine minipost del 28 gennaio 2013.

 

P.s. Se vi interessano i libri a tematica BDSM date un’occhiata ai lavori di Cherise Sinclair, che scrive SOLO di quello (e al contrario di un’altra autrice che non nomino perchè non voglio contribuire alla sua ignobile fama, sa di cosa sta parlando).

 

Angolo Indicizzazioni Del Giorno

cuckold scopata poi uccisa

mi eccito facilmente e quando sono tutta bagnata

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la mia ragazza ha chiesto a mio padre se la scopa e mi fa cornuto umiliandomi

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Siamo davvero così diversi?

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E riesco a scrivere ancora un post prima di capodanno, son felice.
Da raccontarvi purtroppo non ho praticamente nulla, giacchè nè io nè Lui abbiamo potuto coltivare la conoscenza di qualche papabile amante. Però sono riuscita a prepararvi la nuova sorpresina, ossia un Tumblr personale dove mettere tutto ciò che mi viene in mente sul cuckqueaning. Risolvo così il problema gallery. Per chi avesse intenzione di seguirmi anche lì (e la cosa mi farebbe estremamente piacere), il link è: cuckqueanita.tumblr.com
Avviso inoltre che sto aggiornando la pagina sulle canzoni-libri-film dedicati al tradimento, aggiungendo titoli qua e là e preparando la sezione Manga (per chi è pratico d’inglese, giacchè sono tutti in lingua).
Detto questo, avrei una questione che mi gira nella testa ultimamente, e che mi sta dando parecchio da pensare.

Torniamo all’inizio della mia adolescenza, quando i ragazzi che attiravano la mia attenzione erano quelli con un vasto seguito di innamorate che speravano di essere pescate come in una lotteria e godere delle loro attenzioni esclusive. Mi vedo farmi avanti tra queste ragazze con il sapore dell’ambizione in bocca e la voglia di superarle tutte; eppure mi vedo stare ferma immersa nella mischia, che invece di assicurarmi una strada per poter ottenere il premio tanto ambito, mi concentro sul farmi scegliere di volta in volta tra le tante. Come se, dopo aver superato un test d’accesso, invece di frequentare le lezioni, scegliessi di ridarlo l’anno dopo solo per il gusto di farmi accettare di nuovo. Non mi interessava nemmeno sapere cos’accadeva dopo il lieto fine, quando lui ormai è innamorato di te e dimentica il resto del mondo. A me interessava stare nella mischia e fare in modo che quel faro puntasse di nuovo me. Mi interessava anche vedermi tremare e piangere quando veniva scelta un’altra, per poi prepararmi alla volta successiva. Mi interessava avere un pubblico che testimoniasse i miei sforzi, che li riconoscesse.
Ricordo un pomeriggio passato in un bar con un ragazzo di un’altra scuola. Lui un paio d’anni più grande di me, estroverso e popolare, tutto labbra carnose e occhi chiari e onde bionde sulla testa. Di quel pomeriggio ricordo particolarmente bene il bicchiere di tè freddo che avevo davanti, perchè lo fissavo come se fosse la mia zavorra per restare attaccata sulla Terra, mentre lui mi parlava di quanto gli mancasse la sua ex e della serenata che le aveva fatto davanti a tutta la loro comitiva come dichiarazione d’amore. Quando prendevo abbastanza coraggio alzavo gli occhi e lo vedevo raccontarmi entusiasta tutto l’impegno che ci aveva messo, e l’ansia nell’aspettare una sua risposta. Uscivamo insieme, io e lui, ma suppongo fossi riuscita a guadagnarmi il posto di “Amica Intima” al punto che si sentiva di potermi confidare il suo amore non più corrisposto, e condividere con me il dolore che ne derivava. Non ero in grado di confortarlo più di tanto, presa com’ero dal mio piccolo tumore personale. Parlavamo della sua ex e poi quando mi salutava alla fermata dell’autobus mi infilava la lingua in bocca, tenendo le mani in tasca.
Io ero un tale groviglio di aspettative, capricci, richieste, frustrazioni, vergogna e sensi di colpa, che non riuscivo a stare in casa e passavo le mie giornate in biblioteca a respirare l’odore dei libri, a cercare qualcosa che mi elevasse dallo stagno in cui ero immersa.

Non mi è capitato ancora di dirlo ma…beh, io disegno davvero bene quando ho il cuore stretto in una morsa. Scrivo. Recito a teatro con più passione. Sono più socievole con gli amici. Vedo il dolore con più arte, e mi chiudo in tramonti passati ad ascoltare musica seduta su un piccolo muretto, mentre strofino le nocche contro la pietra.
Ecco perchè il Cuckqueaning per me è così importante; è il carburante che uso per dare il meglio di me, per pretendere un pubblico cui far vedere quanto brillo nonostante tutto, quante cose ho da raccontare.
Non ne conosco davvero la ragione, forse è perchè ho sempre avuto il terrore di essere vuota e noiosa e senza nulla da offrire -persino a me stessa-; per riconoscere il valore dei bei momenti ci vuole una maturità che al tempo non avevo, così mi spezzavo il cuore ogni giorno, per avere semplicemente qualcosa da dire.
La felicità non lascia cicatrici da guardare, mi si permetta la citazione.

Col tempo però le cose sono cambiate.
L’umiliazione verbale nel sesso ho gradualmente accettato che non fa per me, è troppo esplicita per i miei gusti. Mi basta che Lui mi dica “sto immaginando che ci sia Lei al posto tuo ora”, e il resto del lavoro lo fa già la mia testa.
Ho sempre più la convinzione che il Cuckqueaning sia un dono che io faccio a lui per amore, e un dono che Lui fa a me per lo stesso motivo. Gli regalo una libertà che normalmente è negata alle coppie, che non deve restituire in alcun modo se non continuando ad amarmi.
Non voglio identificarmi nella brava mogliettina di casa mentre l’amante è quella mondana da portarsi alle feste, ma mi rendo conto che non è durante la festa che avverto l’amore e la connessione; è quando tutti se ne sono andati ed io e Lui restiamo soli a portare in cucina i piatti e i bicchieri da lavare. E’ mentre facciamo avanti e indietro nel riordinare la sala e Lui mi dà un bacio al volo ringraziandomi dell’aiuto. E’ che l’amante potrebbe essere invitata a feste e presentata pubblicamente e tutto quello che si vuole, ma nel momento in cui c’è da tornare al focolare, ci sono io e nessun’altra.

E mi porta a chiedermi un’altra cosa. E’ comune in tutte le coppie cuck, scambisti, poliamoristi ecc concordare delle regole per non calpestarsi a vicenda. Sì puoi scopare con chi vuoi ma non il giorno del mio compleanno. La barretta di cereali guardando How I Met Your Mother lo fai solo con me. Quel profumo lo metti solo con me.
Piccoli dettagli, piccole ancore di salvezza per confermare un rapporto esclusivo. Certo, in un rapporto monogamo hai una strada a 4 corsie a disposizione, mentre adesso hai una stradina sterrata di campagna. Ma la stradina c’è sempre, ed è solo tua.
Ora, ha davvero senso? Non ci stiamo prendendo in giro?
Che differenza c’è tra l’esclusività che tanti rifiutano nella monogamia (pubblicizzando il loro stile di vita aperto e molto meno egoista) e l’esclusività che comunque si pretende nei rapporti aperti? E’ solo questione di spostare il limite un pò più in là. La pietra dello scandalo non è più semplicemente baciare un’altra donna, ma guardare quel dato film in quel dato giorno con un’altra. I dettagli diventano assurdamente precisi, si ribaltano i valori e le misure: in un rapporto monogamo quello che sembra un gesto vago e ambiguo come anche solo uno sguardo può risultare in un litigio per accusa di flirt adultero; in un rapporto poli/cuck/swing per un cavillo come il far usare le tue pantofole all’altra perchè non ne aveva di sue (esempio random) possono crearsi delle crepe anche importanti, con l’accusa di aver tradito la fiducia dell’altra.
Dov’è questa grande differenza?
Mi si potrebbe dire: la differenza c’è eccome. Dal non poter guardare nemmeno un’altra al poterla scopare liberamente c’è un mondo di differenza. Ed è vero. Ma qui stiamo parlando di sentimenti e di princìpi, e la cosa importante non è più il DOVE quella pietra dello scandalo viene messa, ma il fatto stesso che CI SIA in ogni caso. In tutte le versioni, c’è.
C’è qualcosa che  l’altro fa con la sua amante oltre che con la donna in questione, che fa incrinare il rapporto. Potrebbe essere una libertà condizionata più comoda di un’altra per alcuni, ma sempre di libertà condizionata si tratta.

E allora mi chiedo: non potrebbe davvero anche l’amante aiutare a sparecchiare dopo una festa? Far parte dell’immagine del focolare? Mi servono davvero dei posti nei quali mi cristallizzo nell’immagine della Moglie in tutto e per tutto, unica ed insostituibile nei suoi valori fondamentali? Che libertà sto donandogli? Quella di scopare con le altre, sotto certe regole? E’ solo un gioco sessuale come un altro, non un dono.
Un dono con scadenza e con limiti non è un dono, è un noleggio.
E man mano che sposto quella pietra sempre più in là, noto che il mio cervello formula automaticamente un rifugio sicuro altrove. Sì potrà fare tutte le mansioni della moglie, ma quella con l’anello sarò io. Sì potrà anche avere l’anello, ma quella che starà per sempre con Lui sarò io. Sì potrà stare per sempre con Lui, ma quella che avrà i suoi figli sarò io. Sì potrà dargli anche dei figli, ma chi li crescerà sarò io. Sì potrà crescerli anche lei, ma chi verrà considerata la Prima Moglie sarò io. Sì potrebbe anche essere ritenuta lei la Prima Moglie, ma quella più utile a Lui sono io. E via così all’infinito.
Non abbiamo risolto niente. Non si risolve niente nemmeno con il poliamorismo. Le regole restano sempre quelle, sono solo spostate più in là. A molti fa comodo semplicemente perchè hanno deciso di vivere in quello spazio che si sono ritagliati all’interno del limite, ma il limite c’è sempre.
Dov’è il dono d’amore totalmente disinteressato?

E’ a questo che sto pensando, negli ultimi giorni prima di Capodanno. Al valore di ciò che stiamo cercando di costruire, e al significato che esso ha, al modo in cui ci modifica.
Ai tabù e alle paure che sembrano scomparire ma che in realtà prendono solo una forma diversa, e non appena te ne rendi conto, tornano a punzecchiarti. Avevi solo dimenticato di avere il sassolino nella scarpa, ma ora ti sei spostato e lo senti di nuovo.
Sono certa che la gelosia resterà sempre, e resterà sempre una grandissima motivazione per andare avanti a testa alta; ma mi chiedo se non mi stia illudendo, sentendomi nobile e forte per ciò che riesco a donargli. Temo di starmi chiamando una Guerriera, chiusa però nelle mie stanze d’avorio, lontana mille miglia dalla guerra.

C’è davvero un modo per uscire dallo schema di rapporto esclusivo?

CSI e il colpo di scena

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E rieccomi a casa…il luogo del delitto.
Rientrarci ha fatto un pò CSI, con tutti gli sguardi furtivi ad ogni angolo, l’attenzione maniacale verso i dettagli, il ricostruire gli ultimi istanti della casa prima del mio arrivo.
In cucina c’erano i bicchieri che avevano usato, le pantofole che lui le aveva comprato; la stanza da letto aveva il lenzuolo che avevo lasciato su per loro sfilato dal materasso e raggomitolato in un angolo (accortezza di Lui per non mostrarmi il letto esattamente come l’avevano abbandonato); in salotto i cuscini del divano erano riversi su una sola metà, indicando lo spazio intimo in cui avevano scelto di starsi addosso; il profumo che Lui aveva usato per cercare di coprire l’odore di Ermenpippa aveva ancora il tappo mezzo aperto.
Sorvolando sul fatto che ho afferrato il profumo e Lui ha fatto giusto in tempo a dirottarmi fuori di casa davanti al canale che l’ho lanciato via stirandomi un braccio (dovevo spingere con la spalla, non con il polso!), i primi momenti in casa sono stati traumatici. Ho riaperto le finestre per far cambiare aria, ma cercavo disperatamente qualcosa che provasse che quel posto fosse MIO. Ho iniziato a sentirmi meglio solo una volta seduta sulla mia poltrona/letto con una tazza di tè in mano e i miei yaoi da leggere, nonchè dopo aver ritrovato un pezzo di carta che avevo appallottolato e messo nella cesta delle caramelle prima di partire, quando stavo ancora riordinando casa (avevo già chiuso la spazzatura e non sapevo più dove metterlo…); il rivederlo lì mi ha dato una dimensione di quanto in realtà quella casa mi appartenesse. Che per quante cose accadano al suo interno senza che io possa assistervi di persona, la casa resta mia, resta qualcosa che ho contribuito con le mie mani a creare, e che non mi potrà mai essere estranea.

Sembra tutto bene quel che finisce bene, ma ho comunque passato un paio di giorni in totale depressione. No, non era nemmeno depressione, era totale mancanza di fiducia in me stessa. Inconsolabile e afflitta, occasionalmente eccitata da morire (e il sesso era l’unico momento in cui il CQ funzionava a dovere), ma pur sempre affranta.

Poi ieri c’è stata un pò una svolta.
Abbiamo (io e Lui) sentito al telefono il mio carissimo compagno di attese interminabili Felix Quinn, gli abbiamo raccontato per bene com’è andata e abbiamo avuto modo di scherzarci sopra, così come di toccare punti che magari non mi era venuto in mente di considerare. Dopo la chiamata avevo riconfermato che temevo di essere lasciata da parte perchè data un pò per scontata, che avevo il terrore che a Lui piacesse al punto da desiderare di tornare più tardi da me. Insomma, insicurezze-insicurezze-insicurezze.
Lui poi si appisola e io vado a ripescare il primissimo testo scritto che raccoglieva in maniera organica i miei pensieri sul CQ. La mia dichiarazione d’intenti, di più di un anno e mezzo fa, ancora prima di parlarne con lui in quel pomeriggio sul treno. Quello che ho letto mi ha scioccata totalmente, perchè avevo dimenticato quella che avevo detto essere la molla iniziale. Certo, ci sono tutte le cose che poi ho raccontato qui ecc, ma quelle erano già totalmente immerse nella paura creata dalla realtà dei fatti, dall’unione di paranoie-gelosie e chissà che altro. Lì invece avevo davanti un CQ puro, così come la mia mente l’aveva partorito. Ero così immersa dentro alle paranoie complottiste da donna tradita, che non mi riusciva più di metacomunicare a sufficienza: sì lo facevo, ma non abbastanza da astrarmi quel tanto che serviva per uscirne fuori e vedere obiettivamente la cosa. CONTROLLARE obiettivamente la cosa.
Che mi serva nei momenti in cui perdo di nuovo la strada:

Febbraio 2011
“[…] Ho la chiara sensazione di amarlo ogni giorno che passa sempre di più, e insieme con la serenità è arrivato nuovamente il mio desiderio di dargli di più.
Vorrei permettergli di stare con altre donne, che siano esse per lunghi periodi o solo per qualche mese non importa.
Per me non ha alcuna importanza l’idea che lei si fa di me, se provasse a stuzzicarmi o ad umiliarmi le risponderei per le rime, perchè non è l’umiliazione ciò che mi eccita.
E’ la competizione, il dimostrare il mio valore: vincere 10, 100, 1000 volte vedendolo tornare sempre da me.
Non è importante nemmeno conoscerle, nè essere presente agli incontri.
Conosco il mio valore e amo vederlo confermato, ecco perchè voglio che lui abbia delle amanti, per competere.
Se una di queste dovesse davvero tentare di separarci, allora tirerei fuori le unghie.
Dovesse Lui davvero lasciarmi penserei che era una sua scelta e mi augurerei per lui di sapere cosa starebbe perdendo.
Quello che mi interessa è far sì che ogni volta scelga nuovamente me.
Mi concentro su lui che torna più che su lui che va.
E se dovesse esserci qualche ragazza particolarmente stoica, potrò semplicemente combattere.
SO di non poter perdere. […] “

Questo era il CQ che avevo immaginato, e quello che invece sto vivendo, per quanto ricalchi in molti aspetti quella strada, in realtà se ne discosta totalmente su altri che riguardano il mio atteggiamento. Non concepivo lì l’umiliazione e il sesso, che poi successivamente sono stati introdotti perchè altrimenti più che un gioco di coppia era un “Sì ok, vai a fare un pò quel che ti pare”. Sono state fatte aggiunte e formalizzazioni che in realtà mi hanno messa in una posizione molto più sicura di quella che avevo immaginato all’inizio, eppure sin dal momento stesso in cui si è passati dalla teoria alle fantasie, già sentivo la mia insicurezza galoppare, e con essa una lista interminabile di richieste paradossali che non ci hanno dato un attimo di pace.

Qualsiasi cosa Lui faccia, e con chi, perchè dovrebbe negare ME?
Insicurezze perchè credo di non essere niente senza di Lui, così ogni volta che gioco con il CQ mi scatta la paura di essere abbandonata e morire.
Avevo detto che se mi fosse davvero successo di essere mollata, sarei andata avanti sperando si rendesse conto di cosa stava perdendo.
Che nel caso avesse voluto invece restare con me ma munito di amante, ciò non avrebbe avuto alcuna rilevanza diretta su di me perchè io sarei sempre stata io, in qualsiasi caso.
Che avere un’amante era solo una cosa in più che ero pronta a donargli, una libertà in più da restituirgli con un sorriso, consapevole persino di poter riguadagnare quelle preziose ore in solitaria per coltivare quelle passioni che sin dalla fine del liceo mi ero lamentata di non aver più potuto seguire.

Davvero, qual era il mio problema?

Considerate conclusi i monologhi da 15enne in crisi ormonale.

P.s. 50simo post!!! Wohoooo!
P.p.s. Per la gioia del Noioso Impiegato, il gigantesco abominio è scomparso. Grazie per il Proof Reading.

Angolo indicizzazioni del giorno:

que es un cuckquean

veritàcuckold

contratti cuckold troia

servire la mistress 24 ore su 24

cuckqueanning

[l’ho visto già più volte: Cuckqueaning ha UNA N, non due!]

Riflessioni postume #2

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Parte precedente

E rieccomi qui, dopo il resoconto.
Avviso già che non l’ho ricevuto completo, ossia ho lasciato che lui parlasse a briglia sciolta facendogli sì e no 2-3 domandine per specificare qualche dettaglio. Avevo centianaia di domande, particolari che mi mancano totalmente per poter costruire un quadro soddisfacente, ma le ho ingoiate tutte, convinta del fatto che dovevo fare la statua di ghiaccio per non rischiare di rivelare qualche debolezza. E la debolezza in quell’istante era il mostrare un qualche possibile interessamento che cozzasse con l’immagine totalmente da post-guerra che avevo.
Ma partiamo “dall’inizio”.

Dopo aver ricevuto il messaggio della seconda scopata, ho risposto a malapena agli altri messaggi, finchè lui stesso non ha smesso di scrivermi, convinto che volessi del tempo per starmene da sola. In realtà non lo volevo affatto, ero terrorizzata dal silenzio, ma le parole che ricevevo erano ancora all’interno del Gioco e non potevo rischiare di interromperlo prima del tempo metacomunicando. Perciò mi è toccata l’azione che più si avvicinava alle mie corde, pur restando all’interno delle regole della sessione, così mi sono gradualmente isolata.
Ho guardato un pò di tv, ho cercato di distrarmi, ma a ritmo sempre più insistente avevo dei flash di loro due insieme, e non ce la facevo più a calmarmi. Avevo un misto di ansia perchè non ne potevo più e volevo fosse finita, rabbia perchè non era in mio potere fermare la cosa senza sfasciare tutto quello che faticosamente avevamo costruito, angoscia perchè con loro due accoppiati mi sentivo inevitabilmente l’ultima ruota del carro.

Alla fine l’ora per mettermi in macchina e andarlo a prendere è arrivata, ho continuato con i miei mantra lungo la strada, ho parcheggiato davanti la piazzola della stazione e mi sono messa ad aspettare…ancora. Loro sarebbero usciti a breve, e già mi chiedevo se sarebbero usciti mano nella mano, se si sarebbero baciati, oppure se si sarebbero dati solo un cenno d’assenso per non essere sgamati da eventuali conoscenti.
Avevo il battito del cuore a mille, le mani sudate, improvvisamente mi stavo rendendo conto di che cosa avevano fatto insieme per TUTTA LA GIORNATA, e mi chiedevo che diavolo stessi facendo lì ad aspettarli come una povera madonna.

Poi vedo dei veli colorati di un pareo svolazzare. Ne vengo attirata lì per lì perchè con il vento si muovevano un pò dappertutto, scoprendo le gambe e le scarpe aperte basse. Era una ragazza che camminava piuttosto sicura di sè, a passo spedito. E diamine, l’ho riconosciuta dopo poco. Com’è che si dice? Freshly fucked style. Mi sono odiata per averla trovata una bella ragazza, così mentre attraversava la strada e passava davanti la mia auto ho suonato il clacson (facendole prendere probabilmente un mezzo collasso tra l’altro) e l’ho salutata con la manina. Credo di aver visto un lampo di confusione sul suo viso, poi un sorriso eccessivamente tirato e subito dopo lei se ne stava già andando.
Stavo ridacchiando su quanto ero stata capace di sembrare una cogliona disperata in cerca di attenzioni, come quelle vecchie megere che devono sempre avere l’ultima parola anche in fatti che non le riguardano, che mi arriva Lui ridendo perchè aveva visto la scena. Entra in auto dicendomi che l’avevo sicuramente spaventata, e io sono tutta motivata e pronta a fargli vedere quanto so essere brava.
Così, mi giro, lo guardo in faccia, e poi arriva, fortissima…una zaffata del suo profumo. Peccato che non era minimamente nessuno dei profumi che Lui solitamente ha addosso. Era il profumo di un estraneo, tanto forte da far girare la testa, con un retrogusto dolciastro caldo che Lui non usa mai, con le note più chiare a forma di cuscinetti a sfera che sembravano vibrare (sì, sono estremamente sensibile agli odori). Un odore assolutamente non suo ma aggrappato a lui come se avesse deciso che da quell’oggi in poi sarebbe dovuto essere la sua seconda pelle.

Si dice che il razzismo inizi dall’olfatto, l’unico dei 5 sensi che non è possibile bloccare. Fate un pò voi i conti. Gli faccio subito intendere che non ho alcuna intenzione di parlare, cerco di stare girata verso il finestrino per respirare dell’aria pulita ma niente, abbasso il finestrino ma il ritorno di corrente me lo spinge ancora di più addosso. Arrivo a casa che praticamente mi lancio fuori dall’auto. Persino una volta in casa, gli basta muoversi di qualche centimetro per lasciare la scia. E’ così estraneo che sembra fosforescente, e avessimo giocato a nascondino sarei stata in grado di trovarlo semplicemente seguendo quella scia evidentissima.
Suonando più perentoria di quel che volevo essere (in realtà ero solo disperata) gli dico che ha un odore insopportabile, e quando mi chiede se deve forse andare a farsi una doccia gli dico di sì. So che ieri avevamo parlato di me che sentivo l’odore di lei addosso, che avrei quasi potuto toccare con mano il misfatto, ma non ce l’ho fatta. Con quell’odore addosso lui stava praticamente cambiando faccia, e di lì a 10 minuti non avrei più saputo riconoscerlo.
Mentre lui si lavava ho avuto modo di piangere un pò, cercando nuovamente un qualche sfogo alle mie sensazioni represse. Angoscia angoscia angoscia. Cosa fatta, non si torna più indietro, e il panico che prende quando te ne rendi infine conto.

Esce dalla doccia, è quasi di nuovo se stesso. Gli dico che voglio sentire il racconto prima di essermi ripresa, perchè non voglio rischiare ricadute. Ormai c’ero e tanto valeva sfruttare la situazione. Così lui inizia a raccontarmi, della mattinata non perfetta, di tutto il tempo speso per cercare di creare una complicità, del modo in cui nel pomeriggio è andata decisamente migliorando, di quanto hanno parlato, di quanto si sono baciati, di quanto Lui sia stato costantemente con le mani su di lei, di quanto avessero dovuto interrompere la scopata per partire e di quanto lei non volesse davvero. Resto persino scioccata quando mi dice che lo stavano facendo da 40 minuti quando sono stati costretti a smettere.

Cosa speravo, che fosse impotente? Eppure sono stata lì a pensare “40 minuti…in 40 minuti non gli è venuto in mente nemmeno una volta di fermarsi? Per 40 minuti ha continuato a stantuffare dentro di lei, e sarebbe andato avanti. Per 40 minuti le è stato dentro e chi se ne fregava del resto”. Poi ho deciso di smetterla di farmi questi commenti in testa da sola perchè so fin troppo bene cosa dire per distruggermi il morale, ed era sinceramente stupido farlo da me proprio quando avevo bisogno di stare in piedi.
Pare che lei sia ora più ben disposta nei miei riguardi, e hanno paventato la possibilità di rifarlo di nuovo, una volta dato anche il mio assenso.

Cosa posso dire d’altro?
Ci ho messo una forza di volontà immonda per baciarlo, per fare sesso con lui tentando di riprendermi il mio spazio sul suo corpo. Ma pensare che lui ha ancora impresso sulla pelle il ricordo del corpo di un’altra, mentre sbatte il mio…beh, mi fa venire voglia di chiudere gli occhi e dormire per anni. Ancora adesso provo questo desiderio di allontanare la mia coscienza da questa realtà. Ma non posso, sarebbe anche ora che riprendessi le redini di me stessa.
Ora lui è qui accanto a me addormentato. Suppongo sia particolarmente stanco, del resto si è dedicato ad un altro corpo femminile per 9 ore totali. Ed ecco che vorrei sbattergli una tazza sul naso e svegliarlo a forza, perchè capisco che qui abbiano fatto tutti i loro porci comodi, ma io resto quella che ha aspettato per tutta la giornata e che ha ricevuto se è tanto un paio d’orette d’attenzione. Perchè cazzo dovrei essere quella che paziente aspetta il giorno dopo per avere ciò che dovrebbe essere già suo?
E sono stufa anche di questi attacchi di rabbia, e odio doverli mettere a tacere con la parte razionale del mio cervello, perchè in questo momento la rabbia è ciò che sento più sincero e vicino al cuore, mentre la ragione è solo una saggia voce che riecheggia da qualche parte nella mia testa. E so che è bene ubbidirle comunque, nonostante abbia il sangue che bolle.

Quindi, attenderò i prossimi giorni per ulteriori dettagli della loro eccitante giornata insieme. Non so ancora con che coraggio guarderò il letto di casa nostra.
Andate a dormire anche voi che è tardi, io mi darò la tazza in testa nella speranza di cadere svenuta, magari così riesco a convincermi che dormire non è dichiarare la sconfitta su questo qua che poltrisce beato dopo un totale di 3 scopate, non so quanti pompini ecc.
Vabbeh ok, l’altezza è mezza bellezza.

Angolo indicizzazioni del giorno:

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[Sto morendo, qualcuno mi ha davvero trovata così???? Vi adoro]