Ho risentito quella sensazione.
Quella disperata, la stretta allo stomaco e il fiatone.
Tutto dovuto a 24 ore non particolarmente facili, dove sono stata ieri ad aspettarlo fino alle 3 di mattina; sono riuscita a sentirlo nemmeno un’oretta (giusto il tempo che io mi rilassassi un pò ed iniziassi a parlare) che si è addormentato; sono rimasta sveglia fino ad un orario indecente; oggi si fa vivo alle 4 e mezza del pomeriggio perchè non aveva più soldi; stasera doveva esserci per le 11 per fare finalmente una chiacchierata ma deve uscire con gli amici perciò mi ha offerto un’oretta al telefono prima di andare (uscita barattata con i 4 giorni che doveva star via con loro ad agosto, ma sinceramente preferivo di gran lunga avere quella chiamata).
Inseguendolo per più di 24 ore, sapendo che stava facendo altro e che io ero impossibilitata dal sentirlo, con i dolori da preciclo che avanzano e la solitudine della casa senza di lui, ho sentito di nuovo quella sensazione angosciosa.
Tant’è che quando al telefono mi ha spiegato che doveva uscire con gli amici, il mio cervello ha reagito come a inizio giugno quando mi diceva “Stasera vedrò di farci qualcosa con lei”. Una parte particolarmente masochista di me gli ha addirittura chiesto se dovevo aspettarlo in piedi, tanto per sentirmi dire “Non credo tornerò tanto presto, spero di esserci per le 3”.
Ho immaginato che uscendo con i suoi amici qualcuna avrebbe tentato di rimorchiarli, che nel locale in cui andranno ci sarà qualche ragazza che butterà l’occhio, e forse ci proverà persino.
Tendo ad allontanarmi troppo da questo lato del cuckqueaning, cullandomi troppo in quello fatto di chiamate, sms, foto, film e libri. Mi dimentico che c’è la parte in cui lui non c’è più, quella in cui io lo devo aspettare, e chiedermi quanto saranno lunghe le sue assenze questa volta.
Esce SOLO con degli amici, ma per me questo è tutto un mondo. Ogni sua sparizione mi chiama il cuckqueaning; oserei dire che in alcuni momenti, il tradimento vero e proprio è la sua stessa assenza. Non necessariamente deve andare con un’altra, gli basta allontanarsi da me per farmi avvertire quelle sensazioni. Con lui su qualche ragazza è certamente peggio, non lo nego.
Sto cercando di continuare a battere il ferro finchè è caldo, tento di mantenere vivi i progressi fatti in questi mesi nonostante non ci sia più Lei e nonostante 2 volte su 3 non ci sia nemmeno Lui. In pratica mi faccio male da sola.
Mi dò dei compiti per far bollire a fuoco lento il mio lato Cuckquean: mi sono registrata in un bellissimo forum italiano sui cuckold, e leggendo di tante prime esperienze mi sono resa conto che anche nella controparte maschile quello che passa per la testa è sempre la stessa cosa. Siamo tutti sulla stessa identica barca. Non so ancora però quanto è più facile per il maschio piuttosto che per la femmina la questione dell’eccitazione.
A proposito di eccitazione, stamattina sono riuscita a masturbarmi immaginandolo con un’altra. Non so esattamente perchè ho deciso di provare. Forse volevo convincere il mio cervello che lo sapevo fare, con un pò di sforzo. Che non era impossibile, che era solo una mia SCELTA quella di escludere il rapporto sessuale dal Cuckqueaning. Perchè per alcune (come me) è una questione di pura scelta; non necessariamente si parte già bagnate pensando al proprio fidanzato o marito con un’altra. A volte bisogna imparare a goderne.
Io ci ho provato. E’ stata una fatica enorme, ci ho messo più di 40 minuti (e 40 minuti di sfregamento clitorideo rimanendo completamente asciutta non li consiglio a nessuna, sul serio), ma alla fine ce l’ho fatta, immaginando qualcosa di ben più forte di lui che scopa un’altra. Perchè se pensare lui davanti a me che fotteva un’altra ragazza era sufficiente per farmi provare qualche sensazione nel basso ventre, per scatenare un orgasmo doveva esserci molto di più. Quel qualcosa di più nel mio caso è stato il bacio con la lingua, uno di quei paletti che lui ha deciso: uno di quei gesti che MAI farà con nessun’altra a parte me. Ecco, ho immaginato le loro bocche aprirsi per fare spazio alle loro lingue, e dopo un ultimo notevole sforzo sono riuscita ad avere l’orgasmo. Piccolo e insoddisfacente, ma quel minimo di endorfine che sembravano dire “Oh, finalmente è finita” piuttosto che “Mi è piaciuto”.
Per me è importante. E’ un passo enorme. Quasi irritata dal cammino che mi ero autoimposta (no alla sottomissione e no all’approccio sessuale), in una dinamica dove mi sentivo sempre più soffocata e costretta dal corso degli eventi, ho voluto darmi tutta la dolorosissima libertà di cui avevo bisogno. Ora ho davvero la possibilità di scegliere se dire sì o no alla sottomissione, perchè l’ho provato. Ora ho davvero la possibilità di scegliere se mettermi una mano tra le gambe e costringermi a venire o meno.
Tra le nuove e piacevoli conoscenze che ho fatto nel forum; l’impegno per curare di più questo blog (che mi sta dando grandi soddisfazioni, specialmente per le visite che sto ricevendo: davvero, grazie) e l’aggiunta di nuove pagine per arricchire il discorso sul tradimento; la costante autoanalisi e gli esercizi per piegarmi alla libertà totale che voglio avere, non è un periodo facile, e queste 24 ore sono state per me davvero impossibili.
Nonostante l’umore scostante e spesso aggressivo, mi sto davvero volendo bene. Mi dispiace per Lui che volente o nolente finisce per l’essere tirato in mezzo ad ogni mia sfuriata, e penso seriamente che stia vedendo molto poco del bello che ho in me. Ma io mi vedo. Mi sto vedendo.
Mi sento Atlante, sto sorreggendo l’intero pianeta Terra.
Mi sto sentendo sotto la pelle tutta la forza che ho.