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31yo Cuckquean (female Cuckold) from Italy. Per contattarmi: cuckquean.mrsy@gmail.com

Comorbidità

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Ok, stavolta ci riprovo seriamente. 

Durante lo scorso anno sono arrivata persino a pianificare 4 post e a iniziare la bozza di uno, mi vantavo con Lui di avere tutto sotto controllo, questo blog tornerà attivo come un tempo, ho così tante cose da dire! Stavo prendendo per il culo tutti, e quella bozza non so nemmeno dove sia finita. L’ho mai scritta? Me la sono solo immaginata? Non avrò mai risposta. 

Detto questo, sono rimasta piacevolmente sorpresa del fatto che continuo a ricevere email da lettori, a conferma del fatto che per qualche miracolo questo blog non è davvero morto, ma soprattutto che il suo contenuto è ancora attuale e d’interesse. Il numero delle cuckquean italiane è ancora esiguo da quel che vedo, ma la differenza rispetto al deserto di 7 anni fa (7 anni, maremma) è abissale. Anche solo sentirmi dire “Ehi, anche io!” è qualcosa in cui non avrei osato sperare all’inizio di questo blog, non per la cultura italiana riguardo all’argomento corna. Sono orgogliosa di voi. 

Due paragrafi, sto esaurendo la mia barra creatività per tergiversare, facciamo che provo a buttarmi in uno dei miei soliti papielli in cui parlo parlo parlo e se ti impegni puoi riassumere un intero articolo in tre frasi. Mi piace rispolverare i vostri ricordi di antologia al liceo così. 

Cercando di andare in ordine: 

Le cose si sono evolute in strani modi dall’ultima volta che ho scritto qui. Lui aveva smesso di sentirsi con Agrippina, e poi come al solito la vita si è messa di mezzo con un miliardo di cose più importanti cui pensare. Non voglio mentire, questo è forse l’unico dettaglio del mio cuckqueaning che ancora faccio fatica a digerire: non sta più a me gestirne gli orari. Da che ho iniziato questo gioco pericoloso da bambina, fino al momento in cui ne ho parlato apertamente con Lui quel fatidico giorno sul treno nel 2011, il cuckqueaning è stato qualcosa di profondamente e visceralmente mio; miei gli orari, miei i ritmi, mie le fantasie, mie le pare mentali, mio il male, mia l’adrenalina, mio tutto. Trovavo qualcosa di cuckqueaning in ogni mia relazione, e quando il cucking sfumava perchè l’altra persona diventava troppo monogama, semplicemente facevo avanti il prossimo. La mia attrazione verso chiunque andava di pari passo con la capacità di quel chiunque di darmi indirettamente del cuckqueaning. Le mie relazioni dipendevano dalla soddisfazione di quell’ossessione.

Quando però il cuckqueaning è diventato ufficialmente parte integrante della mia relazione con Lui, inevitabilmente ho dovuto anche cedere il controllo. Lui decide quando può o non può sollazzarsi con altre, e se poi ci aggiungi i periodi in cui io posso o non posso permettermi di prestare attenzione al cuckqueaning (questo molto più nel passato, quando il cucking si traduceva in settimane di insonnia e attacchi d’ansia), ecco che la risposta sono brevi finestre di tempo in cui entrambi siamo disponibili, intervallati da ben più mesi di nulla. All’interno di quella finestra poi bisogna vedere se si riesce a far incastrare una tipa, che ovviamente ha una vita sua, problemi suoi, e aggiunge quindi una variabile alla già difficile organizzazione. Come se i sentimenti si potessero incastrare così perfettamente. Che poi in realtà non è mai davvero andata così, quando Lui ha occasione mi chiede conferma, io non dico mai di no, e la cosa va finchè può andare. 

Il punto resta che non sono più io a soddisfare i miei bisogni cuck quando mi vengono; devo aspettare che Lui abbia il tempo e le energie per farlo. Anni fa avevo un costante fondo di risentimento per questo, che si aggiungeva perfettamente alla mia incontrollabile e ingiusta ma vagamente comprensibile rabbia per l’interruzione della nostra convivenza quando lui si è trasferito per studi (ed è un contesto che ho raramente preso davvero in considerazione in questo blog, ma ci tengo a parlarne dopo). Erano sensazioni sempre in lotta con la mia razionalità ed empatia, dei groppi amari che ingoiavo e ingoiavo perchè riconoscevo io stessa che sarebbe stato ingiusto cercare di cambiare le cose, ma poi col tempo quella rabbia si è attenuata e finalmente spenta. Quando dico che dover aspettare così tanto tra una sessione cuck e l’altra è una caratteristica che ancora faccio fatica a digerire non significa che mi irriti attivamente; è solo una presa di coscienza del fatto che non si può comprare quel bel vestito perchè questo mese c’è la bolletta della luce da pagare. Non c’è nemmeno davvero amarezza dietro, è solo il naturale stato delle cose, una sorta di nostalgia per l’adolescenza dove le responsabilità erano molte meno e non ci si rendeva conto di quanta libertà ci fosse nell’inseguire ogni capriccio (immensa generalizzazione e idealizzazione, non vogliatemene male). Ciò non vuol dire che nella mia testa la fantasia non sia ben più rosea della realtà, ma il fatto che ci sia in toto una realtà in cui il cuckqueaning è parte integrante del mio giostrarmi tra le “gioie e dolori” della vita adulta è già qualcosa che addolcisce l’anelare, e mi sta bene così. 

Ho diversi punti da toccare in questo papiello-del-ritorno, e probabilmente finirò con lo spezzare il discorso in diversi post perchè altrimenti diventerebbe troppo lungo, ma ecco, c’è quel contesto di cui vorrei parlare in relazione agli anni documentati qui in cui il cuckqueaning ha fatto di tutto per farmi dubitare di averlo mai voluto. Un contesto che poi è ovviamente cambiato col tempo ma che ha comunque continuato a influenzare pesantemente l’andamento del nostro cucking, e persino oggi, con tutto quello che so di dovervi dire, resta una variabile importante del perchè le cose stanno come stanno. Ho fallito nel non prestarci attenzione prima, e suona anche vagamente imbarazzante perchè ero io per prima a suggerire a chiunque mi chiedesse consiglio di analizzare le proprie paure e le proprie insicurezze in relazione a come il cuckqueaning avrebbe cambiato lo status quo. Vuoi iniziare il cuckqueaning perchè ti eccita da morire ma sei nel bel mezzo della tua tesi di laurea? Forse è meglio aspettare, perchè il cuckqueaning probabilmente ti ossessionerà e ruberà una grande quantità di energie e concentrazione. Vuoi iniziare il cuckqueaning ma hai una fobia dell’abbandono grande quanto l’oceano? Forse è meglio analizzare quella fobia prima di buttarsi nel fetish, che dici? E così via all’infinito, perchè la fantasia è facile, è il salto nella realtà il difficile, e la vita ci si metterà sempre di mezzo cambiando le carte in tavola, e devi essere pronto ad affrontare l’inaspettato anche quando fa male. Guarda come predico bene e razzolo male.

All’inizio del cuckqueaning avevo un bagaglio di traumi ed insicurezze che avrei potuto recitare a memoria come quella poesia che ho imparato alle elementari e non ho mai più dimenticato. Sapevo esattamente che bagaglio stavo trascinandovi dentro, d’altronde praticavo irresponsabilmente cuckqueaning da che avevo 7 anni, ero già abituata a come si incastrava perfettamente con la mia personalità, come compensava o combatteva o aiutava tutti quei nodi mentali che accumulavo crescendo. Era un punto focale sin dall’inizio, quella competizione e vittoria che nutriva sia la mia fame di adrenalina che la mia autostima. Mi sentivo figa già solo per il semplice fatto di riuscire a praticare un fetish che avrebbe distrutto tanti altri. Ma allora dov’era il problema, se togliamo la questione dei preconcetti sociali sulla monogamia e l’amore che ho dovuto smontare nella mia testa? Beh, il problema era tutto il resto. 

Ho iniziato con la sicurezza dell’affidare il cucking alla persona che amo e di cui mi fido ciecamente, ignorando il fatto che quella competizione che non si poteva perdere (non c’era assolutamente possibilità alcuna che Lui mi lasciasse), non si poteva di conseguenza nemmeno vincere perchè non c’era davvero nulla su cui competere. Nel bel mezzo della mia lotta contro la gelosia e la pura angoscia dell’inizio di una dinamica che era sempre stata così familiare e naturale per me e improvvisamente appariva come una spaventosa estranea, dovevo anche confrontarmi con un ritorno di autostima che non arrivava mai. Non vincevo, non perdevo, sembrava tutto inutile. “Se li lascio fare tutto quello che vogliono, dove sta la mia vittoria?” scrivevo anni fa, tirandomi i capelli. Bella e inutile domanda. Non c’è vittoria perchè non c’è mai stata gara, e ho impiegato mesi per farci pace. Alla fine l’illuminazione è arrivata per vie traverse, parlando con altre coppie e altre amanti, ascoltando le loro paure e insicurezze e dubbi, rendendomi conto che eravamo tutti sulla stessa barca. L’empatia mi ha portata, su quella metaforica gara di corsa dove il traguardo era la mia vittoria da Cuckquean, a fermarmi e ad aiutare la rivale che era appena inciampata, invece che esultare per il trofeo già quasi tra le mie mani. 

Mi stavo giusto abituando all’idea di dover riconsiderare i miei progetti sulla mia autostima nel cuckqueaning, che era poi arrivata la seconda bomba, e la convivenza si era interrotta per cause di forza maggiore. Atto II, Scena IV, entra in scena il mio terrore dell’abbandono. “Ma non ti eri ritirato e avevi aperto un ristorante vegano in corso Venezia?” chiede Autostima. “Siete in low budget, ero l’unico cretino disposto a fare la comparsa gratis”, risponde Abbandono.

Da qui in poi mi vedrete nel blog sapientemente ignorare quanto la distanza stia influenzando le mie reazioni nel cuckqueaning, persino in quei post dove esplicitamente scrivo la parola “distanza”. Non la stavo davvero intendendo nel senso lato, stavo guardando l’albero invece che la foresta, stavo fissandomi sulla distanza in questa o quella sessione cuckquean, sulla mia gelosia e ansia ogni volta che si faceva un salto in avanti e improvvisamente ero di nuovo catapultata in territorio sconosciuto. Quanti problemi avrei avuto con Piñacolada se io e Lui fossimo stati ancora sotto lo stesso tetto? Quanto rancore e paura verso l’improvvisa distanza ho riversato nel cuckqueaning dove tutti quei timori prendevano forma solida? Quanto parallelo è stato il mio far pace con il cuckqueaning rispetto al mio far pace con la distanza? Domande retoriche. 

Se guardo indietro e mi concentro, posso vedere chiaramente come ogni passo in avanti nel cuckqueaning faccia da specchio a un passo in avanti verso un’altra area della mia vita che condivideva con il cucking parte della stessa stanza emotiva (e di cui tratterò in un altro post). Stesso gioco per i passi indietro, quando sembrava che il cuckqueaning mi stesse facendo male perchè si stava improvvisamente andando su di livello, e invece (o magari semplicemente “anche”) c’era qualcos’altro che stava agitando quella stanza emotiva condivisa. 

In un altro periodo, quello che andava di pari passo con me che scherzosamente mi chiamavo la cuckquean buddha, c’era in contemporanea una discesa nella mia salute fisica che mi ha portata a spogliare la mia quotidianità di qualsiasi cosa che potesse crearmi ansia. Non potevo fisicamente permettermelo, così ho appiattito la mia vita, e allo stesso tempo ho appiattito le mie emozioni più scomode. Sono maturata come cuckquean, oppure ho semplicemente staccato la spina alla mia emotività? Domanda retorica di nuovo, e forse quell’ “oppure” è di nuovo un “anche”. 

Agrippina si sovrappone perfettamente con un periodo tremendamente difficile per me dal punto di vista sia emotivo che fisico, e guarda caso ci sono stata male per due settimane prima di riuscire a calmarmi. 

Ulteriori esperienze successive ad Agrippina sono state organizzate, accolte, e vissute adattandoci a problemi di salute che stavamo avendo entrambi, e che ci hanno portato a dover modificare in maniera permanente molte delle abitudini che davamo per scontate prima.

Parlerò in un altro post di alcune riflessioni riguardo al poli vs cucking, e non posso fare a meno di chiedermi anche lì se tutte le mie maturazioni sull’illusione della competizione e sulla mia capibarizzazione non siano state tirate nel mezzo da ben altre questioni psico-fisiche che ancora una volta sembrano molto convenientemente riflettere un certo stato emotivo. Sembra una favola con tanto di morale “non tutti i mali vengono per nuocere” (cui aggiungerei “nemmeno tutti i beni vengono per giovare”), ma vorrei davvero mettere nero su bianco questa riflessione, perchè mi sono confrontata con tante ma tante coppie e singoli nel corso degli anni, e mi è stato chiesto innumerevoli volte come ho fatto a superare la gelosia, l’insicurezza, la paura, la rabbia, ecc. Ho sempre fatto del mio meglio nell’esprimere le mie opinioni e analizzare la mia storia, ma qui c’è qualcosa che non avevo ancora riconosciuto nonostante fosse stupidamente sotto il mio naso, e non è giusto che io mi prenda del merito che non ho: 

non sono totalmente responsabile della mia crescita come Cuckquean, non più di come posso esserlo per una cicatrice dopo una brutta caduta. Ho forse fatto pensare troppo spesso che basti la forza di volontà da sola per maturare, come se “Voglio diventare adulto” basti a un bambino per trasformarsi. Gli ci vorranno almeno 15 anni, e il tempo non è una variabile che puoi eliminare, tutt’al più comprimere o allungare come un elastico. Diventerà adulto, senza ombra di dubbio, ma prima la vita dovrà investirlo, o quel desiderio resterà vuoto di possibilità. Allo stesso modo la mia maturazione nel mio percorso di cuckqueaning non è solo sulle mie spalle, non è solo sui miei progetti e la mia testardaggine e le mie prese di posizione: mi ha investito la vita in questi 7 anni, così come succederà nei prossimi 7, e via ancora fino a che potrò. Il punto credo sia più riuscire ad adattarsi ai cambiamenti, trovarsi a dover deviare strada senza volerlo ma guadagnarci qualcosa in ogni caso. 

Alle cuckquean e aspiranti tali: come sono arrivata dove sono arrivata? Testardaggine, volontà, paura, incidenti di percorso, incidenti diventati opportunità, puro caso. Non ho il pieno controllo del mio volante e ho imparato ad averci a che fare; sono totalmente certa non ci sia poi tanta differenza tra voi e me. Non posso consigliarvi di avere le mie stesse botte di culo o i miei stessi problemi, ma avete il vostro personale mazzo di carte che a intervalli regolari vi scombina i giochi, e citando un mio professore al liceo: “Vendete cara la pelle.” 

A chi mangia sempre polli vien voglia di polenta. (?) 


Coming soon: 

indicizzazioni mancate

poli vs cucking 

se sento un altro “cuck” usato come insulto parteciperò alla mia prima rissa. 

Peep show

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Oh. Mio. Dio.
E’ un po’ di mesi che non ci sentiamo, eh? Buon 2017 e congratulazioni a me per essermi fatta viva prima di Pasqua! Sto migliorando, forse.
Questo grande vuoto esistenziale è stato forse imperdonabile ma perfettamente giustificabile nei miei canoni, considerando il fatto che proprio in quei giorni e mesi lì della scorsa estate mi sono trasferita. Spero ricordiate e sappiate tutti quanto sia stressante, specialmente quando devi spostare anni di roba accumulata che ostinatamente non vuoi gettare. Una volta sistemata nel nuovo appartamento c’è poi stato un impegno familiare che mi ha occupata fino a Natale, dormire sul divano compreso. In tutto questo, ogni volta che pensavo “devo scrivere sul blog” mi prendeva il magone, perchè proprio non avevo le energie per sciogliere la mia matassa interna quando quel nodo solido era proprio la colonna che mi stava tenendo in piedi. Infatti prevedo un crollo psico-fisico dopo questo post come quando vai a farti un massaggio dopo 8 anni e ti viene la febbre a 40. Mai successo a nessuno? Okay.

So di avervi lasciato nel mezzo del cammin, ed è giusto che io connetta i punti per riprendere il filo.

Agrippina e Lui hanno continuato a vedersi e corteggiarsi con vari appuntamenti per un buon mesetto. L’organizzarli non era mai scontato perchè bisognava sempre incastrare gli orari dei loro lavori e cazzi propri, ma ci hanno messo entrambi l’impegno. Non ero mai trascurata nel mio cantuccio giacchè Lui raccoglieva le lunghissime chattate giornaliere tra di loro e me le porgeva su un piatto d’argento. Questo arco di cuckquean è senza dubbio quello che mi ha lasciato più materiale in assoluto, e ha settato uno standard con cui è difficile misurarsi adesso. Tra chattate e colazioni fuori lì, e scatole da riempire e furgoni da noleggiare qua, finalmente si è giunti al fatidico momento della serata da passare in casa. Se state pensando “L’ha scopata quindi?” vi rispondo “Shhhhh non rovinate tutto”, che è un colorito modo per dire “No, non l’ha scopata” ma non posso sinceramente lamentarmi.

E sto per raccontarvi gli eventi di quell’agosto grazie agli appunti che scrissi quella sera stessa, presa com’ero dall’innocente intenzione di darvi un racconto genuino e diretto, invece che postumo come al solito. Poi si sa che la vita (o io, o entrambe) è una stronza e quindi quel genuino resoconto ve lo beccate con quasi 5 mesi di ritardo, ma la pazienza è la virtù dei forti, e mi piace farvi sentire come mi sento io nell’attesa tra un episodio cuckquean e l’altro.
Bando alle ciance, la fatidica sera:

Mancano pochi minuti e poi lo vedrò con Agrippina. Non dal vivo, sia per mancanza di possibilità materiale che per mia volontà di non farmi venire un attacco di cuore a venticinque anni. Non mi tiro indietro, vederli insieme mentre io sono nella stessa stanza è ancora un desiderio fisso nella mia testa, ma dopo anni di pratica so leggere i segnali del mio corpo, e quando le mie mani iniziano a sudare vuol dire che devo prendermela con calma. Così li vedrò attraverso una webcam piantata in camera da letto. Lui ha già detto di non volerla scopare questa sera (e sono d’accordo), e so che gran parte della serata avverrà in cucina, ma dovrei comunque beccare qualche show, e per una abituata come me al totale lavoro della mia immaginazione, questo è un salto di qualità gigantesco.
Sto per vederli insieme. Cazzo.

E vista la mia dedizione a questo blog, ho deciso di rendere la cosa quanto più genuina possibile con un liveblogging. Ossia, commenterò lungo la serata quello che vedo o sento, e se la connessione va in vacca vi beccherete i miei porconi.

Si dia inizio alle danze.

19:01 Lui la sta prendendo dal parcheggio. Aspetto che la porta d’entrata si apra (non è visibile da qui ma posso sentire la serratura). Il suo ventilatore si è appena messo in funzione e mi ha fatto venire un collasso. Facciamo che mi calmo un po’

19:07 L’ha subito portata in camera per baciarla e ho apprezzato tantissimo il gesto non fosse per la connessione che ha immediatamente iniziato a vacillare, mandando il classico lag che tutti quelli che hanno provato a guardare un porno fino a qualche anno fa conoscono benissimo. La pazienza ragazzi, la mia pazienza. E il programma per fare video dal desktop non funziona quindi sono anche costretta ad usare il mio cellulare tristissimo perchè la vita ti dà solo limoni (e non il tipo divertente che sta avendo Lui stasera)

19:27 Si spostano in cucina e spariscono dalla mia vista. Sento voci lontane e incomprensibili. Lavoro per liberare la memoria del mio cellulare intanto. Prevedibilmente mi sono calmata l’istante in cui lo spettacolo ha avuto inizio; conosco fin troppo bene questa sensazione di placido abbandono che ho di fronte all’inevitabile evento che mi terrorizza. Pagherò le conseguenze di quest’ondata di calma quando sarà tutto finito, ma per adesso sono lucida e in controllo.

20:02 Si rotolano sul letto, io mi concentro sulle mani di lei che vanno sotto la sua maglietta con sicurezza e familiarità, su di Lui che le accarezza la nuca e le passa la mano tra i capelli. Sono così schifosamente fortunata a poter vedere uno spettacolo del genere. Com’è arrivata ad essere questa la mia vita? Che figata.

20:39 Credo siano andati a mangiare. Ogni volta che Lui si mette in favore di camera o ingiustificatamente vicino alla scrivania io sorrido tra me e me e ringrazio per il regalo. Fa sentire bene avere quell’occasionale rimando di essere attivamente tra i suoi pensieri. Nel frattempo continuo a litigare con il mio cellulare per svuotare memoria, ma ho già raccolto dei video davvero davvero carini.

21:20 Ho vinto la battaglia contro il mio cellulare, ma mi sembra anche di aver fatto una maratona di 50 km in termini di stanchezza. E’ qui da due ore, ma mi sembra di essere stata tirata come una corda di violino per secoli. Mi sa che mi addormenterò davanti al pc prima ancora che Lui chiuda la chiamata.

22:10 Sono sul letto, Lui mette lei di spalle alla webcam e mi fa ciao con la manina mentre la accarezza. Io sono stupida e gli faccio anche ciao di risposta, come se potesse vedermi.

22:52 Non posso riconoscere tutto quello che dicono ma stanno ridendo tanto e non potrei descriverlo con altro termine che “amoreggiare”. Si baciano, si accarezzano, chiacchierano, ridono, si punzecchiano. Stanno facendo la danza dello struzzo in amore davanti ai miei occhi, dove sono i miei popcorn?

23:18 Lei si mette di spalle a lui, sdraiati sul letto, e muove il culo sul suo pacco. Improvvisamente mi dispiace Lui abbia deciso di non scoparla. Giocano con le loro mani e ho un flashback riguardo ad una fantasia che chiesi a Lui quando ero una piccola cuckquean 15enne confusa dai propri desideri. Descrisse le coccole che avrebbe fatto con me, ma indirizzate ad un’altra ragazza con cui stava parlando al tempo. Era esattamente quello che sto vedendo ora. E’ un po’ surreale, e dà l’idea di stare chiudendo un cerchio.

23:38 Ok ho visto un buon venti minuti di petting spinto ed è stato incredibile. Stavo facendo il video con il cellulare e non ho potuto fare a meno di commentare a voce perchè ommioddio che incredibile figata. Cacchio Lui e la sua decisione di non scoparla! Mi viene difficile descrivere la sensazione perchè è stato un misto di fangirling unito al piacere voyeuristico del guardare Lui darci dentro, metterle una mano tra le gambe, slacciarle il reggiseno, vederla sfilargli la maglietta.

00:30 tornano in camera e lei non ha nè canotta nè reggiseno, lo spinge sul letto e gli si mette sopra. Che cacchio è successo di là e perché non l’ho visto??? (carina la grandezza del suo seno) (mi piace di più il mio comunque)

00:59 Si sono messi a masturbarsi uno accanto all’altra (ognuno con la mano nelle proprie mutande, salvo eccezioni) e sono venuti entrambi. E’ stata…potente come immagine. E i suoni erano anche notevoli, e la mia maratona ha appena superato il centinaio di chilometri, così sono abbastanza pronta ad entrare in letargo per i prossimi 35 anni e riposarmi.

Non ho avuto sensazioni negative nè ansia. Qualche lampo di gelosia qui e là, ma più che altro l’indolenzimento della mancanza. Non lo vedo da un mese, e pesa. Adesso avrei tanto bisogno di una tazza di tè bollente, un videogioco di quelli immersivi con le ambientazioni bellissime, e Lui che mi fa appoggiare la schiena al suo petto mentre gioca.

Durante la serata ho provato una sensazione leggermente alienante, come se quello che stessi vedendo fosse surreale, parte di un’altra realtà. Quello era e non era Lui, e stava e non stava facendo quello che stava facendo. Stava succedendo davvero, ma era anche chiuso nello schermo del pc, lontano interi universi. Adesso che loro sono nelle coccole post coito quella surreale mi sento io, perchè sono bloccata qui con il bisogno di avere un contatto che non posso avere (mentre loro ce l’hanno), e quella fuori dal mondo risulto io. Oltre lo schermo è la realtà, il calore, la pelle; qui c’è solo la stanza dell’attesa.

La prova più difficile è probabilmente questa: che Agrippina sia arrivata in un periodo in cui non posso vederlo, e per quanto Lui si impegni ad esserci il più possibile, l’impatto duro dell’assenza e il bisogno di aftercare fisico sono responsabilità mia. Mi costringe a curarmi di me quando vorrei essere piccola e adorata, a stare sulle mie gambe instabili quando vorrei essere presa in braccio. Mi sento un po’ sola dall’altra parte dello specchio (schermo), ed è strano come andare in un Lunapark deserto. Scendi dalla giostra e quando stai ancora ridendo, esilarato dal giro, ti guardi intorno e ti accorgi che non c’è altra anima viva a parte te. Ti muore un po’ la risata in gola, ma non tutta: c’è una parte di quel divertimento che è anche solo per te, ed è completo così; ma poi c’è il sorriso fatto apposta per condividere quell’esperienza con qualcuno, ed è quel sorriso che si spegne e si vergogna di star parlando da solo.

Un altro considerevole dettaglio è che mentre Lui era ad accompagnare lei alla macchina, io sono andata in bagno e ho controllato lo stato delle mie mutande. Sapevo di non essere stata esattamente indifferente alla scena perchè resto una voyeur in tutto e per tutto, ma volevo confermare l’entità della non indifferenza. Il risultato è stato abbastanza da farmi avere un veloce orgasmo tanto per scaricare la tensione fisica accumulata, salvo poi pentirmene perchè non mi sono poi salvata dalla malinconia dopo che l’ondata di endorfine e adrenalina è passata. Riconfermo che il mio non è un cuckqueaning che può avere coinvolgimento fisico. Non con la distanza fisica. Ma anche dopo 5 anni il mio punto resta lo stesso: vorrei un altro Lui che mi desse la sua completa attenzione ed energia per bilanciare la stanchezza dell’altro Lui che torna dopo l’incontro ed è sfinito, e si ferma per rispondere al cellulare, e di fatto ha le briciole da darmi. Lo comprendo razionalmente, ma è parte di quella solitudine che devo affrontare da me.

In generale è stata una sessione incredibile e che non credo dimenticherò mai (anche perchè ho materiale audio/video a perenne memento); più nel particolare devo imparare a calibrare fin dove posso spingermi per non finire a fare i capricci perchè non posso essere presa in braccio. Si sposa poco con la cuckquean “bella e austera” che sto lavorando quotidianamente per essere. O magari sono solo pregiudizi miei e nulla mi vieta di essere vulnerabile (come se fosse una sorpresa per voi che mi leggete).

Vabbeh, alla fine della fiera il verdetto è: quando si rifà?

Moglie e buoi dei paesi tuoi.

Sembrava stesse andando tutto per il meglio, vero? Poi è successo quello che succede quando finisci di flirtare con una persona: inizi a sentire davvero quello che dice quando dalla vostra bocca non esce solo uno sbrodolio di cucicudadada, e non sempre ti piace quello che senti. E più non ti piace quello che senti, più la cotta ti muore in gola. Agrippina e Lui non si vedono da prima di Natale. Si sentono ancora in chat, e ogni tanto lei sembra spuntare fuori di nuovo con i “mi manchi, vediamoci”, ma fino ad ora sono state parole al vento prive di una qualsiasi determinazione/desiderio di farle mettere in pratica. Probabilmente si vedranno, ad una certa, ma quel brivido romantico è morto e sepolto.

Questo mi fa porre un quesito a voi, popolo di infedeli o aspiranti tali: come gestite la cosa quando il vostro partner primario in realtà vi dà già quello che volete?
Mi spiego: con Agrippina abbiamo visto succedere quello che già sapevamo sarebbe accaduto, ossia che una volta morto il periodo della cotta (e prima o poi succede), loro avrebbero iniziato ad arrancare perchè la complicità rimanente non è nemmeno un briciolo di quella che ho io con Lui. E quando ti secca parlare con l’amante perchè la tua fidanzata è più interessante, come tieni su la baracca? Tieni l’amante solo come sorreggi-pisello e le fai aprire la bocca solo per succhiarlo? Spiegatemi come funziona, perchè per quanto io sia una fervida sostenitrice del cuckqueaning romantico, sono anche ben conscia dei problemi pratici che comporta il cercare di non sotterrare una tipa nuova quando dall’altro lato hai una relazione di 10 anni che va a gonfie vele.

Le cose non sono completamente congelate su altri fronti; Lui ha avuto un breve ma divertente periodo in cui ha fatto da semi mentore Dom ad una, e se nel futuro lei dovesse mai tornare più interessata alla questione, sarei ben felice di sperimentare la mia gelosia su quel fronte. Ha le sue amiche, ha i suoi flirt, e anche se non è sui livelli della scorsa estate, non posso non riconoscere che la norma è qualcosa che mai mi sarei sognata anni fa. L’avanzare dell’età sta facendo tantissimo (così come l’ambiente in cui studia e lavora), esattamente come temevo e pensavo. Avere 22 anni non è lo stesso dell’averne 26, specialmente per l’uomo. Stiamo avvicinandoci sempre di più alla fascia d’età che è facilmente più attiva nel BDSM, e anni fa ero drammaticamente annoiata all’idea di dover aspettare tanto, ma ormai siamo qui alle porte (in compenso io non ho più quella patina dorata che avevo quando ero una zozzona di a malapena 18 anni, ma porto queste rughe e capelli bianchi con onore).

Per finire non vi chiedo nemmeno come state perchè ho una caterva di email cui rispondere, ma lasciate almeno che vi ringrazi se siete ancora qui a sopportare le mie lunghe assenze. Questo blog resta una casa per me, e state certi che ci tornerò sempre.

Al prossimo aggiornamento (che molto probabilmente sarà le indicizzazioni dell’anno, con un mese di ritardo), ciao regà.
L’acqua vuol pendenza il mare vuol pazienza. <— non so nemmeno cosa dovrebbe significare ma urrà per la rima baciata

Cornuta SPA

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Vi scrivo durante il di Lui appuntamento con Agrippina. In silenzio radio (fortemente suggerito da me) da due ore ormai. L’attesa per questo momento è stata la parte peggiore, un po’ come sempre accade. Mi aspetto di ritornare un fascio di nervi quando sarà ora di sentire com’è andata, ma al momento la differenza rispetto all’ansia che mi ha attanagliato in questi giorni è abissale. Stavo giusto iniziando di nuovo a mangiare normalmente ieri, che poi oggi c’è stato il “Stasera si vedono” e via di nuovo con le farfalle nello stomaco mezze digerite e mezze in agonia.

Il perchè di quest’ansia, nonostante Lui stesso mi dicesse “Guarda che ho fatto molto di più con altre” è stato già accennato nello scorso post: delle altre Lui non era così invaghito. Non sono per nulla abituata ad una ragazza che può fare un po’ il bello e il cattivo tempo su di Lui in base a come gli risponde, con quanto ritardo, con che tono ecc. Sono abituata ad attrazione, a giochi e flirt cui Lui partecipa sempre nel pieno controllo di sè, con ragazze che gli fa piacere frequentare e che ritiene anche ottime amiche, ma che non lo hanno mai interessato in quel senso. Lei sì.

E da un lato Lui mi ha sottolineato più volte quanto lei in realtà non sia tutta questa eccezionalità o differenza rispetto alle altre, che la mia ansia si rivolgeva al prepararmi a quello che per Lui è un volo pindarico rispetto alla realtà (ossia una loro effettiva relazione romantica), dall’altro mi diceva cose come “magari qualcosa di importante” “non mi farò problemi a dirle che se pensa io la voglia solo per il sesso si sbaglia di grosso” “anche se non andrà da nessuna parte questa serata sarà comunque una gemma nel nostro cuckqueaning.”

Perchè la possiamo anche rigirare da ogni lato, possiamo andare con i piedi di piombo quanto vogliamo, ma Agrippina incarna in tutto e per tutto quel cuckqueaning che io ho tanto agognato, quello romantico e sentimentale, quello di cui ero così terrorizzata cinque anni fa, quello che mi ha ossessionata da quando ero una bambina di sette anni, quello in cui io mi sento davvero da parte perchè questa ragazza interessa perchè è lei, non perchè sono io. Quella che suona sia come una vera storia romantica (per come si sono conosciuti) che come una vera storia di tradimento (per l’ammissione di Lui al fatto che non gli dispiacerebbe avere una relazione proprio perchè ci possiamo vedere così poco e gli manco ← ci ho messo un tot a digerirla come cosa, ma dio se non mi elettrizza al contempo). E qui sta l’origine dell’ansia di questi giorni, la mia sensazione che stavolta ci siamo, stavolta facciamo sul serio.

Indipendentemente da se Agrippina deciderà o meno di starci (del resto stanno macinando sull’attrazione che hanno avuto nei due giorni in cui sono stati incollati tutto il tempo, non si sa se c’è una base più solida sotto), questa resterà la prima esperienza cuckquean pro level per noi. Lasciate perdere il sesso e le ragazze con cui ci si fa vivi quando ci si vuole divertire; datemi la ragazza che vorreste presentare ai vostri amici intimi come vostra. Lei è quella che voglio. Come sarebbe avere i suoi compagni di università e amici più stretti abituati a vedere più lei che me? Flirto con quest’idea così tanto che potrei quasi convincermi sia già reale.    

E nonostante tutto un po’ come è successo altre volte, quando poi Lui è andato e io sono rimasta sola a fissare lo schermo del mio cellulare, ho scrollato le spalle e mi sono chiesta “Bene, e adesso che film guardo?” e l’ansia si è sublimata come l’attimo dopo essersi fatti un vaccino da piccoli. E’ un secondo, e poi sei così avvolto nello zucchero filato del tuo sollievo che dormiresti seduta stante. Io amo il mio cuckqueaning con la sua assenza di coinvolgimento sessuale per questo. Allo stress emotivo rispondo con una seduta al centro benessere di me medesima. Appena mi sento emotivamente instabile o sbilanciata parto immediatamente con il programma “101 modi per coccolarmi” ed è assolutamente fantastico. Non sapevo farlo cinque anni fa, e mi sono data l’inferno inutilmente solo perchè non volevo accettare che per me era perfettamente legittimo lasciare Lui ai suoi giochi, e godermi quelle ore amandomi. Nel mio cuckqueaning quando Lui corteggia un’altra, io spendo il tempo corteggiando me stessa e trattandomi con quel riguardo che normalmente non mi concedo. E’ piacevole. Tanto. E una volta raggiunta quella sicurezza che Lui potrebbe fare qualsiasi cosa senza mai minacciare la mia posizione nel rapporto, è stato solo un passo accettare che la mia attesa migliore non è un’attesa per nulla: il punto è divertirmi e rilassarmi e regarlarmi una serata di cui anche io posso raccontare.

Così adesso sono tre ore e mezza da che Lui è sparito (sì, scrivo due frasi e poi leggo un manga, scrivo due frasi e studio un capitolo, scrivo due frasi e canto in playback) e io quasi non voglio interrompere la mia gita alle terme. Incrocio le dita per Lui e spero che il suo appuntamento stia andando a gonfie vele, e magari mi sentirò di nuovo tesa come una corda di violino quando Lui sarà tornato e mi starà per raccontare cos’è successo, ma non mi toglierà il desiderio che Lui faccia un’altra sessione il prima possibile: quel film era parte di una trilogia e voglio vedere come continua.


Al buio la villana è bella quanto la dama ← Voi non potete capire le gemme che trovo nella pagina wiki dei proverbi.

Tette, calmatevi per favore

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Avviso alla gentile clientela: sono stata brava e ho pubblicato il “””famoso””” sfogo che avevo scritto quando Lui si è beccato la prima cotta, quasi tre anni fa (come passa il tempo e mi scende la lacrimuccia). Leggerla prima di questo post può essere utile per capire a cosa mi sto riferendo, e anche come è fondamentalmente cambiata la mia reazione allo stress emotivo dopo la mia raggiunta buddità. Invece al perchè io abbia deciso di darle un nome da cocktail non troverete risposta, mi dispiace. Il post lo trovate pubblicato con la corretta data QUI
Buona lettura.

Mi stupisce ancora quanto io possa sentire con il cuckqueaning. Cinque anni pieni che lo pratico e ancora mi sorprendo a svegliarmi dopo quattro ore di sonno, con il cuore in subbuglio e quella snervante attesa per qualcosa che dovrebbe arrivare ma non giunge mai. E non è un’attesa motivata, perché “la cosa” già c’è, è la realtà con cui sono andata a dormire la notte prima, ma è la natura dell’ansia aspettare ombre.

Mi stavo preoccupando nello scorso post di star diventando troppo tranquilla con questa pratica, e che temevo di entrare in un’escalation per poter sentire ogni volta la stessa adrenalina. Prima di tutto: ma che cazzo mi era saltato in testa? È tanto facile sentire la mancanza dell’adrenalina quando non c’è, ma se pensassi adesso di passare il resto dei miei giorni così, credo che l’esaurimento non sarebbe troppo lontano. Seconda cosa: chiaramente dopo tutto questo tempo il discriminante non è più la pratica in sè (nonostante la sua presenza sia una corrente continua nel fondo della mia mente), ma il coinvolgimento di Lui con l’altra. A parte la sua prima amante, Ermenpippa (o era Ermengarda? Adesso non ricordo, comunque quella che è venuta prima), tutte le altre sono state accolte con la buddità che ormai mi contraddistingue. Okay, eccezion fatta per la prima cotta istantanea che si prese per Piñacolada, e che durò sì e no 48 ore, le altre sono state racconti piacevoli, ma in termini assoluti non più esaltanti del resoconto di un buon film.

In realtà mento anche, perchè sono abbastanza certa che tornando indietro su questo blog troverei una me ben poco calma durante le Sue avventure fuori. È stato solo negli ultimi mesi/ultimo anno che mi sono totalmente abituata all’atmosfera di costante flirt che Lui ha con il suo cerchio di amicizie femminili, al punto da ridere con lui quando gli salì un’altra istantanea cotta da 36 ore qualche mese fa, ma che non andò da nessuna parte per ottime ragioni, e come conseguenza ho naturalizzato quella che prima era una novità degna di nota: che Lui possa avere questa libertà a prescindere. Non è data per scontata mai (e mi fa sentire estremamente fortunata il fatto che Lui ancora adesso mi chieda se sono okay con il suo cogliere l’opportunità di fare qualcosa con X o Y, non assumendo mai il mio sì come automatico), ma di certo è vista come naturale per noi. Quindi dov’è la novità?

La novità è quando Lui si fa coinvolgere sul serio. Quando spende quattro ore al telefono per raccontarmi ogni singolo dettaglio che ricorda dei due giorni passati con lei (la chiameremo Agrippina), e stavolta si sente in modo lampante la differenza rispetto agli altri racconti. Prima completi ma generalmente distanti (al punto che avevamo concordato di farli in inglese perché sentivo meno quella fredda lontananza tra Lui e il fatto), adesso coinvolgente e colorato e ricco di sfumature, e si sentiva il piacere che Lui stesso sentiva nel ripercorrere quei ricordi. L’unica altra volta in cui siamo andati vicini a questo è stato con Piñacolada, e prevedibilmente le mie antenne si erano subito rizzate davanti al pericolo. Ma con Piñacolada anche se era stata una situazione breve, ambigua, ed intima, alla fine dei conti si era rivelata molto individuale da entrambi i lati: se lei ha sentito qualcosa, non l’ha seguito, e quello che Lui ha sentito se l’è tenuto per sè. Poi sono passati i mesi, e siamo scivolati nel nuovo anno, e poi in un altro ancora, e un altro ancora. Quando la sua cotta è ricapitata, ero pronta. Tuttavia non lo ero ad una corrisposta.

Che non mi si fraintenda: da quello che ho sentito, Agrippina è una ragazza dolce (e per una volta più grande di me) e mi piace già un sacco per osmosi. Ho ascoltato rapita il racconto di Lui e ho fatto il tifo, mi sono emozionata, ho esultato, mi sono sorpresa. Senza ombra di dubbio questo batte tutti gli altri eventi cuckquean, persino la scopata e il pompino e gli altri momenti sessuali rubati qui e là. Questo da sentire suonava come un film, come quei racconti che tengono tutti col sorriso sulla faccia quando gli amici chiedono “Allora, come vi siete conosciuti?” Ho adorato ogni singolo momento e mi sono addormentata ancora cercando di vederlo nella mia testa.

Ma resta che questo blog documenta tanto i lati positivi quanto quelli negativi, e per amor di cronaca sono tenuta ad ammettere che sono sottosopra. La particolarità sta nel fatto che la reazione del mio corpo è completamente separata dalla mia testa. Io sto bene, sono felice di quello che è successo e non vedo l’ora di sentire di più, spero insieme a Lui che Agrippina resti e diventi magari qualcosa di più serio, ma il mio corpo sta reagendo per fatti suoi e mi sta lasciando con il pervasivo pensiero “Ti calmi???”

È iniziato con il Suo invitante “Ho così tanti aggiornamenti da darti” lasciato lì in sospeso per quasi dieci ore perchè la giornata richiedeva comunque attenzione, e io ho gongolato nell’attesa e nell’aspettativa (ben ripagata) come una bambina il giorno prima di Natale. Sentivo quel familiare formicolio sotto la pelle, e ho fatto del mio meglio per essere funzionale durante la giornata, nonostante la mia totale impossibilità a concentrarmi su qualsiasi cosa. Era okay. Poi Lui intorno all’ora di cena mi dice che ci sarebbe stato in dieci minuti. Mangiare è stata una cattiva idea. Sì perchè la sottoscritta ha tutte le sue sensazioni di agitazione nella pancia, e come risultato ho lottato per quasi un’ora contro la nausea. Poi mi decido a farmi raccontare per distrarmi dal mio fisico, e in un battibaleno sono troppo coinvolta dal racconto per notare altro. Vado a letto con fatica perchè sono sveglia come non mai e impiego una buona mezz’ora di fantasie prima di addormentarmi. Quattro ore e qualcosa dopo, mi sveglio con la chiara sensazione di stare aspettando qualcosa, e quel qualcosa mi mette un’ansia esagerata. Ricordate la prima mattina raccontata in questo blog? Esattamente quello, con la differenza del mio cervello che faceva “E??il?tuo??problema??sarebbe???” al mio corpo. Fare colazione due ore dopo è stata nuovamente una cattiva idea, ma sono abbastanza certa dell’origine di quest’ansia perchè quando penso a loro due che si danno il buongiorno mi parte questa ondata calda nello stomaco che assomiglia tanto ad uno tsunami di acidi. È divertente, ma anche un tantino stancante alla lunga, e non vedo l’ora che si calmi e mi lasci vivere in pace.

Così dopo mesi e mesi di assoluto nulla–o meglio, di costante flirt con tutti al punto da essermi convinta che Lui non sappia comunicare in altro modo con chi gli é sessualmente compatibile (scherzo) (vale anche con tutti gli altri), arriva la mazzata di una fanciulla che non scappa a gambe levate sapendo della mia esistenza (dando anche il merito alla ‘cake di cui avete avuto già modo di leggere, che si è sempre comportata benissimo con me ma mi dispiace tantissimo tesoro Lui non si è mai preso per te), e potrebbe davvero diventare la prima vera relazione. Non voglio dire gatto prima di avercelo nel sacco, ma devo anche scrivere per tenere d’occhio come mi sento, quindi si pippano la gufata se ci credono, e in culo alla balena.   

Menzione d’onore va a tutte quelle volte, mentre Lui mi raccontava, in cui io commentavo qualcosa e Lui rispondeva “Anche lei l’ha detto!” Ora, se ad una cuckquean non si rizzano le corna quando un’amante ha un sacco di idee in comune con lei riguardo al Queanbull che stanno condividendo, allora non so quando dovrebbero. Ha subito creato questo subdolo legame, come due donne che hanno lo stesso ex, due che si capiscono perchè si sono innamorate della stessa persona per ragioni molto simili. Una sorta di sorellanza, se vogliamo proprio tirarla.

Altra menzione d’onore va al di Lui “È stato uno dei migliori making out della mia vita” che mi ha fatta sentire tanto oltraggiata perchè spero bene di essere sul podio in quella classifica o prendo il treno seduta stante per correggere l’affronto.

Altra menzione va alle montagne russe di questo fetish che non deludono mai, nemmeno quando pensi di essere già preparata a tutto. A differenza di 5 anni fa, però, adesso so come tirare su le braccia e liberarmi in un urlo nella discesa.

E per il resto niente, aspetto ulteriori aggiornamenti e acqua cheta rompe i ponti.
(Fatemi sapere come state voi, sono sparita per un secolo e mezzo, faccio schifo a mantenere le amicizie internettiane — in realtà anche quelle faccia a faccia, ho un’amica che abita letteralmente a dieci minuti di pullman da me e non ci vediamo da qualcosa come sei mesi, e ad agosto entrambe ci trasferiremo in diverse regioni ma voi credete che ci vedremo prima di allora? Nossignornò)

 

La buddità della cuckquean me medesima

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Ebbene no, non state sognando, sono proprio io, la vostra cuckquean preferita!
Come ormai faccio da diversi anni ad ogni santo post che decido di pubblicare dopo mesi e mesi di vuoto cosmico, vi rassicuro tutti che non sono morta. La mia vita progredisce con alti e bassi com’è bene che sia, e voi vi beccate i pochi rimasugli della mia vita cuckquinosa, che negli ultimi tempi è stata purtroppo estremamente carente.
Mi dicono succede questo quando sei fidanzata con uno studente di medicina. L’oculista da cui sono andata il mese scorso però ci ha tenuto ad informarmi che “Ne vale la pena.” Quindi io annuisco e sto.

Vi mancano le ultime bottarelle avute l’inverno passato con la nostra ‘cake tanto carina, ma starvele a raccontare mi sembra una povera versione del gioco del telefono: vi dico quello che mi è stato detto, e finiremo il turno con la frase “i broccoli sono nello zaino.”
C’è stato tutto tranne che la scopata, compresi momenti in cui potevo sbirciarli baciarsi fuori casa, coccolarsi sul divano, ascoltarli fare i piccioncini mentre io sgobbavo a lavare i piatti, ottenere una registrazione fatta di nascosto in cui c’è un di lei orgasmo (audio molto ma molto carino), e insomma, ho tenuto bene la mia parte da cornuta.
Lo dico con un mezzo sorriso in faccia perché in realtà mi sono sentita più mamma chioccia che altro: lei era carinissima e gentilissima per quanto imbarazzatissima, e Lui non era nemmeno lontanamente cotto di lei. Il risultato finale è stato quello di coccolare un cucciolo, che ha sì riempito la mia barra di buone azioni fino all’anno 2023, ma non si è nemmeno lontanamente avvicinato alle montagne russe da adrenalina spinta che tempo fa il cuckqueaning mi dava solo perché esisteva.

Questo è uno dei grandi cambiamenti che sto avvertendo, e devo ancora decidere se la causa sia una qualche mia illuminazione divina che mi ha portata a raggiungere la buddità, o se sia tutto grazie al tempo che ha fatto il suo dovere: sono rilassata come un capibara davanti ad un tramonto. Davvero, potete dirmi quello che volete, io sono una statua di comprensione ed equilibrio. Con la mia dolce metà si è arrivati a parlare con grande naturalezza del fatto che Lui possa avere altre relazioni, con tanto di innamoramenti completi se ci riesce. Lasciate che io mi ripeta: Lui può dire un sentito “ti amo” ad un’altra, e a me sta bene. Sono dietro di loro che faccio pollice su e poi continuo con le mie cose. Sono dietro di loro a fare “awwwww” tutta intenerita e poi torno sui miei libri.
Non so se vi ricordiate come ho iniziato questo percorso, ma in caso di vuoto mentale vi consiglio di aprire a caso uno dei primi 5 o 10 ma magari anche 20 post di questo blog. Ero fuori di testa. Che cazziopea mi è preso?
Sono la cuckquean buddha. Adesso prendo 85 chili in biscotti da tè e mi faccio la pelata.

Questo stato di calma trascendente potete ben immaginare come da un lato porti una quantità di lati positivi non indifferente, e dall’altro mi faccia un po’ impensierire, perché non vorrei stare andando verso quel circolo vizioso dove servono stimoli sempre più forti per ottenere lo stesso batticuore di prima. Dico, il prossimo passo quale sarà, portarcela a casa e metterla incinta? Anche no (e dico seriamente, ci sono poche cose che mi fanno più rabbia dell’inclusione forzata di bambini a qualsiasi dinamica interpersonale tra adulti). Il mio grande problema, e parte della ragione per la quale mi sono buttata sul bdsm&fetish&tuttociòchec’èdimalenelmondo è che sono fondamentalmente una drogata di adrenalina. Ma sono anche un’asmatica che se fa due salti sul posto poi deve essere portata all’ospedale, quindi ho passato la mia esistenza trovando modi sempre più fantasiosi per provocarmi quello stato di eccitazione senza bisogno di lanciarmi giù da un ponte con un elastico al piede. Ho iniziato a darmi adrenalina emotiva. E il cuckqueaning era/è al centro di questo meraviglioso progetto (il che è come dire che quei primi due anni di inferno erano esattamente quello che volevo–non ditelo a Lui o mi tira una tazza in faccia). Temo le implicazioni, se ammettessi che il cuckqueaning è costitutivo del mio carattere, ma non mi provoca più quei picchi di prima.

Suppongo saranno situazioni che avrò modo di valutare davvero quando me le troverò davanti (ad esempio, io ho solo un’esperienza di una cotta lampo da 36 ore che Lui ha avuto–che non ho nemmeno raccontato qui, ricordatemi di farlo, ho ancora il file con il mio sfogo stralunato dopo le sue 17 ore di silenzio radio non preavvisato), ma ci tengo a stare attenta a non entrare in una spirale dove tiro sempre di più la corda, perché ho visto quanto in là può andare, ed è pericoloso. Questo è un fetish che, secondo me, va tenuto su binari precisi, perché se non lo comandi ad ogni passo deraglierai molto in fretta. Mi sta sempre molto a cuore l’equilibrio nella dinamica, la natura del rapporto, la sanità mentale dei convolti, l’assenza di paradossi interni, il rapporto conflittuale tra questo fetish e la cultura in cui vivo. Ho studiato abbastanza per saper orientarmi all’interno di questi temi con un occhio critico di riguardo, perciò prendete queste parole come mia dichiarazione ufficiale: sono al punto più vicino mai vissuto a quella Cuckquean che avevo immaginato di poter essere la primissima volta che concepii in fantasia questa realtà, ma non sono priva di sospetti su dove tutto questo mi porti.

Detto ciò, il mio raggiunto status di buddità mi ha permesso in questi ultimi mesi di graziare persone random che mi chiedevano consigli sul mio tumblr con risposte davvero faighe, e visto che mi ha sempre pesato questo muro tra il blog Italiano e quello Inglese (io dovrei ancora mettermi seriamente a tradurre tutto questo blog in lingua ahahahahahahuccidetemi), e visto che la traduzione da Inglese ad Italiano mi è molto più veloce da fare, vi beccate ogni tot la traduzione di un qualche mio messaggio che potrebbe essere utile anche per voi. “Voi” intesi non solo come i lettori abitudinari alla “questa è strana, vediamo dove va a finire”, ma anche “potrebbe interessarmi un tot, che faccio?”
Quindi, diamo il benvenuto ad un primo post tradotto dove ho avuto modo di toccare un paio di argomenti che sarebbe poi utile trattare più esaurientemente in post successivi:

Anonimo: “Ho bisogno di qualche consiglio, provo emozioni contrastanti. Adoro il pensiero del cuckqueaning, mi eccita davvero tanto immaginare il mio fidanzato che sta con un’altra donna, ma allo stesso tempo divento incredibilmente ansiosa e ho paura che lui mi lascerebbe per un’altra. Ho sempre avuto problemi di ansia e fiducia nella mia vita. Credo che questo sia un fetish che non posso gestire mentalmente.”

Io: “Oh anon, ti capisco perfettamente perché ero in una situazione molto simile. Devo avvisarti, la mia risposta non sarà arcobaleni e unicorni, perciò se stai cercando semplici rassicurazioni per fare il salto, non sono la persona giusta. Prendo il cuckqueaning in modo molto serio, e il benessere psicologico della cuckquean ancora di più. Avere una fantasia è facile, è lo scontro con la realtà cui devi essere preparata.

Il mio consiglio consiste nel focalizzarti su due punti chiave che hanno aiutato me a superare i miei di problemi, perciò prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno (per l’amor del cielo, non affrettare le cose) e: A) Autoanalisi, B) Informati.

Autoanalisi–
Preparati per la cosa più difficile che io abbia mai fatto nella mia vita: dissezionarti. Non puoi praticare questo fetish se non ti conosci come il palmo della tua mano (in realtà puoi, ma è come andare alla cieca e sperare che nulla ti butti giù lungo la strada), perciò quelle paure e i problemi di fiducia e l’ansia? Devono essere esaminati. Il Cuckqueaning molto facilmente agirà come un fantastico detonatore*, perciò hai bisogno di sapere esattamente cos’è che temi, e iniziare a fidarti del tuo cervello quando lo razionalizzi. Parlerò della mia esperienza, perché mi è più facile fare esempi, e tu puoi selezionare le cose in cui ti rivedi.
Quando ho iniziato, le mie paure avevano a che fare con: traumi passati, con le mie esperienze passate, e con preconcetti sociali.

– I Traumi sono molto più difficili da lavorare, e la psicologia non è una scienza esatta, perciò ti stai prendendo i tuoi rischi avvicinandoti a cose che possono farti partire un attacco. Potrebbe funzionare e risolvere magicamente il tuo problema perché ti rendi conto che puoi controllare l’intera situazione. Potrebbe peggiorare la cosa e uccidere la tua relazione. Passa un po’ di tempo facendo una lista di qualsiasi bagaglio porteresti dentro la dinamica cuckquean, e analizza se possa essere razionalizzato, oppure se devi aggirarlo con il tuo partner (es. vai in paranoia se l’amante indossa il giallo, perciò fate in modo che non succeda).

– Le Esperienze Passate sono malleabili, perché sono una semplice questione di abitudine: il tuo cervello ha imparato che se fai A, ottieni B, e lavora in modo tale da potersi proteggere. Analizza ogni singola paura e controlla se si tratti di un trauma (lo associo ad una pietra che non puoi rompere con le tue sole mani), o il risultato di “ogni volta che ho fatto questo ho ottenuto questo, quindi col cazzo che lo faccio di nuovo” (lo associo ad un nodo su cui puoi lavorare). Il tuo cervello è fatto in modo tale da decidere velocemente se qualcosa sia pericoloso, così da fartici stare lontano: esempio facile è quando mangi qualcosa che ti fa stare male, e poi per i mesi seguenti non puoi nemmeno pensare di toccarlo di nuovo (sono stata male UNA volta mangiando al McDonald’s anni fa, ho ancora problemi ad ordinare altro che non siano nuggets). Potrebbe essere semplicemente una questione di riconoscere quali variabili fanno accadere la brutta cosa ogni volta, ed eliminarli.

– I Preconcetti Sociali sono dei rompicoglioni subdoli perchè metà delle volte non ti accorgi nemmeno che sono lì, e una volta che lo sai non pensi che siano poi tanto importanti, ma possono facilmente diventare la cosa più difficile da cambiare. Dal momento in cui nasci ti viene insegnato come vivere nella tua società: come comportarti con gli altri, cosa puoi aspettarti dalle interazioni sociali, cos’è accettabile o meno, cos’è taboo o meno ecc. Detta cosa puoi pensare, sentire, fare, convincendoti nel frattempo che è NATURALE, NORMALE. Puoi accettare altre persone che si comportano diversamente solo se provengono da un’altra cultura con altre regole, perché sono stranieri ed esotici. Il problema si pone quando è qualcuno all’interno della tua cerchia a mettere in discussione il fondamento della tua vita, e ancora peggio se quel qualcuno sei tu. Potrebbe suonare esagerato, ma giuro che non lo è.
Lascia che ti faccia un semplice esempio: ti è stato insegnato che se il tuo partner ti ama davvero, non penserà al sesso con altri, figuriamoci poi innamorarsi di loro (viviamo in una società monogama). Se il tuo partner è davvero preso da te, sarà possessivo e non gli piacerà l’idea di condividerti. Se il tuo partner apprezza davvero la compagnia di un’altra persona (compatibile con il suo orientamento sessuale), allora è una minaccia per te. L’esclusività sessuale può essere messa in discussione solo se è un fetish bilanciato su entrambi i membri della coppia (entrambi fottete altri). Se il tuo partner si diverte a far sesso con altri ma tu no, allora sei una vittima e in una relazione sbilanciata. Potrei andare avanti all’infinito.
A volte la tua paura non è davvero tua, ti è stata messa in testa perché è così che va nella tua società, quella è la reazione ritenuta adeguata a quella data cosa. Se scopri di provare ansia e paura verso cose che non hanno radici in precisi eventi della tua vita, ma sono lì semplicemente perché “sono fatta così”, allora pensaci un po’ su. Potresti scoprire che non è davvero tua, e puoi spingerla fuori dalla tua testa esattamente come ci è stata messa dentro.

In ultimo, chiediti se questo sia davvero il fetish che desideri. Il tuo ragazzo che scopa altre può anche essere una threesome, una relazione poliamorosa, una sessione voyeur. Tutte queste pratiche non hanno niente a che vedere con il cuckqueaning, perciò sii certa di dove ti stai andando a cacciare. Il Cuckqueaning richiede di giocare con il taboo dell’infedeltà, le altre no.

Informati–
Leggi tutto quello che riesci a trovare sull’argomento che ti interessa. Chiedi agli altri delle loro esperienze, quali ostacoli hanno dovuto affrontare, cosa li ha spaventati, cosa li ha fatti quasi rinunciare. Tante cuckquean lo fanno giusto per aggiungere un fetish, per aggiungere un po’ di pepe perché è eccitante e perchè-no; altre lo vivono come qualcosa di profondamente legato al loro lato sottomesso, possibilmente con una forte componente di umiliazione; altre sono così da che hanno memoria. Ogni cuckquean ha un’esperienza diversa di questo fetish/lifestyle, e ogni coppia ha le sue regole per gestire la dinamica. Non saprai mai abbastanza, perciò continua ad informarti, cerca contatti, prova a vedere se riesci a riconoscerti in qualcosa che hanno già provato. Tumblr è un buon posto perché le tag “cuckquean” e “cuckqueaning” sono piuttosto attive, e ci sono tante cuckquean (me inclusa) che praticano da anni. Ma non è abbastanza; non si parla abbastanza, e l’attenzione è spostata sul lato fantasia, piuttosto che sulla parte difficile dell’esperienza. Ecco perché ti consiglio caldamente di registrarti a Fetlife (la più grande community bdsm&fetish). Ci sono diversi gruppi cuckquean, sia per chi vuole che per chi non vuole l’umiliazione. Lì troverai tonnellate di testo riguardo alle loro esperienze e problemi.

In pratica, sappi di cosa stai parlando, sappi in che cosa consiste la tua fantasia. Mettila in discussione, cerca di trovare tutti gli argomenti che la farebbero crollare, e poi fa’ l’avvocato del diavolo e salvala.

Tutta questa risposta è su di TE, ma non mi sto dimenticando del tuo partner. Lui gioca un ruolo molto importante nel farti sentire sicura nella relazione, e devi sapere se la tua paura di essere abbandonata è solo tua, o se lui è davvero uno che potrebbe innamorarsi di un’altra e lasciarti. Il cuckqueaning ti distruggerà se la relazione non è solida, e il tuo partner deve essere pronto per questo fetish tanto quanto te. Chiediti (e fagli fare lo stesso) se lui sia nella posizione di poter gestire questo fetish senza compromettere la relazione.

Come puoi vedere, non è qualcosa che può essere fatto nel giro di pochi giorni, e va più che bene così, perché il tempo è il primo test per la tua fantasia, e vedrai se facendo i conti con la realtà sopravviverà abbastanza da guadagnare una forma solida.

Non ti mentirò, anon, non è un fetish facile. Anzi, è fottutamente estenuante, e quando va male va DAVVERO male. Ma è anche incredibilmente gratificante, e ti arricchisce, e una volta che inizia a funzionare passa da macchina che richiede forza a macchina che ti dà forza. Ti posso assicurare che ce la puoi fare, a patto che ogni tuo singolo passo sia ben piantato per terra. Controlla e ricontrolla tutto, così in caso di errore ti basterà fare un passo indietro invece che rinunciare a tutto l’impianto perché ti sei fregata all’entrata. Finché questo sarà ciò che vuoi davvero, ti posso promettere che ne varrà la pena, e riceverai così tanto che diventerà la base che ti supporterà in tutti gli altri aspetti della tua vita. E’ una sfida, ma ti insegnerà ad essere disillusa e ambiziosa, a pretendere e dare completa sincerità, a comunicare come si deve nella relazione, a sentirti sicura e fidarti degli altri, a sentirti sicura anche qualora quella fiducia si rivelasse malposta. Giuro che ogni cuckquean è una cazzo di strafiga e le amo tutte.”


Ecco, conclusa questa traduzione sono le 11 di sera e io sto già morendo di sonno, quindi scordatevi elucubrazioni particolari sullo scritto. Arriveranno. Mi segno come promemoria di dovervi raccontare di quella volta che Lui si prese la cotta, e di elaborare su un paio di temi dentro a questa risposta. Ce la faremo sicuramente entro Natale 2016.
Ditemi come siete stati voi in tutti questi mesi (o magari anche no, fatemi solo ciao con la manina), ci riaggiorniamo presto.


“Meglio un asino vivo che un dottore morto.”

(Stavo cercando proverbi per chiudere questo post e ne ho trovati alcuni che sinceramente non hanno il minimo senso. Non credo nemmeno di volerli capire, il mistero li rende più affascinanti e coloriti.)

*Detonatore= “Trigger”
Indica in generale un normale grilletto, innesco, detonatore; in contesto psicologico sono tutti quei dettagli o eventi che ti scatenano una risposta patologica relativa a traumi o sindromi. Molto facilmente come esempio, un trigger per uno che soffre di epilessia potrebbe essere un video con colori forti e flash veloci di luce.
Non volevo tradurlo in Italiano, ma non ero sicura che tutti sapeste a cosa mi stavo riferendo (passo così tanto tempo nelle comunità internazionali che mi dimentico di dove stiamo con la nostra), perciò a scanso di equivoci ecco qua.

Indicizzazioni dell’anno 2014!

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Sì, non vi scrivo da ottobre e l’unica cosa che vedrete prima della fine di quest’anno è il megapost delle indicizzazioni dell’anno. Perché il blog lo pago io e ci scrivo quello che voglio, tò.
In verità mi sto mordendo le dita perché dovrei seriamente aggiornarvi ma sono in quella difficile situazione in cui ho da raccontare ma non potrei scendere in dettagli perché “chissà se mai lei leggerà qui”, perciò mi metto con tutta l’intenzione di scrivere un post criptico in cui voi potete avere delle news; io posso documentare; la tipa può continuare a non cogliere che si sta parlando di lei, ma poi mi passa la voglia perché non mi piace fare le cose a metà. Non voglio poi rendere privato questo blog, visto che è ancora uno dei pochi pubblici in Italia su questo argomento, e di conseguenza resto con tutti i miei problemi e zero soluzioni.
Ma questa è materia per il prossimo post, che magari riuscirò anche a darvi prima di Pasqua, chissà.

Intanto grazie per avermi seguita un altro anno e per aver raggiunto il mio blog con ricerche assolutamente random. Tanti auguri per la fine di questi difficile 365 giorni, e tanti altri per l’inizio del nuovo anno u_u
Queste sono le migliori ricerche del 2014:

cuckquean symbols: certamente le corna. poi a me piace tanto la regina di cuori
cockquean: vi ho già detto che “regina di cazzi” non è la corretta traduzione del termine
racconti cuckhold: ah sì, la presa cuck. no, non sono ancora stati organizzati incontri di lotta, ad un anno di distanza. mi dispiace.
cause che portano a fantasie sessuali donna cuckquean: una vita difficile. una vita noiosa. essere brutta. essere bella. essere intelligente. essere stupida ed ignorante. (a volte succede e basta)
chuckquean: …no.
mean cuckquean girlfriend: nel senso che la cuckquean maltratta la fidanzata?
donne frustate torturate violentate sodomizzate e usate giochi più perversi del sesso: voi ogni tanto mi preoccupate e mi fate porre tante domande
cuckquean foot pics: i piedi delle cuckquean sono diversi da quelli delle donne normali?
moglie sega coi tacchi: deve essere una procedura alquanto dolorosa, specie se a spillo
foto porn vacche tumbir: non sono proprio vacche, ma cerca “Thanks, Smokey!” su youtube.
video di mariti scopati da altre donne con il consenso delle mogli: questa è una ricerca pulita e carina, bravo!
cuchquean: non sono nemmeno sicura di come si legga. no.
simboli di una cuckoldress: la scia di cazzi mosci e soddisfatti?
ho una moglie closetquean: closetquean è una cuckquean che gestisce un blog/sito tumblr. è un nick. non puoi avere lei come moglie a meno che tu non sia ufficialmente suo marito. nel senso che anche lei lo sa.
cuckquean esiste?: no.
inculata dolorosa panico: chi è che sta cercando insistentemente video di simil-rape?
mistress donne di buscate: cosa?
mamma troia corna padre assente “racconti erotici”: “–fanno figlio gay o miscredente”. torna dopo un anno, che gioia
la serie “the dark duet” (ossia “captive in the dark” e “seduced in the dark“) italiano: ahimè non è ancora stato tradotto nella nostra meravigliosa lingua (non che io sappia almeno). dite che se scrivo all’autrice e mi propongo mi accetta?
video pornodonne scopate contro la sua volontà: se scrivi “donne” al plurale ma poi metti “sua volontà” al singolare sembra tu ti stia riferendo a nostro Signore.
film porno con sverginamento con torture estreme a donne: i fetish sono tanti e belli, ma ricordati sempre cosa è illegale nel nostro Stato (tipo lo stupro)
cuckquean comic: nel senso di fumetto? Nozoki Ana (lo trovi in inglese su mangafox e mangapark) ha dei meravigliosi momenti cuckquean. per il resto ogni shoujo di questo pianeta giocherà il punto “gelosia”, creando delle mini dinamiche cuckquean, perciò puoi letteralmente andare a casaccio con quello.
cuckquean leg worship: mmmmmmmh, guarda che bel muscolo tibiale anteriore…
cuckquean listening to her boyfriend fuck another girl and fall in love: queste sono le occasionali ricerche che mi fanno felice *_*
mia moglie cuckoldqueen: che è regina dei cuckold? tipo la presidentessa del fanclub? che poi avere una donna come presidentessa dei cuckold è un po’ come un siciliano che presiede al comitato della lega nord.
cuckquean and the cheater mistress: la cuckquean e la mistress traditrice? sono una coppia lesbica? nessun problema con la cosa, deve essere bello da vedere.
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husband of chuckquean: ecco, ma il marito di una chuckquean? queanchuck? chuckbull?
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De relatione abusiva

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Sono genericamente una di quelle persone che si vantano di poterne sentire di tutti i colori. Ho un senso morale, ho una mia etica, ho una mia idea del giusto e dello sbagliato, ma sono anche piuttosto empatica e trovo cognitivamente stimolante vedere se la scarpa altrui mi sta, metaforicamente parlando. Perciò è estremamente probabile sentirmi dire “Sì, questa cosa è illegale in 28 Stati e personalmente la ritengo ripugnante, ma capisco perché ti piaccia tanto; vedo da dove stai tirando fuori questa conclusione; il tuo ragionamento è moralmente marcio sotto diversi punti di vista, ma è sicuramente funzionante sotto il tuo.”
E’ il motivo per il quale mi piace pensare di essere una buona ascoltatrice. Penso che potrò davvero sedermi di fronte ad una persona ed aiutarla a sciogliere nodi, se non almeno a vedere quali siano. Ma ci sono cose su cui non posso stare zitta, e non ho intenzione di ingoiare il rospo e seguire il santo precetto del vivi e lascia vivere, nè tantomeno di rispettare la non scritta regola del “tra Dom e sub non metterci il dito”. Mi rifiuto categoricamente, perché tutte le regole di questo mondo valgono fintanto che non danneggiano chi le sta seguendo, e giacché non stiamo parlando della tribù di Hofriyat (nel Sudan settentrionale rurale, per chi se lo stesse chiedendo) dove cancellare l’infibulazione significherebbe mandare a puttane tutta la loro sovrastruttura cognitiva sul cosmo e la purezza e la fertilità della Natura e se smettessero di cucire fiche dovrebbero poi cambiare persino i contenitori in cui preparano il cibo, perché è tutto teatralmente connesso (e per “teatralmente” intendo dire che non so se mangiare popcorn o piangere guardandoli), mi prendo la libertà di dire “fanculo la vostra dinamica D/s, c’è qualcosa di più importante in ballo.”
Questi sono quei soliti problemini di carattere etico da cui la gente tende a star lontana perché sono sostanzialmente scomodi: vedrete fioccare articoli su Fetlife come se tutti avessero una laurea in BDSMlogia (perché grazie al cielo, ognuno fa branca di studio a sè, in questo campo), ma quando ci si avvicina ai soliti punti delicati le voci diminuiscono fino a scomparire, perché nessuno sa che cazzo dire.
Parli di 24/7, parli di slavery, parli di “consent”, parli di “safeword”, e le voci tacciono.
Perché fin dove puoi stabilire che il consenso alla pratica sia davvero consensuale? Ci sei tu, mistress, che stai tenendo sull’orlo dell’orgasmo il tuo sub da qualcosa come tre eoni e mezzo, e lui ti dice che sì, ti comprerà quelle scarpe da tremila euro perché te le meriti. Esempio scazzato? Ok, acconsentirà a comprarti quelle scarpe e a titillarsi la prostata con il loro tacco. Ha la faccia di uno felice e convinto, ma chi non lo è quando hai una mano sul suo cazzo e gli stai promettendo la strada all’orgasmo?
Ci sei tu, dominante, che ad ogni orgasmo ti fai dire che il suo piacere è subordinato al tuo perché la fa venire a spruzzo da quanto la eccita. O forse è il contrario?
Abbiamo un sub privo di impedimento verbale che però durante una sessione di umiliazione è così sopraffatto dall’ondata di vergogna che ha la bocca impastata, si perde nella sua testa e non riesce fisicamente a dire quella parolina magica che farebbe finire la perfida scena. Non si sente in grado di pronunciarla, e la scena va avanti di tortura in tortura finché dai piani alti non viene deciso che basta così, e non appena ritrova la sua voce, grida allo stupro, perché sì, non aveva detto la safeword, ma avrebbe tanto voluto.
Hai un contratto 24/7 che attesta che tu sei la schiava della coppia e non hai alcun potere decisionale, ma poi hai un’idea diversa su dove mandare a scuola tua figlia. Che fai, punti i piedi o no?
Ci sono milioni di casi in cui improvvisamente la definizione della dinamica incappa in un vicolo cieco, in cui la sicurezza dei ruoli prestabiliti va a puttane, e che fai a quel punto? Il BDSM è per tantissimi una pratica che va ben oltre il gioco in camera da letto, è qualcosa che coinvolge il loro carattere, il modo in cui vedono il mondo e si rapportano ad esso, ma ci sono sempre e comunque dei precisi paletti limite in cui la tua inclinazione personale non deve starti impedendo di realizzarti e di avere una vita sana. E qui la delicatezza del discorso scivola dentro a quello della “malattia”. Hai diritto, come persona adulta, a farti del male? Hai diritto a scegliere di ledere te stesso? Di privarti della tua libertà, accettare un condizionamento psicologico che sempre più ti porterà a vedere e scegliere certe strade piuttosto che altre? Hai diritto a scegliere per te quando le tue scelte sono prodotte da una situazione che non è quella di libertà standard che lo Stato ti garantisce per legge?
Più terra terra una cosa tipo: accetteresti una scelta che ti cambierebbe la vita fatta in un momento di scompenso emotivo/psicologico? E’ legittima ed accettabile la tua scelta di ucciderti da depresso, piuttosto che impasticcarti (facciamo l’utopico esempio di bella vita americana in cui bastano 4 chili di pillole per aggiustare una persona) e farti scegliere se vuoi ancora farlo da sano? Dov’è che non sei più in grado di intendere e di volere?
Anzi, la domanda è mal posta, perché il “non sei più” è la cosa più facile da individuare, e lì son sempre tutti d’accordo. Il punto problematico è: come ti comporti quando l’ago della bilancia sta solo pendendo? E quand’è che starà pendendo troppo?
Faccio esempi sempre spinti al limite perché i grigi confondono, ma ad una certa bisogna rendersi conto che si sta parlando della stessa cosa, che si sta facendo valere la stessa logica di fondo. E che se dovesse arrivarmi un Pinco Pallino con il collare al collo a raccontarmi della sua dinamica, non starò in silenzio quando mi sarà ovvio che si sta stringendo le palle in mano da solo, e si sta facendo male.
Il discorso di coppia cambia profondamente la mia concezione della situazione. Il discorso “relazionale” cambia profondamente le variabili che posso contare all’interno di essa. Idealmente una persona è libera di fare quel che vuole finché non nuoce a nessuno, persino nuocere a se stessa. Ma parliamoci chiaro: non è stato il primo deficiente di turno ad aver passato ai posteri che “nessun uomo è un’isola”. Ci sono persino state intere scuole di pensiero psicologico che hanno avuto la bella idea di definire una persona secondo le relazioni che intrattiene. Una cosa tipo: se hai solo relazioni di merda nella tua vita fatti delle domande. Il punto è che siamo sempre in costante relazione, e quello è semplicemente il nostro punto zero di partenza. Non ci sarà MAI il caso in cui una persona possa fare qualcosa senza che questa influenzi almeno un’altra; e un’azione negativa su se stessi puoi dir giuro che farà male almeno ad un’altra. E già qui mi cadrebbe la possibilità pratica della libertà di ledersi. Andando avanti considerando la vita di X, vedremo che le sue relazioni si complicano e diventano sempre più strette: come puoi anche solo lontanamente pensare di poter fare quello che cavolo ti pare? Siamo chiari: la manipolazione psicologica è ancora una gran brutta marachella, e una relazione sana ha ancora dei confini definitori piuttosto netti.
Nuovamente non è stato il primo idiota che ha girato l’angolo ad aver osato ipotizzare che una relazione sana ha nel suo codice la possibilità di modificarsi per far fronte alle variabili che ci si spiaccicano contro ad ogni piè sospinto. Che la rigidità delle posizioni non fa che creare una situazione stagnante che ha tutte le potenzialità per diventare patologica, e chi ci sta dentro non riuscirà nemmeno ad accorgersene. Nuovamente il non-primo-coglione-che-passava-dal-convento ha ipotizzato un ponte piuttosto stretto tra la schizofrenia e un ambiente di rapporti fissi con comunicazione paradossale.
Sapete com’è stare in una relazione rigida senza la possibilità di modificarne le strutture interne? E’ come chiudersi a chiave in casa, ma tenendo le finestre aperte. Dalle finestre voi non potete uscire, ma ci può entrare tutta la merda di questo mondo. Può capitarvi del normale vento, può capitarvi un po’ di pioggia, ma può capitarvi anche un incidente; può succedere che la casa si danneggi, e voi abbiate bisogno di uscire per salvarvi, e non possiate farlo perché siete stati abbastanza intelligenti da chiudervi dentro ed esservi tolti la possibilità di uscirne. Avete la casa che va a fuoco, avete il mazzo di chiavi lì sul tavolo, avete un intero pubblico fuori dalla finestra (chi con i popcorn, chi piangendo esasperato) che vi sta dicendo di prendere quelle chiavi ed uscire, e voi ve ne state lì, come gli eroici capitani di una nave che sta colando a picco. E che si porterà dietro voi.
Più o meno è questa l’immagine che ho di tutte quelle coppie BDSM che si imbarcano in queste dinamiche bellissime ed intricatissime, e si dimenticano dell’uscita di sicurezza. Quella manopola d’emergenza che ogni relazione duratura ha. Chi è attualmente in una relazione stabile e duratura ed è soddisfatto di come le cose stiano andando, molto probabilmente mi capirà: non è una passeggiata mandare avanti la baracca. Se mantenere una relazione per 5 anni fosse semplicemente l’aspettare quei 5 anni messaggiando e scopando con quella stessa persona, non ci sarebbe il solito troiaio di tira e molla. Il punto è che una relazione stabile richiede impegno, e richiede continue modifiche dall’interno per adattarsi a tutte quelle variabili random che la vita vi tira in faccia, così come tutti quei cambiamenti che col tempo voi stessi maturerete dentro di voi e che dovranno sposarsi o meno con i cambiamenti che l’altro avrà.
Quindi, lasciatemi un attimino urlare contro il Creatore perché sarà tipo già la quarta o quinta volta che becco una situazione in cui c’è un conflitto e la parte sub della coppia ingoia la propria lingua ricevendo quest’illuminazione divina “Ma cosa stavo pensando, sono sub, ovvio che lui abbia ragione!”
Faccio fatica a mettere insieme le parole per esprimere quanto io ritenga una stronzata tutto ciò. Quanto sia deleteria per la coppia. Sono solo una tizia a caso di nemmeno 24 anni che scrive su un blog sperduto in internet, perciò il mio potere di parola è decisamente limitato, ma per chi è ancora qui a leggere perché gli interessa: non si risolve una discussione con “Ma lui è il Dom!” (parlo con la lei sub perché gli ultimissimi esempi incontrati erano di questo genere).
Non c’è alcuna regola della logica classica e non che faccia concludere una deduzione in questo modo. Non esiste, non so cosa vi passi per la testa. Sono certa che sia un grandissimo sollievo vedervi improvvisamente sollevate dal peso della responsabilità della vostra opinione, specie se questa sta al 50% portando avanti il conflitto e la cosa vi sta mandando in paranoia perchè stress ecc, ma dov’è che improvvisamente avviene l’illuminazione “Ah no, aspetta, lui ha ragione perché è Dom!”?
Questo è lo stesso passaggio che ha fatto nascere un gran bel numero di Cuckquean dopo aver ricevuto il paio di corna dal loro partner. “Ah gia, ma lui può fare quello che vuole perché è Dom, quindi io devo essere felice per lui.”
Non so voi, ma in una qualsiasi formalizzazione di dinamica BDSM mi assicurerei che i litigi siano un meccanismo metacomunicativo come la safeword: quando c’è, la coppia agisce e parla DA PARI. Non puoi risolvere un conflitto interno alla coppia dando come giustificazione una dinamica sovracostruita ad essa. E’ come stare annegando in mare e poi improvvisamente “Ah no, aspetta, ma lui è idraulico!” e poi smettere di cercare di stare a galla.
La vedete? La vedete la stronzata?
Non puoi togliere alla persona la possibilità di difendere i propri interessi all’interno della relazione, o di chiedere di modificarla. La sub non è legalmente di tua proprietà, perdiana, ha una vita, ha degli affetti, ha una rete di relazioni che non ti riguardano, ha forse anche un lavoro che magari almeno lontanamente le interessa finché non la fai improvvisamente rendere conto che no, tutto questo scompare davanti al fatto che sei il Padrone. Ci sono altre persone di mezzo, ci sono colleghi, clienti, parenti, amici; non siete due su un’isola deserta, la vostra dinamica se non è chiusa dentro alla camera da letto allora finirà prima o poi con l’inciampare nel resto delle vostre esistenze, e di conseguenza incrociare quella che il vostro partner condivide con il resto del mondo. NON si può chiudere la possibilità di gestione di questo universo. E’ quel passo che fa andare da relazione BDSM a relazione abusiva. Se stai pensando che non dovevi osare incazzarti con il tuo Dom perchè si stava comportando da coglione, datti della cogliona tu e poi riprendi a dare del coglione a lui! Non siamo in un romanzo harmony, i Dom non sono perfetti, non sono una razza diversa rispetto ai ‘normali maschi’, possono sbagliare, possono dire cazzate, e possono comportarsi da idioti. Dirò di più: possono essere abbastanza incazzati da utilizzare, quantomeno inconsciamente, la loro posizione di potere per ottenere quello che vogliono. Perché è fin troppo facile durante una discussione piegare la comunicazione per far rientrare il dialogo su di un binario sbilanciato in termini di potere. Ma è una violenza inaudita nei confronti della coppia farlo.
Tutti i conflitti risolti con “Oh sì, è lui ad aver ragione perché è lui quello col flogger in mano” non sono stati risolti. Li rivedrete, molto presto, e sarete costrette a rifare nuovamente la scelta del girare la testa dall’altra parte oppure finalmente alzare la voce e dire la vostra. Qual è la differenza tra il BDSM e l’Italia degli anni ’40 dove la moglie abbassa rispettosamente la testa quando c’è in giro il marito? Quand’è che si è tornati a questo?
Non fraintendetemi, sono la prima a divertirmi come un’idiota con i taboo e le situazioni sbilanciate e gli edge play, ma c’è un intero oceano tra lo sguazzarci dentro e il non poterne più uscire. Quando la dinamica di coppia impedisce la risoluzione del conflitto per mezzo di uno scambio paritario e razionale di opinioni, c’è qualcosa che non va. E prima che lo chiediate, la scelta di quale tipo di opinione possa essere mollata in mano al Dom deve avvenire di volta in volta. Non ci si può dimenticare che la vita è imprevedibile, e non potete instaurare una regola che non tenga conto di questo. Anche se avessi la regola che il mio fidanzato debba scegliermi il paio di mutande ogni giorno, accadrà prima o poi che lui non possa farlo, o che lui faccia la scelta sbagliata perché bam, mi è venuto il ciclo e decisamente non posso arrotolare l’assorbente intorno alla striscetta del perizoma. Anche se io cedessi a lui qualsiasi mia opinione, avverrà il momento in cui la scelta da fare sarà decisamente grossa, come un trasferimento a lavoro per una promozione, la morte di un familiare, un problema personale di altra natura, e il Dom NON potrà scegliere per voi senza interpellarvi (se dovesse farlo, considerate decisamente di andare da un terapeuta perché si è entrati a pieno diritto nella relazione abusiva).
Torniamo quindi alla domanda iniziale? Cosa succede se la persona in questione vuole essere limitata nei suoi diritti fondamentali di Uomo? Se è davvero contenta di ricordarsi a metà discorso che il rispetto per se stessi e la propria libertà non sono contemplati nella coppia e che deve ingoiarseli via? Che l’altro abbia più valore, che le sue scelte abbiano più potere, la sua vita più meritevole di essere vissuta, le sue esperienze siano più prioritarie?
Se in tutta coscienza decidete che questa è la vostra strada (e ho i miei forti dubbi che lo sia, o il conflitto non sarebbe nemmeno sorto, se voi non aveste avuto almeno un briciolo di spina dorsale per manifestare il vostro disagio), allora scatta la seconda nota: non dovete danneggiare gli altri. Ma abbiamo già messo in conto come il controllare una scelta lavorativa, familiare, d’amicizia ecc. implichi l’influenza su altre persone, e le variabili siano decisamente troppe per essere calcolate. Quindi no, nel caso in cui voleste dare il pieno controllo all’altra persona fareste bene ad assicurarvi che siate dietro le porte chiuse a chiave della camera da letto, perché altrimenti vostro figlio ci cadrà in mezzo, i vostri genitori ci andranno di mezzo. I vostri colleghi o clienti prima o poi subiranno inconsapevolmente le scelte dettate da uno sbilanciamento di potere regalato e ormai mantenuto senza più conflitti che lo testino. Senza più prove che ne confermino la validità. E un re che non può venire messo in questione è facilmente un despota.
Per concludere, se fra 10 anni mi ritroverò davanti a qualcuno che mi dirà di essersi ingoiato le regole della logica per risolvere un conflitto in forza dell’ammmmore dark, gli tirerò una scarpa in faccia.