Che non si pensi male, se scrivo molto meno di altre volte. Ma sono giornate in cui stanno capitando cose molto sottili, ed è difficile scriverle. Così come è difficile scrivere pensieri e fantasie senza risultare noiosa e/o logorroica. Preferisco sempre attendere di avere un malloppo sostanzioso da ‘dare’ a chi mi legge.
Ma oggi è un pò diverso. Sarà perchè finalmente qualcosa inizia a funzionare, e non voglio in futuro rileggere questo blog e trovare solo racconti in cui arrancavo difendendomi a spada tratta. Forse mi fa bene anche raccontare i piccoli passi, quelli che poco si notano, ma che sommandosi giorno dopo giorno portano ai grandi cambiamenti nel tempo.
Come già avevo raccontato, ieri sono riuscita a masturbarmi pensando a lui con un’altra. Difficile e poco soddisfacente dal punto di vista fisico, dal punto di vista mentale ha sbloccato una grande sicurezza. Finalmente ho sentito di riavere il controllo sul mio corpo: non più assoggettata ad improvvisi attacchi di rabbia, di panico, di pianto; ero nuovamente io la padrona ultima di tutto ciò che sono, e finalmente potevo nuovamente decidere cosa fare. E avevo deciso che dovevo avere un orgasmo, per la pura soddisfazione di esserci riuscita.
Tanta era la paura. Specialmente quella riguardo ai possibili sensi di colpa che sarebbero arrivati dopo. Quei diffusi secondi di disgusto che in genere seguono un orgasmo. Avevo il terrore di non riuscire più a guardarmi in faccia, una volta che avessi capito cosa avevo fatto. Che mi ero toccata fino a venire immaginando quello che più mi faceva male.
Ha del sublime questa cosa dell’abbracciare la propria fonte di sofferenza.
Mi concentro un attimo sulla fantasia che ho cercato di avere. Non sono mai stata brava ad immaginare scene, le mie fantasticherie non hanno mai avuto uno sfondo sessuale e per masturbarmi sono sempre stata legata ai video porno che trovavo in rete. Anche per questo riuscire a masturbarmi così dal nulla senza nemmeno essere eccitata, solo immaginandomi una data scena era particolarmente difficile.
Nella mia testa io ero esattamente come nella realtà, sdraiata sul divano, mentre Lui e la X erano sulla poltrona/letto che abbiamo di fronte. La chiamo X perchè non mi sono nemmeno sforzata di immaginarle una faccia, l’ho messa di spalle a cavalcioni su di lui e mi sono tolta la fatica di doverla anche fare carina (e non volevo rischiare di darle una faccia a me già conosciuta).
Godere e rendere nitida l’immagine erano due cose separate che non riuscivo a fare nello stesso tempo. Concentrandomi sulle sensazioni fisiche per guidare l’orgasmo perdevo controllo sulle loro figure che diventavano due parallelepipedi rosa incastrati su una poltrona blu di prussia. Quando mi concentravo solo su di loro avevo dei secondi in cui l’ondata di Male mi accendeva la pancia, questo mi permetteva di trasferire il bruciore dalla pancia alla mia f…sì quella, attraverso l’operazione Masochismo/Scelleratezza (quale dei due fosse ancora non lo so); ma durava solo pochi secondi, e velocemente loro si annebbiavano di nuovo.
Una fatica, sul serio.
Oggi lui è finalmente tornato a casa, e come già immaginavo, non abbiamo perso molto tempo e abbiamo subito iniziato i nostri giochi. C’è da dire che la mia foga era (è) dovuta alla settimana di ‘castità’ che per un qualche buco nero improvvisatosi nel mio cervello avevo accettato di fare. Ergo per una settimana su di me si sono viste solo le mie mani sul clitoride (sotto stretto controllo di lui ovviamente). Ad ogni modo, mentre si stava preparando il mio secondo orgasmo, lui tutto tranquillo mi benda, mi lega le gambe in modo che siano piegate e spalancate, mi dice di continuare a toccarmi e mentre mi avvicina il suo cazzo alla bocca mi dice “E così ti sei masturbata ieri, eh?”.
Sapevo bene dove stava andando a parare. Volevo provare anche io.
Gli dico cosa avevo immaginato il giorno prima, mi incita dicendomi che in futuro gliel’avrei predisposto proprio così alla scopata imminente con l’altra.
Qualche altra battutina e nel giro di 20 minuti è tutto finito. Un pò di schifo ce l’avevo, innegabile. Però la sua presenza mi ha rassicurata tantissimo, non mi sono sentita sporca, tantomeno umiliata (nel peggior senso possibile) e l’orgasmo è stato forte come i miei soliti.
Parlandone dopo gli dico che sarebbe bello se la prossima volta fosse lui a parlare e a guidare il mio orgasmo decidendo lui cosa devo immaginarmi.
Faccio la scema in tempo di guerra, gli dico così solo perchè se sono le parole di un altro che devo figurarmi nella mente, perdo responsabilità su di esse. Così come riesco a masturbarmi su cose che ritengo al limite della legalità, così masturbarmi su una scena dolorosa e umiliante ma dettata non da me, mi è perfettamente possibile. Perchè è come se non ne fossi io l’artefice.
A lui piace pensare che io sia presente e faccia qualcosa (che sia pulirlo, lubrificarla, tenerla aperta, toccarmi davanti a lui), ma mi rendo conto che per me è umiliante. Far vedere ad un’estranea che mi interessa la cosa mi fa sentire nuda in una classe di liceo. Sicuramente qualora volessi provare la sottomissione psicologica, questo sarebbe un passo fondamentale, ma per ora la cosa ruota intorno al piacere perverso che provo pensandomi lì ma ignorata. Invisibile. Presente, ma come dietro ad un doppio vetro, dove io li posso vedere ma dove loro non possono vedere me.
La mia fantasia riesce a spingersi fin qui. So che l’ha già fatto in passato. Ho perfetta memoria di essermi masturbata una volta sull’amichetta di cui ero innamorata da bambina che si baciava con la sua vicina di casa (cosa che hanno effettivamente fatto davanti a me, ballando su Gift di Elisa, canzone irrimediabilmente legata al sesso per me).
Nella realtà vado nel panico se lui mi dice “La devo sentire al telefono”.
Il compito del prossimo mese?
Riunire i miei raptus bipolari e riuscire a vedermi intera allo specchio.
Ps. Cavoli, che titolo evocativo!