Primo Assaggio- Parte 3

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Mi aspettavo il botto, ma alla fine non è giunto.
Ho disperatamente cercato di passare la serata tentando di non pensare al fatto che stava per fare sesso con un’altra, e alla fine è venuto fuori che dovrò ripetere la prova eroica perchè non l’ha fatto.
Non che non abbiano fatto nulla, anzi.
Una cosa che sto sentendo maturare è la profonda rabbia ogni volta che scrivo “un’altra”, perchè ormai si può tranquillamente parlare di “lei”. Riconoscere la sua figura è una cosa cui non ero ancora pronta, e non mi sento tale nemmeno adesso. Lui non si sta avvicinando ad una a caso, non più; questa ragazza è fissa da almeno 3 incontri e lo sarà per parecchi altri temo. Quindi, si avvicina il momento in cui dovrò accettare che lei ha completamente indossato l’abito dell’amante, e che per il periodo che seguirà sarà una presenza reale come il tavolo su cui è appoggiato il mio pc. Non è scontato come pensiero, sentir parlare di una persona può dare la speranza di far finta che sia solo immaginaria.
Quando i racconti di lui diventano troppo dolorosi io cancello le loro facce e mi limito a registrare la scena come se stessi guardando un porno. Tutta la questione potrebbe essere solo frutto della mia fantasia. Ma lei continua ad essere nominata, attraverso le parole di lui inizio a riconoscere uno schema comportamentale, il suo carattere, il suo modo di relazionarsi. Sapere che è reale è la più dolorosa scoperta del giorno.

I suoi “aggiornamenti” stanno iniziando ad avere un sapore acido di gelosia, perchè la mia testa automaticamente dipinge il momento in cui si guardano e assumono quell’espressione tipica di due persone che condividono qualcosa (fosse anche solo l’intenzione di stare incollati tutta la notte), ed è una cosa che mi fa imbestialire.
Tentando di parlare con lui oggi, mi sono resa conto di aver fatto quei discorsi senza senso che tanto volevo evitare, quelli dettati dalle pure emozioni. Ciò che sento di più forte al momento è insicurezza e gelosia. Avendo solo queste due, sposto su di lui la responsabilità di farmi sentire meglio: vorrei che fallisse nei suoi tentativi con lei perchè non riesce assolutamente a togliere dal proprio corpo l’imprinting “mi sveglio solo se c’è lei, la MIA”.
Mi sono anche resa conto che ho paura dei suoi silenzi e delle sue parole, ho paura di credergli e accettarlo quando mi dice che non riuscirebbe a farlo con una che non conosce assolutamente, che vuole che lei abbia una piccola cotta per lui, che ancora non sa se vorrà mantenere i rapporti con lei anche in futuro.
Mi sento un pò come i bambini che si tappano le orecchie e iniziano ad urlare per non sentire più nulla. Io mi tappo le orecchie su quello che mi dice e gli urlo che qualsiasi cosa fa mi sento sempre peggio.

Oggi è la giornata in cui mi rendo anche conto che sto iniziando seriamente ad essere gelosa, e il non poterlo vedere tutti giorni mi toglie qualsiasi sicurezza sul mio ruolo. Così come lei potrebbe essere immaginaria, anche io mi sento così. Lei fa parte dei racconti che ascolto attraverso un telefono, ma loro due almeno si vedono, spesso; sono IO quella che ha come unico contatto con la “realtà di coppia” il cellulare e passa le giornate a mordersi la lingua. Potrei essere un fantasma, un racconto che lui ogni tanto tira fuori con lei quando diventa troppo curiosa.
Un’altra cosa che diventa sempre più reale è il suo interesse nei confronti di lui. Può anche scriverselo in faccia che lui non vuole relazioni, per quanto mi riguarda ciò non cambia il fatto che si permette di scrivergli che vuole assolutamente scopare con lui. Ne avessi il potere vorrei farle esplodere il cellulare in mano.

Probabilmente questo è il gradino che immaginavo di dover superare: dal “insicurezza e gelosia” a “insicurezza+gelosia=competizione”. Il passo più complicato, riuscire a prendere tutto questo e a girarlo a mio vantaggio. Ma come posso fare se mi sento totalmente calpestata? Gli accenni di orgoglio mi spingono ad evitare qualsiasi tipo di buona disposizione perchè mi sembrerebbe di mettere la testa sotto la sabbia lasciandole libera la strada per crearmi problemi. Sì tesoro, vieni pure, scopati il mio fidanzato, prenditi una cotta per lui, no non badare a me, sarò invisibile accanto al comò, fa come se non ci fossi.
Devo affrontare la loro prima volta (e se ho capito bene come funziona il mio contorto senso di gelosia, anche le volte successive), trovare il modo di creare quella reazione chimica per la competizione, riassettare il mio fisico perchè non posso andare avanti per molto non mangiando e dormendo 5 ore a notte, costruire qualcosa che mi dia nuovamente un’identità precisa. La persona che ero fiera di essere al momento non sta facendo nulla di eclatante, sta solo ascoltando come una brava cretina il suo fidanzato raccontarle quanto la sua amica gli si sia strusciata addosso infoiata come mai nella sua vita.
I miei complimenti.

Devo trovare il modo di ritornare me stessa, ho paura che se perdo il momento giusto in cui alzare la testa, resterò sommersa per parecchio tempo.
A breve arriverà la loro scopata, io devo tirarmi su, cazzo.
Non posso andare in guerra senza armi.

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