Primo Assaggio- Parte 2

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Probabilmente questo testo avrà un tono molto più tranquillo dell’altro. Potrei azzardare un ‘noioso’. Se vi interessano le scene d’azione, prego attendere il prossimo post, altrimenti buon proseguimento con la seconda fase del “Oddio e adesso con che coraggio lo incontro?”

Per chi non si ricordasse dove eravamo arrivati, il mio fidanzato ha gaiamente passato la notte a sollazzare la sua amica (non fate caso ai verbi, ma non riesco ancora ad essere tranquilla nel parlarne), io meno gaiamente mi sono svegliata proprio mentre lui tornava a casa, mi sono fatta raccontare per filo e per segno quanto è stato divertente il tutto e poi l’ho lasciato riposare mentre mi annodavo lo stomaco.
La stessa sera ci siamo incontrati. Cioè, ieri sera.
Ero nervosissima e per via del brutto tempo sono stata in grado di mettermi solo degli stivaletti e un paio di jeans quando volevo invece sfoggiare qualche bel vestitino. Il top nuovo fortunatamente dava un accenno di ricercatezza, perciò mi sono avviata con discreta fiducia.

Optiamo per un mondanissimo centro commerciale, tanto per stare al riparo dalla pioggia, e vederlo dal vivo dopo quello che era successo mi metteva davvero a disagio.
Improvvisamente mi sembrava di stare con un’altra persona, con un estraneo: i movimenti erano diversi, la voce aveva un timbro e un ritmo totalmente diverso dal solito, persino la faccia mi era sconosciuta. Era come se potessi rendermi conto di ogni suo singolo tratto che nell’insieme non era più la somma cui ero abituata.
Mi teneva per mano, mi abbracciava, mi faceva complimenti e scherzava ma per me lui era uno sconosciuto che sapevo aveva passato la notte con un’altra. Non ce l’avevo con lui, pensavo soltanto “Ehi, chi credi che io sia?! So che sei stato con una poche ore fa, e adesso fai già il cascamorto con me”. Vedevo le sue mani e quando non riuscivo a non pensare che lui era il MIO ragazzo, si insinuava il ricordo di ciò che avevano toccato. Mi cingeva le spalle e pensavo che l’aveva fatto anche con lei, che aveva scherzato anche con lei, che aveva toccato e leccato anche lei. Non mi sembrava di avere problemi con la cosa in sè, non era la sequenza “stai con me – sei stato con un’altra” a darmi fastidio, ma quella “sei stato con un’altra – ora stai di nuovo con me” ad essermi insopportabile. Tutto il suo corpo aveva impronte fosforescenti, potevo riconoscere ogni singola cellula che era stata a contatto con un altro corpo e non sopportavo che sporcasse anche me. Non mi sentivo pulita.

So che sono stata silenziosa e distaccata per la maggior parte della serata, non sono riuscita un solo attimo a vederlo come facevo prima. Ero spaventata dal non riuscire più a riconoscerlo; avevo letto parecchie volte di altre coppie cuckquean che dopo una ‘sessione’ si concedevano del tempo solo per loro, per tranquillizzare la lei e rafforzare ancora di più il loro legame. Avevo letto dei racconti innamorati e sognanti di quelle donne. Mi stavo incazzando con me stessa perchè non riuscivo a farlo anche io. “Con che coraggio mi tocchi?” era l’unica cosa che provavo quando appoggiava la mano su di me o si avvicinava al punto da sfiorarmi la spalla. Non riuscivo nemmeno a credere che i complimenti che mi faceva fossero sinceri, per me erano manovre per farmi ammorbidire; una manovra come quella fatta con la sua amica. Mi vergognavo e non sapendo che dire rimanevo in silenzio.

Quando ormai mancavano giusto un paio d’ore alla fine dell’appuntamento gli ho chiesto di andare in un posto dove saremmo stati soli. Volevo riuscire a cambiare le cose perchè non avrei sopportato di tornare a casa e sentirmi più abbandonata di prima.
Raggiunto il posto dovevo solo trovare il modo di comunicare con lui. Continuavo ad essere restia al contatto fisico, chiusi nella stessa macchina in silenzio mi sembrava che tutto il suo corpo urlasse il ‘tradimento’. Più sentivo quelle urla e più non lo riconoscevo come il MIO fidanzato. Non mi era possibile sopportare che avessi davanti la stessa persona che amavo con tutta me stessa, e più le evidenze si scontravano con la mia realtà, più cercavo di distorcerla per salvarmi. Preferivo che mi abbandonasse piuttosto che mi tradisse.

Appena lui ha iniziato a parlare (non ricordo nemmeno più di cosa, forse stava metacomunicando sulla ‘sessione’) ho sentito gli occhi bruciarmi per le lacrime. Sebbene la voce mi suonasse ancora diversa, riconoscevo quel modo di trattare i contenuti. Solo io e lui avevamo quel tipo di registro, e più me ne rendevo conto più mi scioccavo pensando “sei TU ad averla toccata allora!”. Notando la mia espressione, appena si è avvicinato ho notato la cautela con cui si muoveva per non darmi fastidio, e a questa premura ho iniziato a piangere. Non sto parlando di piangere come quando ti scendono le lacrime e ti smoccoli il naso. Per un tempo indefinito ho singhiozzato con il mio intero corpo come se dovessi strapparmi, mi sono fermata solo perche mi girava così tanto la testa che ho avuto paura di svenire. Mi sono passate per la testa tutte le fantasie che mi ero fatta sulla sua serata, e mi faceva male sovrapporle ai ricordi di me e lui spensierati nel nostro appartamento.

Una volta finito lo sfogo fisico mi sono immediatamente sentita meglio, tutte le sensazioni che avevo assorbito si erano staccate da me, avevano trovato una valvola attraverso cui uscire e mi avevano alleggerita. Il primo bisogno è stato quello di baciarlo, per sentire un suo contatto amorevole e ricostruire la mia figura. Ho riscoperto il suo corpo come qualcosa che volevo fosse mio e non mi sentivo così dalla prima volta in cui eravamo ritornati insieme, un anno fa.
Abbiamo fatto l’amore e non mi sono mai sentita così possessiva, come se cercassi di dimostrargli che solo io potevo farlo stare così bene. Sapevo che era un mio desiderio egoistico, e che parlando di puro fisico le possibilità di trovare qualcuna più brava di me con lui sono alte, ma ho riconosciuto in me la volontà di farlo di nuovo mio e so che fa parte di ciò che volevo suscitare col cuckqueaning.

Stasera forse ci sarà l’ultima parte, quella più difficile. Sono stata tranquilla per tutta la giornata, ma dargli il via libera mi è costato il batticuore e il sudore alle mani. Continuo ad essere spaventata, e non ho idea di cosa vorrà dire sapere che lui ha fatto sesso con un’altra. Che lui avesse voluto toccarla per me era stato già abbastanza per mandarmi nel panico, ora si sta parlando di qualcosa di peggio.
Dopo ieri sera ho la speranza e la fiducia che come coppia siamo in grado di ricucire questi tagli, e cercherò di far sì che il mio terrore di riprovare quel dolore non mi fermino dal far evolvere e fiorire quest’esperienza come qualcosa che ci legherà ancora di più.

Detto questo, continuo a tremare.

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