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Painful Pleasure

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E’ successa una cosa stranissima, che non riesco in alcun modo a spiegarmi.
Immotivatamente ora sono presa da questa inspiegabile sensazione d’angoscia, e non riesco in alcun modo a liberarmene.

La masturbazione dell’altro ieri è andata benissimo, ancora meglio rispetto alla precedente. L’orgasmo è sopraggiunto al suo “Sentiresti me godere mentre la scopo”, e l’ondata di endorfine mi ha rassicurata sul fatto che andava tutto bene.
Cerco ancora di abituarmi al fatto che posso goderne.
Non è il fatto stesso che lui lo stia facendo con un’altra (fosse anche solo nella mia immaginazione), almeno penso. E’ come se il mio piacere derivasse direttamente dal fatto che io so che ne provo insicurezza e gelosia, e so che lui sapendolo lo dice comunque. Letteralmente godo del fatto che stia osando dirmi certe cose. Da quand’è che mi piace sentirmi abusata verbalmente?

Oggi tra un sospiro e l’altro concordiamo entrambi di provare a fare quel genere di discorsi durante la scopata.
Il fatto che sia al mio ultimo giorno di ciclo non mi aiuta a sentire meno dolore fisico, anzi.
Appena entra dentro sento il sangue fare attrito lungo le pareti, riesco a sopportare la sensazione che mi si stia strappando la pelle man mano che lui spingendo stimola il mio punto g. Il dolore con lui non è mai da solo, viene sempre accompagnato da qualche genere di piacere.
Siamo stesi sul fianco, lui al mio orecchio inizia a parlarmi ancora di questa Lei inventata. Non ha volto, non ha colore. Ha le tette più grandi delle mie però, sebbene non sappia esattamente di quanto. Godo mentre mi racconta alcuni particolari; di volta in volta va sempre più nel dettaglio e questo mi fa impazzire.
La situazione diventa strana perchè una parte di me non vuole minimamente venire, vuole solo stare lì ad ascoltarlo venendo scopata. Cerco di toccarmi il clitoride ma non riesco a coprire il piacere che sto provando dentro nemmeno per un attimo, è come se avessi perso la sensazione tattile sull’esterno del mio corpo. Lui continua a parlarmi di quanto gli piacerebbe sentirsi dentro di lei, io inizio a sentire troppo male e gli chiedo di rallentare. Ne approfitto per masturbarmi meglio, e finalmente il mio corpo inizia a rispondere.
Mi stavo sforzando forse un pò troppo a venire. Questa volta vengo su “Al telefono sentiresti solo il suono dei baci che le dò scendendo giù dal collo fino a…qui” e mi sfiora il monte di venere. Mi è impossibile trattenermi. Mentre salgo gli ultimi gradini dell’orgasmo lui inizia a muoversi di nuovo, così improvvisamente non riesco più a sentire nulla a livello esterno. Con impegno però ce l’ho fatta, ed è stato un orgasmo decisamente forte.
Sa che appena dopo essere venuta sono particolarmente sensibile alle contrazioni, così stimolarmi il punto g è particolarmente efficace in quel lasso di tempo. Mi fa stendere a pancia in giù e mi si sdraia addosso schiacciandomi con il suo peso, continuando ad entrare sempre più dentro. Adoro questa posizione perchè lo sento completamente, mi sovrasta e mi soffoca.
Il piacere è tanto che non riesco a sopportarlo. Inizio qui a sentirmi strana. Una sorta di sensazione ovattata, proprio nel punto dove continua a sbattere con il suo cazzo, nel punto più a fondo che riesce a raggiungere. Continua a spingere lì e avverto una contrazione ad ogni spinta, fatta di piacere e di dolore. Sento che sto quasi urlando, ma mi rendo anche conto per la prima volta che urlare non sta minimamente facendo sì che io riesca a ‘razionalizzare’ cosa provo. Per me il gemito è sempre stato qualcosa che mi permetteva di analizzare con mano la sensazione, di darle un voto in una scala di grandezza­. Oggi mi capitava invece che la fitta dolorosa di piacere era tanto forte che nemmeno urlando riuscivo a tenerla tra le mani. Stava sfuggendo da tutte le parti.
Lui sta quasi per venire e le spinte si fanno più vigorose, io afferro le lenzuola e fisso il pavimento, ho la testa completamente annebbiata. A ritmi regolari perdo totalmente il controllo del mio corpo, le sensazioni sono talmente forti che è come essere arenati sulla spiaggia e venire annegati dalle onde ogni 4 secondi.
Il suo orgasmo si avvicina e le spinte aumentano ancora di potenza e velocità. Per un attimo penso al disastro che avrò nelle mutande dopo che sarà finito tutto, al sangue che improvvisamente si troverà aiutato dai miei umori e colerà fuori senza controllo.
Le fitte aumentano di ritmo e davvero mi sembra che mi stiano spegnendo il cervello. La mia voce è ancora altissima, si aggiunge la sua mentre raggiunge l’orgasmo. Spinge ancora più forte, io rimango immobile, lui mi respira affannosamente nell’orecchio.
Una volta finite le sue spinte mi chiede se voglio che lui si tolga da sopra di me e dico di sì. Improvvisamente ritorno a respirare e mi accorgo della profonda sensazione di impotenza che provavo sotto di lui mentre mi schiacciava col suo peso e mi parlava nell’orecchio. E’ soddisfatto dell’amplesso e anche io, ma improvvisamente scoppio a piangere.

E giuro, questa è la parte che più non capisco. Sono scoppiata a piangere al punto da singhiozzare, ma non ero triste nè nulla. Avevo dei flash velocissimi in cui avvertivo una sensazione di panico e di inevitabilità, come se avessi appena violentato il mio corpo e la mia mente. Ho continuato a versare lacrime per qualche minuto e poi mi sono calmata. Dopo poco abbiamo raggiunto nuovamente l’orgasmo, usando però la masturbazione e insaporendo il tutto con i racconti. Mi sono convinta che il pianto era per la tensione improvvisamente rilasciata dall’orgasmo, lui se n’è convinto insieme a me.
Questo ‘training autogeno’ va sempre meglio, sto ascoltando di volta in volta cose sempre più simili a quelle su cui ho fantasticato per anni. Sto sentendo uscire dalla sua bocca proprio quello che volevo, e SO che è tutto finto, che non prova nulla se non il piacere di fare qualcosa con me e di suscitare in me una qualche reazione.
Ieri ho riletto i messaggi che mi avevano mandata nel panico quando si frequentava ancora con la Slut, più di un mese fa. Finalmente l’ho riconosciuto. Se al tempo non ero stata in grado di capire come avesse potuto scrivere quelle frasi, ieri ho capito completamente che era una recita e i modi in cui l’ha costruita. Semplicemente non l’avevo mai visto mentire, non avevo mai visto questo lato di Lui.

Eppure oggi, da quando sono scoppiata a piangere continuo ad avere una sensazione angosciosa addosso.
Cos’è successo?

Traguardo I

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Finalmente ha funzionato, ho avuto esattamente quello che volevo dal mio fisico.
Scrivere questo blog mi sta aiutando tantissimo, perchè sono sempre stata molto più sicura delle mie idee, una volta scritte nero su bianco. Mi ordina i pensieri.
In un caos come l’inizio del Cuckqueaning, questo blog è un’oasi di coerenza. Laddove a voce cambio tono ed opinione ogni 5 minuti, qui la mia figura resta sempre uguale. Sono una me stessa più calma, che ha più tempo e spazio per analizzare se stessa e ciò che ha intorno.
Quello che scrivo qui spesso risulta elaborato meglio rispetto a quando lo dico a voce. Capitano discorsi frammentati in varie giornate, mentre qui magicamente prende corpo un pensiero unico.
Credo sia stato anche grazie allo scorso post, che Lui ha saputo muoversi nella direzione perfetta.

Oggi è arrivata la masturbazione che aspettavo da 2 mesi.
Con le mie mani tra le mie gambe e il suo cazzo in bocca, Lui calmo e deciso ha iniziato a riversarmi quel fiume di parole perfette.
Un pò mi imbarazzo nell’ammetterlo, perchè alla prima frase “Le direi che il tuo difetto è certamente avere il seno piccolo, ma il tuo pregio è che sei bravissima a succhiare” avevo già sentito un’ondata di calore scendermi dall’ombelico fino alle dita. Mi sono bastate cose come “Vorrei proprio sentire come sarebbero i suoi muscoli vaginali stretti attorno al mio cazzo” e “Sarei il primo a romperle il culo” per arrivare a tanto così dall’orgasmo. Dopo pochissimo.
Se ho tardato a venire è stato solo perchè volevo sentirlo parlare ancora.

Lui mi dice che si è trattenuto perchè aveva paura di ferirmi, e credo sia stata la cosa migliore, nonostante agognassi già di più.
Avevo parecchio timore riguardo a questo tipo di masturbazione, ma l’ho ascoltato continuare a dirmi quanto avrebbe voluto vederla godere, e non mi sono sentita male.
E’ stato stranissimo per me accettare di non stare provando dolore.
Immaginarlo con lei era semplice perchè lui mi stava guidando con la voce, perciò mi era più facile concentrarmi sull’eccitazione. Le frasi invece che trovarle offensive le ho accettate come una sorta di “confidenza” che mi stava facendo. Una parte di me sapeva che era tutto recitato, e questo mi ha tranquillizzata moltissimo (ero pronta a sentire QUALSIASI cosa). Era come fare un patto di fiducia con lui: accettavo che tutto quello che avrebbe detto sarebbe stato falso e tendenzioso, e di mio mi impegnavo a fare finta che quella fosse una confidenza fatta proprio a me perchè sono una persona speciale per lui.
Non mi sono sentita in disparte, ma non ero nemmeno nella scena; ero nella testa di Lui, il posto più intimo che potrei sognare di avere.
Tra le sue frasi c’era stato un “Ti manderei un messaggio per dirti che me lo sta prendendo in bocca”, e ancora più delle idee delle foto questo mi ha eccitata e tranquillizzata.
Ricordo perfettamente l’inferno di giugno, quando sapevo che ad una certa ora avrebbe smesso di rispondermi e sarebbe stato Off Limits per me, salvo emergenze. L’attesa era d’angoscia, non di trepidazione. Non c’era aspettativa, solo ansia. Non una sola fantasia, ma incubi.
Se lui dovesse andare via una notte per stare con quest’altra, ma io ricevessi persino durante il sesso i suoi aggiornamenti, non mi sentirei forse meglio? Non mi sentirei meno abbandonata? Quel mio essere Sole non si troverebbe ad essere spento per permettere ad un’altra di essere notata, ma sarei sempre io-brillante. Lui non dimenticherebbe nemmeno a fatti che io ci sono, non mi metterebbe da parte.
Ancora una volta ciò che mi rassicura è ciò che per molte è una pratica prettamente umiliante.
Foto? Messaggi di aggiornamento durante l’atto? Puri e semplici sistemi di controllo, per essere sempre cosciente di cosa ho intorno.
So che dovrei lasciarmi andare, assaporare tutto. Ma ho ancora moltissime insicurezze che credevo di aver superato e che invece il Cuckqueaning sta ritirando fuori. Sto scoprendo di essere una persona leggermente diversa da quella che pensavo. Uno dei vantaggi della pratica suppongo.
Sono estremamente insicura, e desidero avere il profondo controllo attraverso la Conoscenza. Una volta presi in visione tutti i parametri, posso iniziare a rilassarmi e a vagare nel mare.

E’ tutto un’aspettativa nuova da oggi.
Momento importantissimo.

In Campana

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Scopro il piacere di scrivere qui tanto per scrivere, piuttosto che per sfogarmi da un recentissimo attentato alla mia stabilità emotiva. Qualcosa tipo “Si sono avvinghiati fino ad annodarsi”.
Quelle per ora sono fantasie che coltivo per riempire quell’airbag che dovrebbe aiutarmi a parare il colpo, ad essere preparata sia al meglio che al peggio: all’incredibile ondata di adrenalina ma anche alla sicurezza che proprio grazie a tutti i sistemi di sicurezza non sono in pericolo di morte. Ecco, io la prima volta sono andata tutta sicura a fare l’omino del crash test e mi sono spappolata la testa contro il volante. E dopo mi sono persino stupita.
Invece ora che non ho muri contro cui andare a sbattere ridendo e urlando come una scapestrata, mi rilasso a curare la mia perfetta immagine di Cuckquean, in attesa del prossimo crash.

Vi aggiorno sul fatto che il blog della nostra cara Slut è stato rimosso. La cosa mi ha riempita di orgoglio, perchè è riuscita sul serio a trovare le coordinate per poter eliminare il suo sito. Sono davvero colpita, allora non è così nullafacente come dava a vedere. O magari si è fatta aiutare da qualcuno, chissà.
Il suo blog è andato perso, non fosse per il fatto che conservo ancora gli screen delle sue pagine e TUTTI i suoi scritti. Qualcuno si è dimenticato di avvisarla dei pericoli di postare qualcosa di così compromettente (lapsus curioso, stavo saltando le prime importanti lettere scrivendo solo “promettente”) quando anche solo una persona conosce la sua vera identità.
Mi dispiace ammetterlo (ma nemmeno tanto), ma mi dà un pò alla testa avere tra le mani qualcosa di così importante, di avere la possibilità di metterla in seria difficoltà con tutti i suoi post-foto-video-sms. Mancavano solo le registrazioni delle telefonate (ehi è un’idea per le prossime volte!). La mia posizione la vedo bene ora che lei non c’è più, ed è la classica posizione che è facile ignorare perchè la si dà per scontata, ma che in realtà è un ingranaggio base ed essenziale, capace di far saltare l’intera macchina.

Davvero, me ne rendo conto lentamente, ma fa un pò girare la testa pensare a quanto potere ho. A quanti migliaia di mondi ci sono tra una Cuckquean come me ed una donna tradita.
Quante donne hanno provato lo sconforto del tradimento? Avvertito la minaccia dell’infedeltà? Quante si sono ritrovate da sole perchè mollate per una più giovane? Quante hanno continuato a mandare avanti la baracca troppo terrorizzate dalla solitudine per avere un faccia a faccia con il loro marito? Quante si sono sentite dire “Mi sono innamorato di un’altra”? Quante si sono viste negare il letto coniugale? Quante hanno dovuto svegliarsi ogni mattina guardando non più loro marito ma un uomo che un tempo avevano sposato, ormai condiviso con un’altra?
Quanti mari ci sono tra questo e il controllo? Il coinvolgimento? La complicità?
Quanto ‘potere’ bisogna togliere ad una Cuckquean per equipararla ad una donna tradita? Quali sono quelle tacche che, se eliminate, fanno restare solo l’ingiustizia? Qual è la prima tacca? Esiste davvero?

Le prove di masturbazione continuano, senza fretta nè forzature. Sfrutto il mio preciclo per avere orgasmi più forti (ebbene sì, gli ormoni mi fanno anche questo). Il periodo di castità finalmente concluso ci ha lasciati entrambi affamati, così almeno 2 scopate al giorno non ce le stanno togliendo nessuno.
Vorrei sentire di più da lui, vorrei che ne parlasse ancora di più. Che non fosse solo un “tu farai questo mentre noi”, perchè di me non me ne frega niente in quell’attimo. Mentre mi sto toccando vorrei sentirlo raccontare di quanto è piacevole il suo corpo, di quanto se lo sta godendo, di quanto a lei sta piacendo, di come la tocca.
Impersonale, lontano da me.
Sentirmi dire durante la penetrazione “Adesso ti faccio vedere come tromberei lei”.
Depersonalizzato.
Perchè finchè lui è accanto a me e ha le sue mani sul mio corpo, ho i miei confini che sono anche i suoi, e posso permettermi di essere nella sua testa. Di godere di qualsiasi cosa. Ci dividiamo la responsabilità di quell’eccitazione.
Dividiamo o con-dividiamo.

Esattamente come quando eravamo due 15enni, quando gli chiesi di scrivermi come sarebbe se lui stesse abbracciando lei (non perdo tempo a nominarla perchè non è influente, comunque era una ragazzina con cui lui si sentiva nel periodo in cui ci siamo messi insieme la prima volta); quelle decine di sms in cui era condensata l’immagine di loro due accoccolati nel letto, mezzi innamorati. A quanto piansi e a quanto lui capì esattamente quello che volevo. A quanto fosse più importante accontentarmi rispetto al proteggermi.
Quel piccolo colpo che ricevetti ancora lo guardo con tenerezza. Perfetto ed innocente, quindi tanto più doloroso.
Al tempo non era una cosa di sesso, al tempo scrisse qualcosa di sentimentale.
Non credo si potrebbe ripetere la scena, ma la natura del racconto è proprio quella perfetta. Quel fiume di parole che mi investe e che mi lascia attonita, incapace di proferire parola.
Perchè nemmeno davanti ad un video porno ci si mette mai a parlare o ad interagire. Ci si lascia andare alle sensazioni, ci si fa guidare dalle immagini per raggiungere il climax. E ogni immagine ha il proprio sapore, così l’orgasmo stesso ha di volta in volta un gusto diverso.
Sono curiosa di sapere che sapore ha un orgasmo di Cuckqueaning ‘puro’, quello dove io sono davvero una spettatrice che si tocca, mentre ricevo un fiume di parole/immagini. Come davanti ad un video, come davanti a loro due che scopano.
Posso ancora permettermelo solo davanti a lui. E’ ancora solo con lui che non vivo l’umiliazione e mi sento sicura di potermi spingermi oltre.

Ieri sera ho avuto la mia piccola dose di curiosità sentendolo parlare delle volte in cui si è masturbato pensando ad un’altra.
Cosa le faceva fare nella sua testa, quante volte è successo. Avrei voluto immagini più nitide per immaginare la scena. Un atto onanistico rivolto ad un’altra è qualcosa di profondamente importante secondo me, perchè non è asettico come un video porno: è ricco dell’immagine mentale che si ha di quella persona cui si sta pensando, ricco delle aspettative e delle fantasie.
Per il numero ingente di cose che vorrei sentir dire da lui, il silenzio che ricevo sembra quasi fatto apposta. Con le mie suppliche sullo scrivere la sua parte in quel mese e mezzo, il chiedergli di guidare la mia masturbazione, di raccontarmi le sue fantasie sulle altre, tutte le risposte elusive ed incomplete non fanno altro che farmi sentire sempre più inquieta. Come se fossi ad un centimetro da qualcosa che davvero voglio, ma incapace di coprire quella minuscola distanza per ottenerlo.
Non fossi così ingenua verso di lui penserei quasi che lo faccia volontariamente, di lasciarmi sempre con un pò di amaro in bocca. Costantemente soddisfatta all’80%.

Ora, tanto per aprire l’angolo “Cazzate” (che secondo me dovrebbe sempre esserci), mi autodedico una canzoncina adorabile sulle corna.

“Sulle corna appendo altre corna, io sto sempre in campanaaaaa”

Lettera

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Capita che io ritorni in quello stato di insicurezza totale, pensando a lui che manda sms ad un’altra ragazza.
Passati mesi e passato l’Inferno, tra un sorriso e l’altro c’è l’ombra della paura che in realtà io stia meglio solo perchè manca la mia tortura, non perchè io abbia imparato a riceverla.
Per la maggior parte delle volte, fantasticare e scherzarci sopra non mi è minimamente difficile, anzi. Quasi risulto ossessiva nel mio immergermi di film, libri, musiche, community e quant’altro sia disponibile su internet sul tradimento. In modo ossessivo.
Ossessivamente cerco il male e non lo trovo. Immagino, leggo, ascolto e non avverto repulsioni. Ma se lui ha il cellulare in mano, se lui è via di casa con qualcuna, allora avverto sulla pelle e sulla lingua tutto il dolore.
Come se la Cuckquean avesse solo tatto e gusto. E tanta immaginazione.

Mi permetto di citare dal forum che frequento da qualche giorno un post che mi ha fatto pensare molto.

Ti dico che le tue paure sono i tuoi bisogni. Asseconda ciò che accade. Bevi a questo calice di amarissimo veleno. Aspetta che il tuo palato pian piano ne apprezzi il mutare verso un gusto unico e sconvolgente.
Cuckolding è follia pura dalla quale, quando arriva, non si può fuggire, Un’amante ingrata e traditrice che centellina il piacere che ci da. Ma quelle poche gocce di piacere danno un’ebrezza che sa di estasi.

Sempre di gusto si parla, e ancora di più di attesa.

Una delle componeti più forti del cuckolding è l’attesa. E’ nell’attesa che tutte le paure prendono corpo. L’ attesa è l’arco di tempo in cui lei è davvero sua.

Il punto è proprio nell’attesa del durante che dimostro di non aver fatto un solo passo in avanti, e che posso toccarmi quanto voglio, ma nel momento in cui il ponte tra Immaginazione e Realtà viene varcato, tutti i demoni del mio cervello attraversano in sfilata quel ponte e fanno festa.
E’ nel durante che io non riesco a sentire la mia unicità, il mio valore. Perchè non sono messa per prima. E’ proprio in quell’arco di tempo in cui metto in pausa il mio ruolo di Sole e permetto ad un’altra di essere abbastanza illuminata da permettergli di notarla.
Credo sia importante riportare una piccola lettera che scrissi a Lui l’estate scorsa, in una situazione tutta particolare. Quello è stato l’inizio della mia mutazione in Cuckquean all’interno del rapporto. Che da possessiva e gelosa quale sono, alla fine arrivo a quell’unica frase, a quell’unica presa di coscienza che dovesse lui interessarsi ad un’altra, l’unica cosa che avrei da fare sarebbe migliorare ulteriormente me stessa.
Non sembrerà di leggere panico, disperazione, tristezza, ansia. Questa lettera datata 30 giugno 2010 arriva alla fine di un percorso iniziato almeno un anno prima, dove si sono lentamente succeduti quei pianti che ora ritrovo condensati in 2 mesi. Perchè come ho già detto, non sono nuova a queste situazioni, e in un modo o nell’altro mi ci sono sempre trovata invischiata (spesso per mia stessa scelta).

Lascia che io ti spieghi come stanno le cose.
Siediti, rilassati, mettiti comodo. Respira in modo regolare, accenditi una sigaretta. Fumala appoggiando il gomito al bracciolo della poltrona. Puoi fissare il vuoto mentre parlo, per concentrarti meglio.
Ti spiego questo, e spero che ti rimanga bene impresso nella mente: sei mio.
Hai il permesso di essere stupito ora, di chiederti il perchè di questa mia presa di posizione. Ora, lascia che lo stupore muova in una piccola parte di te un pò di fastidio, perchè non ti piace sentirti ingabbiato. Perchè ti sto dettando cosa sarai per il resto della tua vita, indipendentemente dai successi o dai fallimenti, dalla personalità autoritaria o vittima delle pulsioni, da cosa vuoi o cosa temi.
Mentre assapori il moto di orgoglio ed indipendenza che vorrebbe farti aprire le labbra e ribattere l’insensatezza della mia frase, fai qualche altro tiro dalla sigaretta e contestualizza. Visualizza la mia frase come un grumo, come un morbido groviglio di difetti e pregi, e guarda cos’ha intorno. Chiediti perchè l’ho detto e cosa mi rende così sicura.
Ricordati che ci siamo scelti molto tempo fa, e che siamo cresciuti per poter mantenere la promessa. Siamo diventati persone più perfette per stare insieme. Più interessanti. Più mature. Più uniche.
Renditi conto che non ha senso accettarti, perchè sei quello che voglio. Che non devo muovere la mia volontà per avvicinarmi a te, per poter assorbire la tua esistenza e renderla influente nella mia. E’ qualcosa che è già stato fatto.
Abbassa lo sguardo e pensa al fatto che è vero che le mie scelte sono state sempre chiamate da pensieri col tuo nome. E pensa anche che la cosa mi fa sentire libera tanto quanto lo è il pensiero di una scelta disinteressata e lontana da chiunque.
Pensa che mi sono allontanata per prendere meglio la rincorsa.
La sigaretta ora brucia sulla lingua? Forse non sono maturata come pensavi? Forse sono sempre stata legata al punto da essere marchiata dalle corde, e la mia strada era già segnata?
Guardami e accorgiti che ORA ho di nuovo 5 sensi.
Che ora posso davvero perdere la testa e lasciarmi andare alla rabbia, alle risate, alla tensione, alle lacrime, al sonno.
Accorgiti che sono un’artista e sei il bagaglio che mi serve per avere qualcosa da dare al resto del mondo.
Deglutisci e dimentica che esistono altre donne. Quando le vedi, ridi di gusto perchè fortunatamente tu non le avrai. Quando vorrai LA donna, la troverai in una pseudo serra con le vetrate sporche e il sole che filtra attraverso l’edera, con le mani e la faccia sporche di colore davanti ad un quadro.
Quando vorrai LA donna, starà dando un’altra se stessa su un palco davanti a più di trecento persone.
LA donna starà davanti ad un caminetto acceso, seduta per terra, con un pc a sinistra e una tazza di thè nero a destra.
Dimenticati delle mie rivali, dimenticati della ragazza che si è avvicinata di più a te in questi anni. Scordati di tutti quei tratti caratteriali che non puoi trovare in me, smettila di desiderarli.
Ritrova in me quello che vuoi e che vorrai.
Ti prometto che continuerò a sconvolgerti, che non ti risparmierò nessuno shock. Che continuerò a dare tutta me stessa nella mia vita per brillare ed accecarti. Accecarti al punto che tutto quello che potrai vedere sarà solo la mia luce. Al punto che anche se ti volterai dall’altra parte e guarderai altrove, continuerai a vedere quel cerchio di luce assoluta, stampato a fuoco dietro le palpebre.
Lascia cadere a terra la sigaretta ormai consumata, ora. Lascia che io ti prenda il viso tra le mani e ti dica che mi appartieni. Che nel momento in cui dovessi accorgermi che sei così tranquillo su di me da permetterti distrazioni, comincerò a brillare con maggiore potenza, per distruggere qualsiasi cosa ti abbia fatto volgere il capo.
Respira profondamente ora, e impegnati per essere l’eclissi che sei per me.

L’ho pubblicato per riportarmi alla mente quell’incredibile determinazione che avevo. Il Cuckqueaning è nato gradualmente con le esperienze che ho vissuto, ma mi rendo conto che nel momento in cui c’è fantasia e finzione, mi lascio andare allo sconforto, quasi inconsciamente sapessi che posso permettermelo. In una vera situazione “d’emergenza” non perderei un solo secondo piangendo davanti a lui. Penserei solo a brillare.
Ora, lungi da me volere una situazione di reale tradimento.
Ma sono un’esperta in fatto di autosuggestioni, e parte dello sconforto e del dolore cui mi sono abbandonata ha fatto parte dei miei esperimenti per trovare la strada giusta, così come ora è esperimento il mio enfatizzare il mio lato sub e provare ad introdurre il sesso nel mio approccio al Cuckqueaning.
Può funzionare e può non funzionare. Auguratemi buona fortuna.

P.s. Sto trovando rare immagini riguardo alla Cuckquean. Mi prendo il capriccio di disegnare qualcosa io stessa.
P.p.s. Il mio studio per la maglietta continua, non pensiate che sia in stallo. Voglio quella maglietta.
P.p.p.s. Il sito sugli incontri extraconiugali si sta rivelando il prevedibile sito a pagamento che sembrava, dove la metà sembrano profili falsi e ti serve un abbonamento anche solo per specificare se sei “uomo” o “donna”.
P.p.p.p.s. Cominciano ad irritarmi quelli che non concepiscono una sessione Cuck dove la lei non sia presente. Ora, non capisco davvero la difficoltà. Ci sono sia Cuckold che assistono alla sessione sia Cuckold che ne rimangono discretamente fuori. Perchè una Cuckquean deve essere necessariamente dentro?? La forza dell’immaginario collettivo delle threesome?
P.p.p.p.p.s. Nulla, volevo solo continuare la scaletta.


Aggiornamenti e Grazie

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Post dai toni più informali. Mi levo la veste di narratrice (che non lo nego, rende certe immagini molto più crude) e converso un pò su quello che c’è in ballo in questi giorni.

Intanto la cara vecchia (si fa per dire) CuckMare/Toyslut/…Whore, è appena rientrata dalle vacanze, con un carico di foto imbarazzante e tanti bacetti al suo fidanzato.
Qui tutti fanno quello che non farei.
Lei fa finta che non sia mai successo niente, che non abbia mai aperto le gambe ad un altro ragazzo (il MIO) implorandolo di scoparla; il suo ragazzo se davvero sa fa finta che la cosa non abbia peso, se non sa allora ogni mattina si rimette con calma le bistecche sugli occhi per non notare i milioni di indizi.
Non dovrei, ma vorrei vendicarmi per quello che [non] ha fatto. Che siamo stati noi a scegliere di troncare con lei ci sta, ma è stata lei a farci arrivare a quella decisione. Non si è impegnata minimamente, ha trattato con sufficienza tutto quello che poteva avere tra le mani. E non posso lasciare che una pinco pallina tratti con sufficienza LUI.
Vorrei vendicarmi, ma non posso.

Altro aggiornamento: annuncio con orgoglio che gli orgasmi collegati a fantasie Cuckquean sono saliti a quota 3 (1 mio e 2 con Lui). Ormai parlarne non provoca alcun effetto negativo. Ma è tanto tempo che lui non esce con un’altra (per quanto possano essere tanto tempo 2 mesi) e sono almeno 2 settimane che non sono più nella situazione di panico costante in cui ero prima. Perciò il mio cervello reagisce nuovamente con naturalezza a quelle fantasie che ho sempre avuto. L’unica differenza è che ora è lui a parlarne mentre mi masturbo per lui. Tolto l’imbarazzo iniziale, non è una cosa che mi dà pensiero, la trovo quasi scollegata dal “fatto”.
Se lui avesse un’altra ragazza come a giugno, non so se ce la farei, perchè avrei un volto e una presenza reale, e sarebbe come usare davvero lei per masturbarmi. Non credo ce la farei. Anzi, non è propriamente un “non ce la farei”, quanto un “non vorrei”, perchè dovrei mettere da parte il mio orgoglio e rendermi vulnerabile a lei. E’ per questo che non voglio essere presente. Non voglio che lei veda i miei punti deboli, quelli di cui può approfittare.

Stiamo anche avanzando l’idea di fare una t-shirt con stampa personalizzata. Ci sono molti siti che la fanno, e io stessa ho la carta per fare le stampe sulle magliette, dovesse essercene bisogno. Ovviamente l’idea è quella di fare una maglietta con la scritta “I am a Cuckquean” o solo “Cuckquean”, con un’immagine o una decorazione, e poi tutta tranquilla andarmene in giro per Venezia. [[Sono benvenuti i consigli sulle immagini. Ad esempio, gira voce che la Regina di Cuori sia una buona candidata per simboleggiare la Cuckquean. Se avete delle immagini che ispirano, non esistate a mandarmele per commento o sulla mail!]]
So quasi per certo che questo è considerato “umiliazione pubblica”, ma sono abbastanza atipica su ciò che ritengo umiliante oppure no.
Ricordate il post del 9 luglio, appena dopo la festa? Quello dove elencavo tutte le cose che Lei avrebbe potuto fare per umiliarmi? Ecco, quella lista ha preso forma durante una chiamata con Lui, mentre io ero prima in treno (con persone accanto), poi in stazione ad aspettare il cambio (con molte persone accanto), infine per strada a Venezia (con infinite persone accanto). Ho parlato ad alta voce e in modo esplicito, senza cercare di nascondere quello di cui stavo parlando.
Umiliante? Sinceramente no.
E ascoltare le loro telefonate? Leggere ogni loro singolo sms? Dare consigli per i suoi compiti la sera? Per i temi da raccontare nel suo blog? Incontrarla ad una festa e fare (IO) finta di niente?
Nuovamente no.

A breve dovremmo essere iscritti anche su un altro sito, stavolta specializzato in incontri extraconiugali. Io ingenuamente spero che in una situazione dove sono tutti stra impegnati sarà più facile beccare qualcuna che non vuole una storia vera e propria. L’unico problema è il fatto che io e lui siamo giovanissimi, mentre la ricerca di un amante (o anche di un Bull per le coppie Cuckold con cui potremmo “collaborare”) parte praticamente sempre dai 30 anni in su. Dovrei davvero aspettare 10 anni???
Ecco perchè mi accontento delle ragazze della mia età. Poca serietà, ma tanta disponibilità di numero. Bruciata una ne trovi un’altra. Magari più stressante della prima, lo so, ma abbiamo un pò le mani legate. Anzi, solo io le ho, Lui è tutto tranquillo riguardo alla cosa e non preme per trovarne altre.
Mi aspetto ancora che arrivi da un momento all’altro come a giugno e mi dica “Sai, ieri ho flirtato con una e ora vuole scoparmi a sangue, se vuoi ce la tiriamo dentro al Cuckqueaning”. La possibilità mi fa sudare freddo.

Alla fine mi sono convinta a fare un account Twitter (yeah!).
Chi vuole può leggermi su CuckqueanIta. Avviserò dei nuovi post, aggiornamenti alle pagine e scriverò tante cosine per passare il tempo.

 
Infine, una piccola considerazione sulla realtà virtuale che mi circonda da due mesi a questa parte. Dalle community cui partecipo alle più di 1000 visite di questo blog, GRAZIE.
Ho conosciuto persone simpaticissime, interessate a cosa mi stava accadendo, interessate a parlare delle loro esperienze e a trovare dei punti in comune. Disposti a dare consigli, avvertimenti, considerazioni. Che leggono il mio blog e non perdono mai occasione di dire la loro. Persone da cui ho imparato tanto, grazie alle quali ho pian piano scoperto un mondo. Non potete immaginare l’aiuto che è stato per me avere questo spazio d’amicizia. Mi ha impedito di sentirmi sola nella mia posizione; capìta e ascoltata come solo un buon amico sa fare. Se sto riuscendo sempre di più a sperimentare e lasciar andare tanti dei pregiudizi che avevo, è anche grazie a VOI.
Vi ringrazio, davvero.

La Masturbazione

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Che non si pensi male, se scrivo molto meno di altre volte. Ma sono giornate in cui stanno capitando cose molto sottili, ed è difficile scriverle. Così come è difficile scrivere pensieri e fantasie senza risultare noiosa e/o logorroica. Preferisco sempre attendere di avere un malloppo sostanzioso da ‘dare’ a chi mi legge.
Ma oggi è un pò diverso. Sarà perchè finalmente qualcosa inizia a funzionare, e non voglio in futuro rileggere questo blog e trovare solo racconti in cui arrancavo difendendomi a spada tratta. Forse mi fa bene anche raccontare i piccoli passi, quelli che poco si notano, ma che sommandosi giorno dopo giorno portano ai grandi cambiamenti nel tempo.

Come già avevo raccontato, ieri sono riuscita a masturbarmi pensando a lui con un’altra. Difficile e poco soddisfacente dal punto di vista fisico, dal punto di vista mentale ha sbloccato una grande sicurezza. Finalmente ho sentito di riavere il controllo sul mio corpo: non più assoggettata ad improvvisi attacchi di rabbia, di panico, di pianto; ero nuovamente io la padrona ultima di tutto ciò che sono, e finalmente potevo nuovamente decidere cosa fare. E avevo deciso che dovevo avere un orgasmo, per la pura soddisfazione di esserci riuscita.
Tanta era la paura. Specialmente quella riguardo ai possibili sensi di colpa che sarebbero arrivati dopo. Quei diffusi secondi di disgusto che in genere seguono un orgasmo. Avevo il terrore di non riuscire più a guardarmi in faccia, una volta che avessi capito cosa avevo fatto. Che mi ero toccata fino a venire immaginando quello che più mi faceva male.
Ha del sublime questa cosa dell’abbracciare la propria fonte di sofferenza.

Mi concentro un attimo sulla fantasia che ho cercato di avere. Non sono mai stata brava ad immaginare scene, le mie fantasticherie non hanno mai avuto uno sfondo sessuale e per masturbarmi sono sempre stata legata ai video porno che trovavo in rete. Anche per questo riuscire a masturbarmi così dal nulla senza nemmeno essere eccitata, solo immaginandomi una data scena era particolarmente difficile.
Nella mia testa io ero esattamente come nella realtà, sdraiata sul divano, mentre Lui e la X erano sulla poltrona/letto che abbiamo di fronte. La chiamo X perchè non mi sono nemmeno sforzata di immaginarle una faccia, l’ho messa di spalle a cavalcioni su di lui e mi sono tolta la fatica di doverla anche fare carina (e non volevo rischiare di darle una faccia a me già conosciuta).
Godere e rendere nitida l’immagine erano due cose separate che non riuscivo a fare nello stesso tempo. Concentrandomi sulle sensazioni fisiche per guidare l’orgasmo perdevo controllo sulle loro figure che diventavano due parallelepipedi rosa incastrati su una poltrona blu di prussia. Quando mi concentravo solo su di loro avevo dei secondi in cui l’ondata di Male mi accendeva la pancia, questo mi permetteva di trasferire il bruciore dalla pancia alla mia f…sì quella, attraverso l’operazione Masochismo/Scelleratezza (quale dei due fosse ancora non lo so); ma durava solo pochi secondi, e velocemente loro si annebbiavano di nuovo.
Una fatica, sul serio.

Oggi lui è finalmente tornato a casa, e come già immaginavo, non abbiamo perso molto tempo e abbiamo subito iniziato i nostri giochi. C’è da dire che la mia foga era (è) dovuta alla settimana di ‘castità’ che per un qualche buco nero improvvisatosi nel mio cervello avevo accettato di fare. Ergo per una settimana su di me si sono viste solo le mie mani sul clitoride (sotto stretto controllo di lui ovviamente). Ad ogni modo, mentre si stava preparando il mio secondo orgasmo, lui tutto tranquillo mi benda, mi lega le gambe in modo che siano piegate e spalancate, mi dice di continuare a toccarmi e mentre mi avvicina il suo cazzo alla bocca mi dice “E così ti sei masturbata ieri, eh?”.
Sapevo bene dove stava andando a parare. Volevo provare anche io.
Gli dico cosa avevo immaginato il giorno prima, mi incita dicendomi che in futuro gliel’avrei predisposto proprio così alla scopata imminente con l’altra.
Qualche altra battutina e nel giro di 20 minuti è tutto finito. Un pò di schifo ce l’avevo, innegabile. Però la sua presenza mi ha rassicurata tantissimo, non mi sono sentita sporca, tantomeno umiliata (nel peggior senso possibile) e l’orgasmo è stato forte come i miei soliti.

Parlandone dopo gli dico che sarebbe bello se la prossima volta fosse lui a parlare e a guidare il mio orgasmo decidendo lui cosa devo immaginarmi.
Faccio la scema in tempo di guerra, gli dico così solo perchè se sono le parole di un altro che devo figurarmi nella mente, perdo responsabilità su di esse. Così come riesco a masturbarmi su cose che ritengo al limite della legalità, così masturbarmi su una scena dolorosa e umiliante ma dettata non da me, mi è perfettamente possibile. Perchè è come se non ne fossi io l’artefice.
A lui piace pensare che io sia presente e faccia qualcosa (che sia pulirlo, lubrificarla, tenerla aperta, toccarmi davanti a lui), ma mi rendo conto che per me è umiliante. Far vedere ad un’estranea che mi interessa la cosa mi fa sentire nuda in una classe di liceo. Sicuramente qualora volessi provare la sottomissione psicologica, questo sarebbe un passo fondamentale, ma per ora la cosa ruota intorno al piacere perverso che provo pensandomi lì ma ignorata. Invisibile. Presente, ma come dietro ad un doppio vetro, dove io li posso vedere ma dove loro non possono vedere me.
La mia fantasia riesce a spingersi fin qui. So che l’ha già fatto in passato. Ho perfetta memoria di essermi masturbata una volta sull’amichetta di cui ero innamorata da bambina che si baciava con la sua vicina di casa (cosa che hanno effettivamente fatto davanti a me, ballando su Gift di Elisa, canzone irrimediabilmente legata al sesso per me).
Nella realtà vado nel panico se lui mi dice “La devo sentire al telefono”.

Il compito del prossimo mese?
Riunire i miei raptus bipolari e riuscire a vedermi intera allo specchio.

 

Ps. Cavoli, che titolo evocativo!

The Masturbation

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Don’t think badly of me, if I write a lot less than usual. But these are days in which are happening very subtle things, and it’s hard to write them. Just as it is difficult to write thoughts and fantasies without being boring and/or chattering. I always prefer to wait to have a substantial bundle to ‘give’ to my readers.
But today is a bit different. It may be because something finally starts working, and I don’t want to read this blog in the future and find only stories in which I plodded taking up the cudgels on my behalf. Maybe it’s also good for me telling the little steps, the little ones that are less recognized, but those one that if added together day after day they lead to big changes over time.

As I already told you, yesterday I was able to masturbate thinking of him with another girl. Difficult and not very satisfactory from the physical point of view, from the mental point of view it unlocked a great confidence. I finally felt back the control of my body: no longer subdued to sudden bouts of anger, panic, crying. I was again the very Owner of all I am, and finally I was able to decide what to do. And I decided I had to have an orgasm, out of pure self-satisfaction.
I was scared. Especially of the possible guilt that eventually would have come later. Those widespread seconds of disgust that usually follow an orgasm. I was terrified of not being able to look at myself, once I realized what I had done, facing the fact that I touched myself imagining what hurt me most.
It has something of sublime this embracing ones source of suffering.

I focus a moment on the fantasy that I have tried to have. I’ve never been good at imagining scenes, my dreams have never had a sexual background and in order to masturbate I’ve always depended on the porn video I found on the net. Especially because of this, being able to masturbate out of the blue without even being excited only imagining a given scene was particularly difficult.
In my head I was exactly like in the reality, lying on the couch, while He and X were on the chair-bed in front of me. I name her X because I haven’t even tried to imagine her face, I put her back on me astride him and I freed myself from the trouble of having to imagine her pretty (and I didn’t want to risk giving her a face already known to me) .
Enjoy the fantasy and sharpen the picture were two separate things that I couldn’t do both at the same time. Focusing on physical sensations to guide the orgasm meant losing control over their figures which became two pink boxes stuck on a  Prussian blue chair . When I concentrated only on them I had seconds in which the wave of Pain struck my belly, this allowed me to transfer the burning feeling from the stomach to my v… yeah, that, through the operation Masochism/Blackness (whichever was it I still don’t know). But it only lasted a few seconds, and quickly they clouded again.
A struggle, seriously.

Today he’s finally come home, and as I already imagined, we didn’t lose much time before starting our games. We must say that my enthusiasm was (is) due to the week of ‘chastity’ which for some improvised black hole in my brain I had agreed to. Therefore for a week on my body were only my hands on the clitoris (under strict control of him of course). However, while we were preparing my second orgasm, He blindfolded me quietly, tied my legs so they were bent and spread wide, ordered me to keep on touching myself and as he approached his cock to my mouth he said, “And so you masturbated yesterday, eh? “.
I knew where he was driving at. I wanted to try it too.
I told him what I had imagined the day before, he incited me telling me that in the future I’d have to prepare him for his fuck with someone just like that.
Some other little joke, and within 20 minutes it’s over. I had a bit of disgust, I cannot deny it. But his presence reassured me a lot, I never felt dirty, nor humiliated (in the worst way possible) and the orgasm was as strong as my usual.
Speaking after that I told him that it would be nice if the next time it would be him to speak and to lead my orgasm deciding for me what to imagine.
I do the fool in time of war, I say so just because if they are the words of another person which I have to imagine in my mind, I lose responsibility on them. Just as I can masturbate on things I find being barely legal, in the same way it was perfectly possible for me to masturbate on a scene so painful and humiliating, but not dictated by me. Because it was just like I was not the author.
He likes to think that I am present and do something (which it could be cleaning, lubricating her, keeping her open, touching myself in front of him), but I realize that for me it’s humiliating. To show to a stranger that I’m interested in that makes me feel naked in a high school class. Surely if I wanted to test the psychological submission, this would be a major step, but for now it revolves around the perverse pleasure I feel thinking myself in there but ignored. Invisible. Present, but as behind a double-glazed where I can see them but where they cannot see me.
My imagination can go this far. I know that it has done this in the past. I have perfect memory that I masturbated once thinking about the little girl friend on who I had a crush while she was being kissed by her neighbor (something they actually did before me, dancing on ‘Gift’ of Elisa, a song hopelessly tied to sex for me).
In reality I go into panic if he says “I have to speak with her  on the phone.”

The next month goal?
Gather my bipolar raptures and be able to see myself in one piece at the mirror.

Ps. Gosh, such an evocative title!